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Gray Matter

Non c’è trucco, non c’è inganno…

Il 2010 per gli avventurieri passerà alla storia come l'anno del ritorno dei grandi profeti del passato: dopo Ron Gilbert con DeathSpank, il Natale ci ha regalato la felice sorpresa di un nuovo titolo di Jane Jensen, storica autrice del mondo dei videogiochi.

Chiunque abbia un minimo di storia alle spalle, non può non ricordare con una certa nostalgia la sua trilogia di Gabriel Knight, un vero e proprio punto di riferimento sia dal punto di vista tecnico che evolutivo per il genere delle avventure grafiche.

Potete ben capire pertanto che l'attesa per questo Grey Matter fosse alquanto elevata, considerando anche che lo sviluppo di una versione console aveva in qualche modo preoccupato i puristi, ansiosi di trovarsi di fronte a una potenziale delusione.

I più attenti, ben consapevoli del background della designer statunitense, avevano comunque da tempo il cuore in pace: la propensione narrativa della Jensen è infatti una garanzia, e d'altronde la valutazione finale di Gray Matter conferma quanto era ipotizzabile fin dal principio.

La casa del Dr. Styles non promette niente di buono...
La cura riposta nella realizzazione delle ambientazioni è encomiabile.

Ma veniamo a noi. Protagonista di questa avventura grafica è Sam Everett, un'aspirante illusionista sulle orme di un'associazione segreta denominata Daedalus Club, una specie di setta formata dai più importanti maghi di tutto il mondo. In questa sua ricerca, a causa di un guasto alla moto, la nostra si trova costretta a fermarsi nei dintorni di Oxford, più precisamente nei pressi della magione del Dr. Styles.

Da qui il suo destino e quello del misterioso neuropsichiatra cominciano a intrecciarsi, in un susseguirsi di colpi di scena, misteri e aumento di climax che porteranno ben presto la storia su binari inaspettati, con risvolti che sapranno coinvolgere anche i giocatori più navigati.

Il titolo è suddiviso in otto capitoli, ognuno dei quali presenta una serie di obiettivi da portare a termine e che complessivamente andranno ad accompagnare lo svolgimento di due filoni principali: il primo dedicato alla ricerca del famoso club citato poc'anzi, il secondo teso a sciogliere l'alone di mistero che circonda la vita e i lavori dell'enigmatico professore.

Come questi due spunti narrativi andranno a intrecciarsi lo lascio immaginare alla vostra fantasia, sappiate però che nel corso dell'avventura vi verrà chiesto di vestire anche i panni del Dr. Styles, in momenti in cui le sensazioni di straniamento e di instabilità raggiungeranno i loro vertici più alti.

D'altronde, dove da sempre la Jensen mostra tutta la sua abilità è nella costruzione di un contesto narrativo d'eccezione, nella realizzazione di architetture dove ogni personaggio viene costruito così da risultare l'ingranaggio di un meccanismo in grado di non perdere un colpo.

Anche il plot si distingue in un contesto generale dove da tempo vengono riciclate perennemente le medesime tematiche, piatte riproposizioni di argomentazioni usate e abusate. La scrittrice statunitense va infatti a toccare con cognizione di causa i territori della neuropsichiatria, con spunti e idee che non dubito verranno ripresi nei prossimi anni.

Il trailer di Gray Matter.

Arrivati a questo punto, chi mastica pane e avventura da diversi anni si starà chiedendo quanta "ciccia sia attaccata all'osso", ovvero quanto il gioco vada al di là di un contesto narrativo che, come abbiamo detto, risulta sicuramente importante.

Le risposte sono più che positive: il campionario classico di enigmi e di combinazioni di oggetti è riproposto anche in Gray Matter, ma questa volta è calato in un contesto logico capace di raggiungere un equilibrio eccellente fra le informazioni da fornire al giocatore e la sua necessità di avere una certa libertà di azione.

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Gray Matter

Xbox 360, PC

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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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