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Gears Tactics - anteprima

La serie di Microsoft diventa uno strategico a turni.

Correva l'anno 2018, era ufficialmente iniziato l'E3 e sul palco c'era un energico Rod Fergusson che ancora lavorava all'interno di The Coalition. L'annuncio di Gears of War 5 era nell'aria, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che l'intento dello studio canadese fosse quello di triplicare l'offerta, annunciando in contemporanea pure Gears Pop! e Gears Tactics.

Dello strategico per mobile che unisce COG e locuste ai famosi pupazzetti da collezione, noti per il testone, abbiamo già parlato lo scorso autunno. In questi giorni, circa un mese prima del lancio ufficiale che ricordiamo essere il 28 aprile, abbiamo avuto il piacere di scoprire Gears Tactics tramite una presentazione privata, della quale andiamo a scrivere.

Iniziamo da un'importante premessa: Gears Tactics è canonico, è dunque già stato confermato che gli eventi narrati facciano parte dell'universo dei COG che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi quattordici anni. Nello specifico questo capitolo è ambientato poco dopo gli eventi dell' E Day (e di conseguenza di Judgment), quindi prima dell'entrata in scena di Marcus Fenix.

Il protagonista è Gabe Diaz, padre di Kait, l'eroina del recente Gears 5, che insieme ad altri personaggi è sulle tracce di Ukkon, un'importante locusta più intelligente delle altre, che con i suoi esperimenti ha contribuito alla creazione delle peggiori bestie.

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Diversamente da altri titoli del genere, Gears Tactics non utilizza una griglia per suddividere il campo di battaglia, e ciò si traduce in una percezione di maggiore libertà concessa al giocatore. Le mosse da poter effettuare saranno, comunque, soggette a limitazioni.

Ogni unità ha a disposizione tre punti azione per turno. Sparare o usare un'abilità ne consumano uno, mentre per gli spostamenti varia in base alle distanze percorse, e ciò è comodamente indicato a schermo insieme alla proiezione nel punto di destinazione che si sta valutando.

Quando le unità si muovono vicino a una copertura la sfrutteranno in automatico, in puro stile Gears of War. Vien da sé che questa particolare gestione consente di valutare molteplici possibilità: per esempio è possibile muovere un'unità a distanze considerevoli per riposizionarla in una punto migliore, sparare ben tre volte nello stesso turno o adottare una strategia più cauta, magari spostandola, aprendo il fuoco, e successivamente rimettendola in copertura.

Un'altra meccanica utile per sfruttare i punti azione è un'abilità chiamata Overwatch, che consente di posizionare un personaggio e di selezionare un'area davanti a esso, della profondità che si desidera. Se nel turno nemico un'unità avversaria dovesse entrare in questo raggio d'azione, la nostra aprirà il fuoco automaticamente, consumando uno dei punti azione conservati nel turno precedente.

Gabe Diaz, padre di Kait, è il protagonista di questa nuova avventura.

Questa meccanica è ottima per fornire copertura e prevenire eventuali accerchiamenti, e il suo utilizzo potrà certamente fare la differenza. La stessa abilità può essere sfruttata anche dalle locuste ma le unità alleate possiedono un'arma secondaria, in genere una pistola, da utilizzare proprio per interrompere l'appostamento nemico.

Il team è composto da un massimo di quattro unità che condividono delle caratteristiche comuni. Tutte quelle mostrate possiedono un'arma primaria, una secondaria e una granata, che sia per danneggiare i nemici o curare gli alleati. Ogni personaggio inoltre appartiene a una classe specifica tra ben cinque presenti, che sono: supporto, ricognitore, cecchino, avanguardia e pesante.

Gabe, per esempio, appartiene alla classe supporto e la granata che ha a disposizione consente di curare gli alleati nel raggio d'azione dell'esplosione. Un discorso analogo vale anche per le altre unità, che a seconda della classe, hanno accesso a uno specifico albero delle abilità, che contiene una trentina di caselle tra potenziamenti passivi e abilità attive, raggruppate in quattro rami.

Parlando proprio delle abilità, è interessante vedere come ogni membro della squadra, proseguendo nella partita, potrà avere accesso a sempre più risorse, che andranno ad aggiungersi a quelle basilari in comune tra le varie classi.

Ogni unità ha un albero delle abilità che conta oltre trenta possibili potenziamenti, suddivisi su quattro rami.

Alcuni esempi sono l'invisibilità dello scout, utile per non farsi colpire quando il nemico ha usato l'abilità Overwatch, o il potere passivo delle classi pesanti, che consente loro di ottenere un potenziamento alle statistiche per ogni colpo consecutivo inflitto sparando dalla stessa posizione. Nonostante siano talenti che possono incidere pesantemente sull'esito di uno scontro, ognuno di essi ha un preciso tempo di ricarica che richiederà un determinato numero di turni prima di essere utilizzato nuovamente.

Oltre ai vari personaggi, è possibile potenziare pure l'equipaggiamento. Sull'arma principale si possono applicare modifiche di vario tipo, come un caricatore o un'ottica che ne migliorano alcune statistiche. L'armatura invece è divisa in tre pezzi che sono testa, corpo e gambe, e ognuno può essere modificato indipendentemente dagli altri. Ogni singolo elemento è caratterizzato da una rarità, dove quella comune è la più basilare mentre quella leggendaria la maggiore. Esiste poi la personalizzazione estetica che consente di cambiare i colori secondo palette cromatiche precise.

Tutti gli elementi di personalizzazione, che siano cosmetici o che alterino le statistiche delle unità, si possono trovare in casse sparse nelle mappe o come bottino completando missioni secondarie. Un dettaglio che gli sviluppatori han voluto chiarire è la totale assenza di microtransizioni, e tutti gli elementi saranno ottenibili direttamente giocando.

La sfida più grande per il team di sviluppo è probabilmente stata quella di fondere elementi classici di Gears, oltre alla mera estetica dei personaggi, con un gameplay atipico rispetto a quello a cui si è abituati. Come frutto di questa unione, infatti, abbiamo le solite meccaniche di copertura che trovano un utilizzo strategico che ben si sposa con la tattica richiesta dal genere, e troviamo elementi quali le fosse delle locuste, dalle quali escono nuovi nemici ma che possono essere chiuse con una semplice granata, che richiede naturalmente dei punti azione. O ancora, infliggendo danni considerevoli a un nemico lo si atterra, dando la possibilità di effettuare un'esecuzione brutale prima che venga rianimato e ripristinare un punto azione a tutte le unità alleate.

Grossi e temibili boss, come il Corpser, sapranno dare filo da torcere ai giocatori.

Ogni nemico infine è caratterizzato da abilità, punti di forza e debolezza specifici, e i grossi boss previsti per quest'avventura rappresentano l'apice della difficoltà. La sessione mostrata si è conclusa con una battaglia contro il Corpser, una vecchia conoscenza dal primo Gears of War, che dispone di alcune abilità intriganti. Quando si cela dietro le gigantesche zampe è immune e per poterlo ferire bisogna danneggiarle con degli esplosivi, come le granate del giocatore (il quale dovrà ben valutare se usarle per le buche o per il boss), o i lanciagranate raccolti dai boomer uccisi.

Oltre a ciò, nel corso della battaglia lancia delle mine di prossimità e occasionalmente marca una frazione dell'arena di rosso, che indica che nel turno successivo tutte le unità alleate o nemiche verranno danneggiate pesantemente da un suo potente attacco. Siamo chiaramente curiosi di vedere come saranno gestiti i diversi boss, sperando siano molteplici e validi quanto quelli classici del brand.

Concludendo con qualche appunto sul fronte estetico, l'interfaccia ci è sembrata molto pulita, intuitiva e comoda da gestire. Apprezzabile inoltre la possibilità di abilitare o disattivare gran parte delle statistiche a schermo, così da rendere il gioco fruibile sia da chi lo volesse affrontare con leggerezza, che da quei giocatori desiderosi di vedere costantemente tutti i dati necessari per il calcolo della strategia migliore.

L'insieme di tutti gli elementi sopra descritti può certamente dar vita a un apprezzabile strategico a turni ma due elementi in particolare non devono assolutamente vacillare: le boss fight e l'intelligenza artificiale. I combattimenti contro i boss han sempre rappresentato i momenti più epici della saga e anche in un titolo di questo tipo non devono essere da meno.

Il creatore delle più feroci creature è Ukkon, locusta brillante e nemico principale dei COG.

Se su questo fronte ci sentiamo tranquilli, sulla base di quanto visto è ancora presto per sbilanciarsi sull'intelligenza artificiale , considerando anche che sono presenti ben quattro livelli di difficoltà, più un ulteriore modificatore che serve a eliminare i checkpoint e a rendere la campagna ancora più ostica. Le abilità e le meccaniche di gameplay spalancano le porte a stili di gioco differenti, ma per essere sfruttate adeguatamente è necessariamente richiesto un nemico reattivo, capace di mettere alla prova le abilità strategiche del giocatore.

Gears Tactics ci è sembrato un progetto solido, che pone sui piatti della bilancia degli elementi in grado di creare uno strategico a turni convincente, capace di espandere a dovere l'universo narrativo di Gears. D'incognite ce ne sono ancora parecchie, per il momento però non possiamo che ritenerci soddisfatti di quanto abbiamo potuto vedere, e non ci resta che rimandare il verdetto finale alla recensione.

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A proposito dell'autore
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Manuel Santangelo

Contributor

Manuel inizia in tenera età sulla prima Playstation, per poi spostarsi su PS2 e Xbox. Appassionato di sparatutto, s'affeziona a titoli quali Halo e Metal Gear Solid. Apprezza quasi ogni genere e negli ultimi anni inizia a creare contenuti su YouTube, anche per Eurogamer.it.
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