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God of War III

Kratos, ancora più cattivo.

È un tipo poco raccomandabile. Basta un'occhiata fugace per capirlo. Eppure Kratos ha avuto la forza necessaria non solo di imporsi quale una delle più memorabili icone videoludiche degli ultimi anni, ma è anche stato in grado di elevare il genere action su livelli mai raggiunti prima. Pensando alla scorsa generazione, i paragoni con il Ninja Gaiden di Tecmo erano più che leciti: entrambi sono infatti mirabili esempi del genere nelle sue più riuscite rappresentazioni. Ma quello è un discorso che si può accettare solo tenendo in considerazione il gameplay e il comparto tecnico, perché qualora volessimo anche solo idealmente accostare i due titoli in merito a trama, ambientazioni, carisma dei protagonisti e levatura dell'impianto narrativo, be', è chiaro che il ninja di Itagaki san ne esce fuori con fratture multiple e arti mozzati. Rimane misericordiosamente intatta la lingua, giusto per consentirgli di implorare pietà ai piedi del solo e unico "dio della guerra".

Inutile perdersi in pleonastici giri di parole: Kratos è senza alcun dubbio il più accattivante, brutale e arrogante bastardo mai visto in un videogioco. Il suo ego smisurato, la sua implacabile sete di vendetta e la sua abilità nel rendere ogni scontro uno spettacolo pirotecnico senza eguali hanno definitivamente assicurato alla serie God of War un posto d'onore in quel variegato "olimpo" che è il cuore di ogni videogiocatore. Mitologico è non solo il setting di riferimento del brand, ma anche lo spirito del suo indomabile protagonista, che ha osato sfidare il mondo intero e le sue divinità.

Personalmente ritengo che il fascino emanato da Kratos dipenda, più che dalle sue impareggiabili doti di guerriero, dalla sapiente marcatura psicologica delineata dagli sviluppatori nel corso dei tre giochi usciti sino ad ora. Il dio della guerra non poteva essere (e non è stato) un "eroe" nel senso comune del termine. Tanta ottima letteratura ci ha insegnato come, nonostante possa nascere da propositi ampiamente condivisibili, la vendetta sia sempre un sentimento peccaminoso, spesso e volentieri punito dal destino. E allora noi amiamo Kratos perché se ne frega altezzosamente del fato, così come delle leggi umane e divine, e porta avanti la sua personale esigenza di rivalsa con un'irruenza che nega ogni anelito di moralità. È una sorta di anti-eroe, come ben si evince dal secondo episodio su PS2, ma il giocatore non può fare a meno di stare dalla sua parte.

Qualcosa ci dice che quel mostro sta per perdere la testa. Così, a sensazione...

Icona videoludica e pezzo da novanta nel catalogo Sony, ok... ma quella che ora attende Kratos è di sicuro la sfida più ardua che gli sia mai capitata. E non parliamo di mostri deformi, titani o altre divinità iraconde. Non si scappa, ragazzi: God of War 3 dovrà essere la killer application della compagnia, quel titolo in grado di compiere trionfalmente il salto generazionale e far impennare le vendite di PlayStation 3. Sony ha disperatamente bisogno di prendersi la propria rivincita, specialmente in un difficile momento come questo in cui si ritrova per la prima volta a dover rincorrere i rivali.

Forte di meccaniche collaudate ed efficaci, il team SCE di Santa Monica sta allocando enormi risorse da spendere sul versante tecnico. L'occhio vuole la sua parte, e in questo senso GOW 3 vorrà subito mettere le cose in chiaro. D'altronde, già dalle immagini fornite alla stampa e dal trailer, presente sulla nostra Eurogamer TV, potete vedere l'evoluzione estetica della serie. Kratos non è mai apparso così dettagliato e realistico come adesso. Non si tratta solo di texture più definite, di sovrabbondanza di poligoni o di scenari quattro volte più estesi di quelli precedenti, ma parliamo di un motore grafico totalmente ricostruito per spremere a dovere i chip del nuovo hardware. Il sistema di illuminazione dinamica pone l'accento tanto sulle armi del protagonista quanto sui suoi muscoli, tesi e contratti nello sforzo del combattimento.

Ai microfoni dei nostri colleghi inglesi, il direttore artistico Ken Feldman ha sottolineato la volontà di evidenziare in ogni modo possibile la violenza e le peculiari caratteristiche del personaggio. L'intera tecnologia a disposizione del team verrà pertanto impiegata per dare a Kratos un'immagine perfettamente riconoscibile ma al contempo rinnovata dai nuovi standard estetici. "Non abbiamo voluto solo gonfiare i muscoli di Kratos. Noi vogliamo che il giocatore si senta realmente impegnato nella battaglia" ha dichiarato Feldman.

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Dario Tomaselli

Contributor

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