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Razer Onza Tournament Edition - recensione

Razer ci mette del suo anche in un joypad.

Non è finita qui: occorre ruotare il pad sul davanti e osservarlo attentamente per accorgersi della terza differenza sostanziale con un joypad tradizionale ovvero la pulsantiera dorsale sopra i grilletti analogici che raddoppia i due tasti per ogni lato permettendovi di assegnare loro funzioni supplementari. Parliamo di quelle dedicate in genere al D-pad o ai pulsanti, notoriamente scomodi, integrati nelle levette analogiche.

A proposito del D-pad, quello dell'Onza Tournament Edition si distingue da quanto fatto da Microsoft con la sua croce direzionale: al posto di un'unica piattaforma che alla pressione si inclina in otto direzioni diverse, troviamo quattro pulsanti gestibili singolarmente. Ottimi quando usati per selezionare le armi o per altre funzioni, molto meno performanti quando utilizzati in sostituzione della levetta analogica sinistra, soprattutto nella gestione delle direzioni diagonali.

I tasti della pulsantiera sono retroilluminati, giocando al buio fanno effettivamente la loro bella figura.

Poiché questo non accade molto spesso, la scelta si può considerare parzialmente giustificata ma è chiaro che Razer non ha riposto molta considerazione nell'uso del D-Pad per quegli usi alternativi che possono rendersi necessari in determinate condizioni di utilizzo.

La scelta tecnica della croce direzionale ridotta a un semplice tasto funzione quadruplo e poco più è forse l'unico difetto degno di nota di questo joypad. I più attenti tra voi si chiederanno del perché non abbia messo tra le mancanze il fatto che questo prodotto sia disponibile soltanto in versione filo e la risposta è semplice: Microsoft non vuole che i pad di terze parti abbiano la feature wireless al pari dei propri.

L'assenza della funzionalità wireless deve essere tenuta in considerazione ma obiettivamente non si può imputare a Razer, cui è stata preclusa per ragioni commerciali piuttosto ovvie (chissà la faccia dei tecnici Microsoft quando si sono trovati di fronte il primo prototipo per l'approvazione e hanno smanettato con gli stick analogici regolabili).

A compensare parzialmente questa mancanza troviamo un filo piuttosto lungo, perfetto per il giocatori PC e per chi si siede abbastanza vicino alla propria console. Se invece la vostra posizione sul divano supera il metro e mezzo o i pad con il filo vi fanno venire l'orticaria, allora dovrete giocoforza rimanere fedeli a Microsoft.

Una visuale complessiva dell'Onza Tournament Edition, da cui si notano i doppi pulsanti dorsali configurabili.

Ed è un peccato, perché le tre feature principali dell'Onza (regolazione della sensibilità delle levette, tasti ultrasensibili e pulsantiera frontale allargata) stracciano senza appello quelle fornite di serie da Microsoft, rendendo questo prodotto un must per chi non abbia particolari esigenze di mobilità ma molte di prestazioni e per farlo è disposto a spendere pochi soldini in più.

Già, ma quanti? Se pensiamo che un pad originale per Xbox360 con cavo non si trova a meno di 35 euro, ecco che i cinquanta richiesti da Razer si trasformano in un ottimo motivo per preferire l'Onza TE a quelli standard, visto che la differenza di quindici euro è compensata dai pregi che abbiamo appena elencato. Se alla stessa cifra fosse stata disponibile anche la versione wireless, sarebbe stato una scelta obbligata per chiunque, che avremmo corredato con un nove più che meritato in pagella.

Tuttavia, anche in questa configurazione il valore assoluto degli sforzi di Razer è evidente. Inoltre, se siete al verde sappiate che per quaranta euro è possibile trovare la versione liscia di questo pad denominata semplicemente Razer Onza. Per dieci euro in meno vi giocate però le levette analogiche configurabili, la retroilluminazione e il cavo rivestito.

Fate come volete, ma perdere la possibilità di aumentare la propria kill-ratio per una simile differenza dovrebbe farvi vergognare anche solo di averci pensato...

8 / 10