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Harry Potter e i Doni della Morte – Parte I: il Videogioco

Manca giusto la Normandy…

Non sarà però solo il nostro Mantello a ricordare al mondo che siamo Harry Potter: avremo infatti a nostra disposizione anche intrugli rispondenti quali Pozione Polisucco e Polvere Buiopesto Peruviana, nomi che possono uscire solo che dalla penna della Rowlings.

Ok, mi domanderete voi, ma quando alla fine si combatte il gioco com'è? E soprattutto, che c'entra il Mass Effect citato all'inizio?

Beh, io vi dico che succede, poi fate voi... Dunque, per prima cosa Harry Potter cresce di esperienza come in un qualsiasi RPG man mano che si prosegue nel gioco e si completano gli obiettivi o si uccidono i nemici.

In secondo luogo Harry Potter ora "spara". Le virgolette sono volute perché e chiaro che non imbraccerà mai altro all'infuori della sua bacchetta magica, però il risultato finale è il medesimo: c'è l'incantesimo che lancia numerosi dardi incantati (il mitragliatore), quello invece coi tempi di recupero più lunghi che però fa danni devastanti (il lanciarazzi).

Le magie a disposizione nella mia prova erano otto, ovvero Stupefy, Petrificus Totalus, Expulso, Confundo, Impedimenta, Confringo,Wingardium Leviosa ed Expelliarmus, e indovinate un po' come si selezionavano? Bravi, con l'ormai consueto menu radiale accessibile premendo la spalla sinistra del pad.

Infine, ditemi, cosa manca al gioco di ruolo moderno che si rispetti? Dai che avete capito... un sistema di copertura! Ebbene sì, ne "i Doni della Morte" il nostro Harry Potter si nasconderà dietro alberi, tavoli e statue, sfruttando l'ambiente per difendersi.

Insomma, dopo quanto appena scritto sono sicuro che capirete anche voi le ragioni del mio accostamento, sebbene a domanda esplicita lo sviluppatore mi abbia risposto che considerata l'assenza di armi e l'utilizzo di poteri magici, sarebbe preferibile un accostamento a Bioshock.

Va comunque detto che il gioco offrirà anche una modalità pensata per il Kinect, come peraltro si era visto alla conferenza di EA a Colonia. Questa, secondo le parole di Jonathan Bunney, vicepresidente e capo della produzione di EA Bright Light Studios, e che qui riporto fedelmente, è "azione non-stop, con Harry che deve difendersi da un'orda di minacciosi nemici".

"Le sfide Kinect permettono ai giocatori di lanciare letteralmente gli incantesimi dal palmo della propria mano, senza bisogno del controller, per un'esperienza ancora più coinvolgente e profonda. Inoltre è stata implementata una modalità cooperativa che permette a due persone di combattere i Mangiamorte fianco a fianco: una novità assoluta nei giochi di Harry Potter".

Al di là dei trionfalistici proclami del buon Bunney, saremo di fronte a nient'altro che a uno shooter su binari dove l'unica cosa da fare sarà sbracciarsi per lanciare magie. Le mappe non saranno le stesse del gioco "normale", bensì più piccole: diversamente, mi è stato detto, i giocatori potrebbero arrivare molto stanchi alla fine della sessione.

Concludendo, questo primo capitolo di Harry Potter e i Doni della Morte si propone come un'onestissima "total conversion" di uno dei tanti TPS presenti sul mercato, capace di offrire un prodotto tutto sommato coerente col target di riferimento.

Il pubblico che andrà a vedere al cinema l'ultimo episodio della serie, infatti, non sarà più quello pre-teen de La Pietra Filosofale del 2001; al contrario, sarà composto da piccoli uomini e piccole donne cresciuti assieme a Daniel Radcliffe ed Emma Watson, che non avranno problemi a godersi un lungometraggio contraddistinto da un nome alquanto inquietante.

È a questo target cui il gioco è mirato e di conseguenza la scelta di EA Bright Light Studio di optare per il gameplay più alla moda del momento pare sensata. Con buona pace, però, di quella ricerca dell'originalità che la Rowlings ha perseguito in questi anni nei propri libri.

Harry Potter e i Doni della Morte Parte 1: il Videogioco sarà disponibile questo autunno per Xbox 360, PlayStation 3, Wii, Nintendo DS, PC e cellulari.