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Greenland - recensione

Mai rinunciare alla linea fissa.

In quanti modi ci possiamo estinguere? Non c'è che l'imbarazzo della scelta, e in questi mesi ne abbiamo avuto un microscopico esempio. In generale però le cause più spettacolari sono legate a fenomeni naturali, catastrofi provenienti dal centro del nostro pianeta, scrollatine della superficie, sommovimenti oceanici o minacce provenienti dallo spazio. Non a causa di vagheggiati alieni ma di ben più concreti "sassi" che viaggiano spesso molto vicino a noi, destando comprensibile preoccupazione, ma finora ci è andata sempre bene.

La storia raccontata in Greenland si snoda lungo due direttrici ben note: un protagonista dalla faccia virile e onesta, che però ha una famigliola in crisi per qualche torto che sapremo più avanti, moglie bella e onesta (e sportiva, che vedremo essere utile), con figlioletto tenero e amatissimo, purtroppo già afflitto da diabete (che provocherà una svolta narrativa). E una cometa che viaggia lassù, ma stiamo calmi che non ci passerà neanche vicino. In base alla versione più impietosa della legge di Murphy, tutto quello che potrà andare storto, lo farà.

Nessuno vorrebbe riceve telefonate di allerta nazionale.

La coda della cometa sparpaglierà sulla Terra migliaia di frammenti, dai più piccoli ai più grandi, che semineranno morte e distruzione, in attesa del macigno definitivo che annienterà gli umani come a suo tempo i dinosauri. Il Governo lancia un'allerta su un numero limitato di cellulari, per radunare un predeterminato campionario di umanità, selezionato in base all'utilità dei vari membri (astenersi intellettuali), e spedirlo in luoghi sicuri, da cui ricominciare in caso di catastrofe totale. Queste basi sicure si trovano nel sottosuolo della Groenlandia (da cui il titolo del film). Per quanto riguarda i non eletti, la maggior parte si abbandona ai comportamenti che siamo abituati a vedere in questo genere di film, con punte di carogneria simmetricamente accompagnate da azioni altruiste ed eroiche.

Quelli che si accorgono della manovra governativa, comprensibilmente indignati, si comportano anche peggio. Fra mille drammatici contrattempi, la famigliola, messi da parte i risibili attriti precedenti, affronterà ogni ostacolo in nome dell'amore che in fondo lega i tre personaggi, tirando fuori il meglio che ciascuno di loro può impiegare. Ce la faranno o finirà come in Deep Impact? Perché è inevitabile mettersi a pensare a tutti i film su catastrofi naturali o provocate dall'uomo, che abbiamo visto negli anni, di un genere molto amato dal cinema perché capace di regalare momenti spettacolari.

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Non siamo così anziani da aver visto La fine del mondo di Abel Gance del 1931, ma in seguito tanti ce ne sono stati e, per limitarci ai pericoli che arrivano dallo spazio, ricordiamo qualche titolo come Meteor, roba anni '70 con Sean Connery, il testosteronico Armageddon e il trattamento d'autore di Lars von Trier con il suo Melancholia. E aggiungiamo pure l'isolita commedia sentimentale Cercasi amore per la fine del mondo, minimalista e malinconica. A modo suo Greenland ricorda anche 2012, disaster movie di Roland Emmerich, con cui condivide alcuni temi, anche se in quella storia la distruzione arrivava però dal nostro stesso pianeta e non dall'esterno.

Come si reclamizza nei manifesti, il film, che ha qualche produttore in comune con la serie di film John Wick, è diretto da Rick Roman Waugh, ex stuntman passato alla regia, già con Butler nel pessimo Attacco al potere 3. La sceneggiatura è di Chris Sparling, che ci ha dato cose più interessanti, come Buried, The Atticus Institute, La foresta dei sogni.

Gerard Butler è l'interprete ideale per questi ruoli, ancora ben tenuto fisicamente ma senza eccessi edonistici, un serio professionista, un padre di famiglia affidabile, un marito ancora molto innamorato, un uomo sensibile a rovelli etici. Così averne. Morena Baccarin fin dai tempi di Firefly, Stargate e Homeland è la donna bella ma non pupattola. Il piccino indifeso è Roger Dale Floyd. Nel ruolo del padre di lei, burbero suocero di Gerard, compare l'ormai grinzosissimo Scott Glenn (80 anni), veterano dai molti film d'azione.

La natura distrugge come e più dell'uomo.

Più che in altri film di questo genere, questa volta si sottolinea come a far peggiorare l'imprevedibile situazione non siano le Autorità (che in fondo e sotto enorme pressione cercano di mettere in atto al meglio un piano ovviamente mai testato prima), ma sia il comportamento delle masse che oltre ai soliti scontati saccheggi e alle fughe irrazionali verso il nulla, visti sullo sfondo di altre storie simili, tirano fuori in un batter d'occhio il loro peggio, lasciando intuire come in un attimo si finirebbe come in The Road o L'ombra dello scorpione.

Quindi Greenland si lascia vedere come tanti film di questo tipo, che mettono in scena eventi improbabili (si spera) ma non del tutto, dove di sicuramente prevedibile c'è il comportamento dei cosiddetti "esseri umani". Che in continuazione si dicono "andrà tutto bene", suscitando oggi più che mai il sarcasmo degli spettatori. Ma del resto che dovrebbero dirsi, "ricorda che devi morire"? Un po' di ottimismo anche in extremis è lecito. Il film sarà nelle sale cinematografiche, su grande schermo, dall'8 ottobre.

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A proposito dell'autore

Giuliana Molteni

Contributor

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