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Google Stadia - prova

Connessione, risoluzione, FPS e input lag: tutto quello che c'è da sapere.

Vi sveliamo un piccolo segreto: quando abbiamo attraversato i cancelli di Google per esplorare l'offerta di Stadia in lungo e in largo, eravamo a dir poco scettici. "Videogiochi in streaming? Semplicemente la tecnologia non è ancora qui", pensavamo.

Forse a causa dell'amore che proviamo verso le console o forse per semplice diffidenza, non avevamo mai creduto fino in fondo nella rivoluzione promessa dalla società di Mountain View. Invece, dopo una lunga serie di test, ci siamo sentiti come se fossimo appena usciti da un film di fantascienza, senza riuscire a scrollarci di dosso la sensazione che la next-gen sia già in mezzo a noi.

Stadia. La prima super-macchina a portare nelle nostre case i videogiochi in streaming. Niente console, niente interfacce al di fuori di una semplice app. Basta un click e ci si trova a giocare in una fluidissima risoluzione su qualsiasi dispositivo, dal televisore (in 4K) fino ad un notebook o un semplice smartphone. Si può cambiare supporto in qualsiasi momento, senza soluzione di continuità, senza sacrificare la performance, senza rinunciare alla responsività degli input. Se ce l'avessero raccontato, probabilmente non ci avremmo creduto.

Abbiamo approcciato la nuova creatura di Google con tutte le riserve del caso, mettendoci nei panni del consumatore disinteressato, concentrandoci il più possibile sulle impostazioni di rete ma, come farebbe il Digital Foundry, scavando fra i pixel con la lente di ingrandimento e passando ai raggi x ogni singolo comando immesso. E la prima, grande notizia è che Stadia gira in 4K sfruttando 35 mega in download. Non ci credete? Beh, allora sappiate che gli stessi risultati si ottengono quando il download tocca i 30 mega, seppur con qualche impercettibile singhiozzo.

Abbiamo testato Stadia su tre dispositivi diversi. L'esperienza migliore, a nostro avviso, è quella su TV attraverso Chromecast Ultra.

Ma partiamo dal principio. Ci siamo trovati a tu per tu con Stadia totalmente liberi di fare qualsiasi cosa volessimo, in compagnia di una connessione wi-fi da 1 gigabit costantemente monitorata, di un TV Full HD con Chromecast, di un laptop Windows 10 e di uno smartphone Google Pixel. Per accedere al marketplace di Stadia, per prima cosa bisogna creare un account sull'app ufficiale, dopodiché è possibile navigare nell'interfaccia attraverso ciascuno dei sopracitati dispositivi.

Per raggiungere Stadia da laptop è sufficiente avviare Chrome e connettersi al mirror web, la versione mobile è integrata nell'applicazione, mentre sfruttando il controller è possibile esplorare la libreria direttamente da Chromecast. Se nelle versioni PC e mobile è possibile interfacciarsi attraverso mouse e tastiera o un qualsiasi controller, compresi quelli Xbox One e PS4, la gestione dell'app Chromecast è riservata esclusivamente al pad proprietario, e se ne possono connettere fino a 4 contemporaneamente per un efficace esperienza multiplayer locale.

Il pairing del gamepad è semplice e immediato, così come il layout dei pulsanti, ed il tasto centrale è più che mai reminiscente di quello incontrato sui controller Xbox One: dopo una semplice pressione è possibile accedere al menù di Stadia per chiudere il titolo in esecuzione, tornare alla libreria o modificare le periferiche. Cambiare dispositivo, invece, è l'operazione più naturale del mondo. È sufficiente posare il controller, spostarsi di fronte al PC o estrarre il telefono per poi cliccare "play" e riprendere dall'esatto istante in cui si era interrotta la partita.

Mortal Kombat 11 in 4K a 60 fps su Stadia è incredibile. Ma ancor più impressionante è la totale assenza di input lag nei comandi.

La navigazione user friendly mantiene la promessa fatta da Google in quel di aprile: "basta premere un tasto e ci si trova dentro il gioco". Accade proprio così: la schermata home di Stadia non è altro che un elenco di titoli non dissimile dal layout che abbiamo imparato a conoscere grazie a Netflix. Una volta dentro, basta scegliere una copertina e il gioco è fatto.

Anche se non abbiamo potuto esplorare il marketplace in cui acquistare i giochi, siamo riusciti a farci un'idea più che mai precisa di Stadia mettendo sotto torchio non solo Gylt, prima esclusiva della piattaforma sviluppata da Tequila Works, ma soprattutto Mortal Kombat 11, Destiny 2 e Shadow of the Tomb Raider. Insomma, una line-up praticamente perfetta per rispondere a qualsiasi genere di dubbio.

Mortal Kombat 11 è stato uno dei pochi titoli della generazione a poter vantare i 60 fps granitici su tutte le piattaforme, Shadow of the Tomb Raider è una piccola perla tecnica in 4K, mentre Destiny 2 è uno sparatutto always-online in cui ogni minima oscillazione tecnica potrebbe penalizzare il gameplay. Proprio per questo motivo, abbiamo pensato di suddividere l'analisi di Stadia a seconda del gioco in esecuzione, per andare a trattare più nel dettaglio ciascuna sfaccettatura dell'offerta.

Shadow of the Tomb Raider è incredibile anche su smartphone. Di fatto, l'esperienza in 4K su TV con Chromecast è inferiore solamente alla versione PC con Ray Tracing attivato.

A dispetto di quel che si potrebbe pensare, Mortal Kombat 11 è di gran lunga il titolo più pesante e "demanding" fra tutti quelli analizzati. Il costante mantenimento dei 60 fps, unito alla risoluzione in 4K e alla necessità della totale assenza di input lag, fa schizzare il consumo di banda vicino al limite dei 40Mbps. Del resto, stiamo parlando del re dei picchiaduro pubblicati nel 2019, un prodotto che fa di responsività, fluidità e resa estetica i suoi più grandi cavalli di battaglia.

In ogni caso, il consumo di banda è dinamico, e non c'è sede migliore per ricordarvi che tutti i titoli Stadia possono girare in 720p a 30fps con una semplice 10Mbps, mentre in 1080p a 60 fps con una 20Mbps, senza dubbio la connessione più diffusa del paese. Nel nostro caso, siamo rimasti saldamente ancorati al 4K a 60 fps durante l'interezza della prova, mantenendo costantemente sott'occhio un consumo che non ha mai oltrepassato i 40Mbps e che ha registrato i picchi più elevati proprio durante l'esecuzione di Mortal Kombat.

Eravamo particolarmente interessati al picchiaduro di NetherRealm per sciogliere ogni dubbio riguardo l'immediatezza degli input. Alla prova dei fatti, l'esperienza è esattamente identica a quella che abbiamo recentemente saggiato su Xbox One X. Durante il test abbiamo chiesto a un dimostratore di connettere un controller al ChromeCast per sfidarci in un sempreverde kombattimento versus, mettendo in scena un Cassie Cage contro Raiden che era la perfetta fotocopia del multiplayer locale su console. Sono risultati che parlano chiaro: l'ecosistema di Stadia si piega alle pur elevate esigenze tecniche del genere picchiaduro.

Anche se Destiny 2 in 4K è spettacolare, l'elemento che più ci ha colpiti è la totale assenza di caricamenti in un titolo che, nelle versioni console, ne è pieno zeppo.

Un paio di click e ci siamo buttati direttamente su Shadow of the Tomb Raider, titolo di Square-Enix che abbiamo scelto come banco di prova per analizzare la risoluzione su tutti i dispositivi. Proprio per questo motivo, abbiamo avviato una nuova avventura nella città messicana di Cozumel direttamente dallo schermo dello smartphone. Considerando che sul mercato si trovano smartphone 4K al di sotto dei 400 euro, è possibile che la straordinaria qualità offerta da Stadia trasformi questo genere di fruizione nella norma per tantissimi videogiocatori, non appena la feature sarà più rodata e disponibile anche al di fuori di Google Pixel.

Non vi nascondiamo, tuttavia, che per destreggiarci fra le antiche rovine Maya su piattaforma mobile in 1080p abbiamo rischiato di perdere un paio di diottrie, ma non è assolutamente qualcosa di cui i più giovani si dovranno preoccupare. La qualità dell'immagine su TV si avvicina a quella di un PC di fascia alta, mentre la performance mobile ci è sembrata addirittura migliore rispetto alla controparte riprodotta su laptop. In effetti, non avevamo a disposizione il classico PC Ultra destinato a prove in ambiente controllato, ma un semplicissimo portatile da ufficio, non dissimile da quelli che utilizziamo tutti i giorni. Il che, del resto, rappresenta il più grande punto di forza di Stadia: tutta la fatica ricade sulla macchina di Google.

Se l'incredibile messa in scena di Mortal Kombat 11 ci ha fatto ben sperare per l'imminente arrivo di Samurai Shodown, altro titolo previsto per il lancio, Shadow of the Tomb Raider presenta una struttura che si avvicina particolarmente a quella di Assassin's Creed: Odissey. Di conseguenza, l'unica incognita del portfolio al day one resta quel Red Dead Redemption 2 che sta ancora incontrando qualche ostacolo nella sua release per PC. In ogni caso, chiudendo l'applicazione su TV in 4K, abbiamo preso coscienza di una disturbante realtà: l'avventura di Lara Croft vissuta su Stadia attraverso Chromecast annichilisce la controparte per console mid-gen.

L'elemento che più interessa al pubblico è la connessione: si parte da 10 Mbps per raggiungere 720p a 30 fps fino ad una raccomandazione di 30-35 Mbps per toccare 4K a 60 fps.

Il titolo che più di ogni altro ci ha impressionato, tuttavia, è Destiny 2 di Bungie, disponibile gratuitamente con abbonamento Stadia Pro. Non si tratta della qualità dell'immagine, della responsività dei controlli da FPS o del framerate, che sono in parity con la versione PC. I tempi di caricamento, infatti, sono quasi inesistenti. Chiunque abbia creato il suo primo Guardiano su console conosce piuttosto bene il carico del prodotto: nelle versioni standard, capita di assistere a corposi loading-screen persino quando si tenta di accedere ai menù per cambiare un'arma, figuriamoci viaggiando fra le diverse destinazioni.

Avviando l'ultima espansione Shadowkeep su Stadia, dalla schermata del titolo fino all'istante in cui si tocca una superficie planetaria trascorre solamente una manciata di secondi. Gli input sono immediati, il feed dei colpi è perfetto, i menù sono istantanei. Per completezza, ci siamo confrontati anche con la versione laptop in modo da testare il feeling con mouse e tastiera, tentando "flickshot" ambiziosi e scoprendo un'esperienza pulita quanto la "classica" variante PC, persino nelle fasi più concitate dell'azione.

Anche se non abbiamo potuto avvicinare nessuna modalità multiplayer online, quella di Destiny 2 è un'esperienza che, pure fra le più semplici delle attività, si svolge su un'infrastruttura di server dedicati alla piattaforma. Certo, non ci sarebbe spiaciuto lanciare qualche Super in Crogiolo o sfidare un avversario online su Mortal Kombat, ma il comparto multigiocatore di Google, sulla carta, dovrebbe essere uno fra gli elementi più solidi dell'intero pacchetto.

Gylt di Tequila Games è la prima esclusiva di Stadia, un survival horror per tutte le età.

Passando oltre, il nostro primissimo contatto con Stadia si è svolto fra i corridoi della scuola di Gylt, esclusiva sviluppata da Tequila Works, un piccolo studio spagnolo che è salito agli onori della cronaca attraverso la release di Rime. Inutile dire che, data la natura del progetto, non eravamo granché interessati alle velleità tecniche, quanto più alla qualità del titolo. E Gylt è stato capace di sorprenderci, non solo grazie ad atmosfere che sembrano pescate direttamente da un film di Tim Burton, ma soprattutto per merito di un gameplay ambizioso che mira ad avvicinare la tipica esperienza del survival horror alle esigenze di tutte le età.

Il paragone più semplice che potremmo fare è quello con Luigi's Mansion, ma c'è da dire che l'horror giocoso del fratello di Mario è molto meno inquietante rispetto alla scuola abbandonata dei ragazzi di Tequila Works. Attraverso questa release Google dimostra di mantenere salda l'attenzione nei confronti degli studi indipendenti, anche perché, come da copione, durante l'esecuzione di Gylt Stadia si comportava esattamente come avrebbe fatto una console high-end.

Parlando di esclusive, non possiamo non menzionare quello che probabilmente rappresenta l'unico neo dell'offerta Stadia. Gylt sarà infatti l'unica produzione proprietaria a fare capolino nel pacchetto di lancio del 19 novembre, e nei mesi a venire interverranno a fargli compagnia solo Orcs Must Die 3 e Get Packed. Sappiamo tutti che Jade Raymond sta guidando Stadia Games and Entertainment con lo scopo di creare nuovi contenuti originali, ma produzioni first party ed esclusive di peso continuano a latitare.

La line-up di lancio di Stadia non è particolarmente ricca. Si tratta di uno fra i pochi nei del progetto.

Allo stesso modo, il roster di soli 12 titoli previsti per il lancio ci è sembrato più che mai contenuto, specialmente dopo aver toccato con mano quelle che sono effettivamente le capacità di Stadia. È del tutto plausibile che Google stia attendendo di aver per le mani versioni impeccabili dei prossimi giochi in uscita, ma le straordinarie prestazioni raggiunte dalle opere presenti in libreria sono state più che sufficienti per fugare ogni dubbio riguardo la qualità della piattaforma, invogliandoci a vedere sempre di più.

Insomma, al netto di poche riserve limitate alla line-up, l'incontro con Stadia è riuscito a cambiare completamente la nostra prospettiva. In tanti si chiedono se il gaming in streaming sia destinato a prendere definitivamente il posto delle console, ma per rispondere a questa domanda servirebbe una sfera di cristallo.

Quel che è certo, è che il progetto di Google sembra fantascienza: funziona a meraviglia, si adegua alle esigenze di qualsiasi connessione internet e rappresenta un metodo del tutto nuovo per consumare videogiochi. Stadia è letteralmente incredibile e, a giudicare da tutto ciò che abbiamo potuto vedere, gli altri attori del mercato farebbero meglio ad adeguarsi il più velocemente possibile.

Avatar di Lorenzo Mancosu
Lorenzo Mancosu: Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.
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