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Gardening Mama 2: Forest Friends - recensione

Niente più braccia rubate all'agricoltura, per la gloria di Mama!

Dopo la cucina, Mama ci porta in campagna per iniziarci alla nobile arte di coltivare la terra. Ce la faremo?

Come per le più quotate multinazionali, gl'interessi di Mama vanno oltre il "core business" della cucina, spaziando anche in settori affini come l'approvvigionamento di materie prime.

Tolto il grembiule e riposti gli utensili, prepariamoci dunque a seguirla nel mondo della coltivazione intensiva e del latifondo, ancora una volta.

E non lasciamoci abbagliare dal sottotitolo del gioco "Forest Friends", che suggerisce l'aiuto di fantomatici amichetti del bosco per lo svolgimento dei nostri compiti. Niente di più falso, questi cosiddetti "amici" altro non sono che un gruppo di arrivisti che fanno capolino ogni tanto per chiedere rifornimenti utili alle loro attività.

Mi spiegate perché qualcuno deve muovere il cesto mentre sto tagliando via le melanzane???

Lo scopo del gioco è coltivare fiori, frutta e ortaggi di vario tipo, seguendoli in tutte le fasi della crescita, per poi venderli ai vari negozianti della foresta. In cambio si otterrà denaro con cui comprare oggetti per abbellire la nostra fattoria.

Quella che potrebbe sembrare una semplice meccanica in stile Farmville è però impreziosita da una caterva di minigiochi dalla qualità altalenante, necessari per sbloccare nuovi semi.

Il tutto è gestito seguendo un ipotetico ritmo temporale; quando ad esempio avremo completato tutti i minigiochi, rifornito i negozi e piantato o innaffiato nuovi semi, la giornata finirà e ci ritroveremo l'indomani con nuovi minigiochi da sbloccare, prodotti da raccogliere o curare.

La qualità dei suddetti, cinquanta in tutto, è abbastanza buona e capita raramente di imbattersi due volte nella stessa attività. Alcuni giochi puntano sui riflessi, ad esempio chiedendo di prendere al volo la frutta che cade dagli alberi, altri sulla memoria, altri ancora, come quello in cui dovremo raccogliere in una scatola peperoni che arrivano da tre nastri trasportatori a velocità variabile, vogliono trasmettere forse l'emozione di lavorare in un'azienda gestita da un folle.

Ecco i vari negozi presenti nella foresta, in barba alle norme sull'impatto ambientale.

Ovviamente tutti i minigiochi, una volta sbloccati, possono poi essere riprovati innumerevoli volte, alla ricerca del punteggio perfetto.

Purtroppo però, nonostante la grande varietà, non tutte queste attività possono dirsi perfettamente realizzate. Talvolta le istruzioni non sono chiare, altre volte i movimenti dello stilo non vengono rilevati con precisione e prontezza.

Ottenere la quota necessaria per sbloccare le sementi può quindi diventare un passatempo frustrante più che divertente, il che non è proprio il massimo. Se invece l'obiettivo del gioco è farci imprecare come veri contadini, allora possiamo considerare la missione assolutamente riuscita.

Per quanto riguarda invece la gestione del raccolto, il gioco non è assolutamente penalizzante. Se non le annaffiamo, le piante smetteranno di crescere. Un vero peccato, considerato che il magazzino ha capienza infinita e che, forse grazie a esperimenti genetici segreti di Mama, piante, fiori e frutta non marciscono mai. L'unico rischio potrebbe essere piuttosto esagerare con l'acqua, ma nel caso ciò influirà solo sul voto finale del raccolto, nulla di più.

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Si fa invece sentire la mancanza di un'amministrazione delle risorse e la scarsa possibilità di espansione che avrebbero senza dubbio garantito maggiore profondità al gioco. Le richieste infatti possono essere gestite senza alcun limite di tempo e, tolti i minigiochi, non c'è alcun senso di "sfida" ma solo una progressione lineare. Quando tutti i negozi saranno arrivati al quinto livello e ogni minigioco sarà sbloccato, resterà ben poco da fare anche se non apparirà mai la parola "Fine".

Non esiste quindi una scena conclusiva in cui Mama, stanca di lavorare, dà fuoco alla fattoria scomparendo nella luce del tramonto con un ghigno satanico. Potremo tranquillamente ripercorrere tutta la galleria di attività e continuare a tenere il giardino curato, esaudendo le richieste dei negozianti finché non avremo dato fondo a tutta la nostra sanità mentale.

Concludendo, le carenze lato gestione e il game play privo di pressioni (esclusa quella martellante alle tempie quando il touch screen farà cilecca) lo rendono un buon gioco per un target molto giovane e giocatori casual, soprattutto per quelli che hanno spammato per mesi sui social quando è uscito Farmville. Se siete invece tra quelli che in quel periodo guardavano con una certa pena agli aspiranti contadini virtuali, meglio dedicarsi ad altro, non è il gioco per voi.

7 / 10

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Lorenzo Fantoni

Contributor

Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.
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