Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

Gravity Crash

Pronti per il retro-allunaggio?

Tra gli indubbi meriti dell'attuale generazione di console, vi è certamente quello di aver riportato in auge videogame dal sapore deliziosamente old school: tra Wiiware, PSN e Live Arcade, è tutto un fiorire di sperimentazioni "da sala", e persino vecchie glorie sull'orlo del dimenticatoio stanno vivendo una seconda e inattesa giovinezza grazie alle possibilità del digital delivery.

E così, tra un Super Stardust HD ed un Pacman Championship Edition, lo spirito arcade è oggi più forte che mai, con piccoli grandi cult venduti per pochi Euro, spesso pronti a fare concorrenza alle esose produzioni full price.

Gravity Crash punta allora a essere un altro must have destinato a fare sensazione: inserendosi nell'evidente scia del successo di Geometry Wars, Just Add Water ha concepito uno shooter (in esclusiva per PS3) destinato a conquistare i cuori dei tanti aficionados dei rutilanti eighties.

Sebbene la tentazione di identificarlo come mero clone della creatura Bizarre Creations sia sulle prime piuttosto forte (complice anche e soprattutto la grafica 2D vettoriale), vale la pena di concedere a Gravity Crash una chance: entro un paio di stage vi accorgerete delle particolarità che rendono lo sparatutto Sony un prodotto unico e a sé stante, lontano dalla triste fotocopia incentrata sul me too.

Il dirompente arsenale a vostra disposizione vi aiuterà ad allestire coreografici fuochi d'artificio vettoriali a 1080p.

L'azione di Gravity Crash si differenzia infatti dalla brutale repentinità da "survival shooter" di Geometry Wars: non soltanto i ritmi sono nello specifico più compassati e blandi, ma l'enfasi è interamente posta sull'esplorazione e sulla raccolta ossessivo-compulsiva di 'collectible'.

Al comando di una navicella stilizzata dovrete avventurarvi per un cosmo dalle tonalità fluorescenti, districandovi tra stage sempre più labirintici e complessi (il level design ricorderà vagamente un'evoluzione un po' arzigogolata di certi schemi di Worms...) e avversari agguerriti pronti a interrompere prematuramente la vostra carriera di retronauti.

Al di là delle interessanti possibilità di customizzazione (dalla scelta degli attacchi alla gestione dei preziosi scudi energetici), sono comunque indubbiamente i controlli a conferire un carattere particolare a Gravity Crash: come suggerisce il titolo stesso la gravità farà la parte del leone, con un evidente effetto inerzia che condizionerà tanto le vostre manovre quanto il comportamento dei proiettili.

Per trionfare dovrete allora imparare a pensare e a muovervi come il gioco impone, calcolando opportunamente le traiettorie migliori (perché giusto per aggiungere una sana spruzzata di strategia, il carburante non sarà infinito...) e considerando sempre e comunque la reattività deliberatamente ridotta del mezzo.

Non mancheranno diavolerie quali cannoni di ogni tipo, missili a ricerca e creature subacquee...

Gravity Crash è un prodotto certamente curato: la grafica seppure derivativa ha il feeling giusto, la colonna sonora accompagna l'azione creando un'atmosfera gustosamente old style e, in generale l'impressione è quella di un progetto solido e tutt'altro che improvvisato.

Discorso questo valido specie se ci si sofferma su extra destinati a incrementare la già notevole longevità quali il multiplayer e il ricco editor dei livelli).

Purtroppo però sembra inspiegabilmente mancare quel quid in più, capace di trasformare un videogame in un'irrinunciabile droga legalizzata: latita nella fatica di Just Add Water quel fattore X in grado di creare dipendenza, instaurando le perverse dinamiche da "un'altra e smetto" che contraddistinguono i grandi classici arcade.

Il risultato è insomma uno shooter onesto e profondo, che divertirà i nostalgici alla ricerca di qualcosa di nuovo senza però entusiasmare o scaldare il loro cuoricino 8-bit: non sarà un nuovo Apollo 13, ma nemmeno quel grande passo per la retro-umanità che sarebbe forse stato lecito attendersi.

6 / 10