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Halo: Reach

Se funziona, non toccarlo!

Com’è, come non è, alla fine seguendo le indicazioni di alcuni contadini asserragliati in un capanno ci troveremo faccia a faccia con i Covenant, i quali, tolta l’aggiunta di qualche nuova unità, sono sempre gli stessi coi quali ci confrontiamo dal lontano 15 novembre del 2001, data in cui uscì il primo capitolo della serie.

Le dinamiche di combattimento cui possiamo assistere durante questo primo scontro sono le solite, così come le armi che abbiamo (al momento) a disposizione. Stesso discorso anche per l’immancabile sezione a bordo di un veicolo, una jeep nel nostro caso, che tolto un look più ‘primordiale’ (in fin dei conti siamo pur sempre in un prequel) si dimostra uguale a se stessa, sistema di controllo e fisica inclusa.

Gli sviluppatori però hanno esplicitamente puntato il dito sul fatto che nel corso della storia incontreremo nuovi nemici e avremo a disposizione nuove armi e nuovi veicoli. Non resta quindi che sospendere il nostro giudizio in attesa della versione recensibile.

Un'immagine presa dalla modalità Firefight.

Inutile dirlo, però, Halo è ormai diventato il gioco multiplayer per definizione, per cui non è solo al singleplayer che dobbiamo guardare. Sotto questo fronte c’è da dire che Bungie sta cercando di portare sui nostri schermi il prodotto più rifinito possibile, con la presenza di un sistema di matchmaking ancora più efficace e l’introduzione di configurazioni definite “social”, che ci permetteranno di giocare con chi vogliamo, costruendo un team con chi ha i nostri stessi gusti. Ovviamente, il multiplayer sarà non solo cooperativo ma anche competitivo, sebbene relativamente a questo punto di vista non ci sia stato fatto vedere nulla.

Sempre all’insegna della customizzazione dell’esperienza di gioco, vi sono altri due elementi che meritano di essere descritti: l’Armeria e la Forgia. La prima altro non è che un sistema di ricompense pensato per distinguere il nostro avatar dagli altri. Qualsiasi cosa si faccia in Halo: Reach (tanto in single player quanto in multiplayer) ci farà guadagnare dei punti, i quali serviranno poi per acquistare elementi tra i quali elmetti, spalline, pettorali, polsiere e ginocchiere (ma anche set di voci) coi quali personalizzare il nostro avatar.

Una bella foto di gruppo per il Team Noble.

Non solo: man mano che raccoglieremo punti saliremo di grado, il che sbloccherà nuovi elementi dell’Armeria. Il risultato è che i giocatori più esperti potranno andare in giro agghindati in modi impensabili per i comuni mortali, ricalcando in questo le dinamiche tipiche di molti MMO, quando si vedono i membri delle gilde pro fermi in mezzo a una piazza per farsi ammirare avvolti nella loro esclusivissima armatura.

La Forgia cui accennavo poco sopra è invece un potentissimo editor di mappe e di oggetti, già introdotto in Halo 3, che torna in Reach potenziato permettendo ai giocatori di creare o personalizzare le mappe multiplayer, modificando, aggiungendo o rimuovendo armi, obiettivi ed edifici.

Bungie ci mostra i risultati ottenbili col map editor The Forge 2.0.