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Harvest Moon - review

Voglio andare a vivere in campagna.

La serie di Harvest Moon è uno degli emblemi di come i videogiochi possano essere magnetici e delicati, adatti ad ogni palato, senza per forza mettere in mezzo violenza, armi ed azione. Il prodotto Natsume riesce infatti a catturare grazie alla sua semplicità, fatta di piccoli delicati gesti quotidiani che accompagnano l'inesorabile scorrere del tempo. Il tutto è infatti ambientato in un contesto agreste dove è l'alternarsi delle stagioni a scandire i vostri lavori e le occupazioni.

Nata nel 1996, la serie di Yasuhiro Wada è approdata negli anni su praticamente tutte le console, guadagnando ad ogni iterazione nuovi elementi e nuove caratteristiche. Il vero cuore di Harvest Moon è rimasto però immutato, ancorato alle prime apparizioni su Super Nintendo e GameBoy, quasi dovesse riflettere la vita agreste dei protagonisti.

La situazione iniziale della fattoria è piuttosto drammatica.

La serie di Natsume dà agli iper-tecnologici ragazzi del ventunesimo secolo la possibilità di vestire, perlomeno virtualmente, i panni di un giovane e ambizioso ragazzo, richiamato al paese natale da una pesante eredità. Il nonno del protagonista, infatti, gli ha lasciato il suo podere e la sua ambizione: quella di diventare il miglior fattore della storia. Evidentemente i suoi piani si sono interrotti piuttosto presto, dato che vi troverete di fronte ad una situazione complicata: la fattoria giace praticamente in disuso e pochi saranno gli strumenti inizialmente a vostra disposizione.

"È possibile ritrovare praticamente tutti gli elementi chiave che hanno fatto la fortuna della serie"

Questo incipit vale praticamente per tutti i capitoli della serie e la versione Virtual Console di Harvest Moon, disponibile tramite eShop su Nintendo 3DS, non fa eccezione.

Nonostante si tratti del primo episodio disponibile per una console portatile (siamo nel 1997 e il vecchio caro GameBoy domina ancora incontrastato), è possibile ritrovare praticamente tutti gli elementi chiave che hanno fatto la fortuna della serie, anche se meno raffinati ed approfonditi di quelli visti negli ultimi Grand Bazar e A New Beginning.

In questa versione di Harvest Moon manca infatti tutta la parte sociale presente negli ultimi capitoli, nei quali il giovane protagonista può visitare un vicino villaggio in modo da scambiare quattro chiacchiere coi simpatici villici, passare qualche divertente serata in compagnia di procaci fanciulle (o avvenenti contadinotti) tra le quali scegliere la propria futura sposa.

La casa si potrà ampliare ma le opzioni di personalizzazione sono ridotte ai minimi termini.

In questo Harvest Moon non c'è spazio per la futilità e quindi ogni giorno dovrà essere speso per arare i campi, seminarli e annaffiarli, in modo da riuscire ad ottenere il prodotto migliore possibile da vendere al mercato. Ogni giornata sarà dunque scandita dalla solita routine: ci si sveglia, si annaffiano le piante, si dà da mangiare alle bestie, si raccoglie tutto ciò che c'è da vendere e si torna a letto.

Alla fine di ogni anno il fantasma del povero nonno vi verrà a trovare, per valutare il vostro operato. L'unica distrazione è data da una grotta nella quale incontrare alcuni simpatici elfi o da eventi casuali che spezzeranno la routine, con personaggi che verranno a trovarvi nella fattoria.

"Questo capitolo portatile si rivela piuttosto rigido e monotono già dopo poche ore"

Se la struttura di gioco è la medesima ereditata dai capitoli più nuovi, la mancanza di varietà nel gameplay è forse la conquista migliore che la serie di Harvest Moon ha fatto in questi anni. I pochi strumenti a disposizione, la scarsità di variazione di semenze, di bestiame e di metodi per guadagnare soldi o personalizzare la propria avventura, rende questo capitolo portatile piuttosto rigido e monotono già dopo poche ore. Senza considerare che il poter portare solo due oggetti alla volta vi costringerà a tornare ogni volta al magazzino a prendere gli strumenti necessari, rendendo ancora più macchinoso il quotidiano svolgersi degli impegni.

Certo, se vi siete sempre divertiti a coltivare i vostri campi virtuali e avete sempre trovato gli elementi di contorno un'inutile distrazione, la versione per GameBoy di Harvest Moon è probabilmente il gioco più puro della serie e quindi diventa un imperativo farlo vostro grazie all'eShop del Nintendo 3DS.

In caso contrario forse sarebbe meglio attendere un episodio più recente, che sia meno rigido dal punto di vista del gameplay, che offra una maggiore scelta nelle specie coltivate e magari apporti qualche piacevole variante alla routine quotidiana, come la pesca, la raccolta o la socializzazione. Nella speranza che Harvest Moon: A New Beginning arrivi anche da noi.

5 / 10

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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