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Hearthstone - I Bassifondi di Meccania - recensione

La seconda espansione oversize per Hearthstone dell'Anno del Kraken è arrivata, e con lei arrivano numerose novità!

Che sia questo il punto della svolta di Hearthstone? Qualcuno di voi avrà notato che negli ultimi giorni il gioco ha perso il suo sottotitolo, "Heroes of Warcraft", e ha guadagnato un logo leggermente ritoccato, più pulito. Cosa significhi esattamente questo cambiamento lo possiamo solo immaginare: Hearthstone è ora più famoso di World of Wacraft oppure semplicemente non ha bisogno di essere "il figlio di" per essere riconosciuto per strada. Del resto, l'ultima volta che Blizzard ci ha detto quante persone giocano a Hearthstone abbiamo sentito "50 milioni di account". Bruscolini.

In questa sua marcia schiacciasassi da side project sottovalutato a "gioco che giocano tutti", Hearthstone non ha mai smesso di evolversi e il cambiamento più sostanzioso della sua breve storia è occorso ad aprile, con l'introduzione dei Sussurri degli Dei Antichi e della doppia modalità Standard/Selvaggio.

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Questa scissione doveva servire principalmente a offrire un ambiente di gioco equo per tutti i giocatori ed equilibrato: purtroppo, l'operazione è riuscita solo a metà, perché se è vero che i nuovi giocatori devono fare molta meno fatica per poter ottenere un set di carte competitivo, l'equilibrio del gioco è sempre abbastanza precario e tende a dominare sempre un ristretto numero di strategie.

In questo senso la scorsa mini-espansione (Una Notte a Karazhan) non ha migliorato di molto lo scenario e anzi ci è sembrata in alcuni casi un'occasione sprecata. Per fortuna che ormai la tabella di marcia di Blizzard è chiara a tutti e, dopo quattro mesi di attesa, non poteva che arrivare tra noi un'espansione "cicciosa" nonché l'occasione per mischiare (oh oh oh) le carte in tavola.

I Bassifondi di Meccania introduce diversi temi molto interessanti e probabilmente la quantità di innovazioni è anche dovuta al fatto che nel team di design ora lavorano diversi giocatori di prestigio. Innanzitutto, le classi sono divise tra tre fazioni, corrispondenti alle tre famiglie malavitose di Meccania: il Loto di Giada per Ladri, Druidi e Sciamani, la Kabala per Maghi, Stregoni e Sacerdoti e gli Sgherri Torvi per Paladini, Guerrieri e Cacciatori.

Ciascuna fazione introduce una meccanica nuova, condivisa per le tre classi: il Loto di Giada permette di evocare uno dopo l'altro dei Golem di Giada di dimensioni sempre crescenti, gli Sgherri Torvi sono dotati di carte in grado di potenziare le creature in mano e la Kabala si affida alle pozioni. Inoltre, le tre fazioni contano ciascuna su tre carte speciali che possono essere utilizzate solo dalle classi a loro affiliate: per esempio, le tre carte che recano il simbolo della Kabala possono essere usate solo per i mazzi del Mago, del Sacerdote e dello Stregone.

Cover image for YouTube videoTrailer de I bassifondi di Meccania (IT)

Oltre a questo doppio incrocio di complicazioni, I Bassifondi di Meccania recupera una meccanica di gioco introdotta con la Lega degli Esploratori, ovvero le carte che hanno effetto solo quando il mazzo non contiene carte duplicate (come con Reno Jackson). La Kabala infatti raccoglie quattro creature leggendarie (una per classe più una interclasse) che hanno effetto solo rispettando questa condizione e tutte e quattro sono decisamente interessanti: la creatura che funge da "simbolo" per l'espansione, Kazakus, arriva a creare una carta "su misura" per le nostre esigenze. Una sorta di versione più piccola, più controllabile e più efficace di Rafaam.

Gli sforzi di Blizzard di rivoluzionare il panorama, almeno del formato Standard sono evidenti. Già dal primo giorno sono emersi nuovi mazzi e nuove strategie, alcune ampiamente previste (come la rinascita del mazzo dei draghi per il Sacerdote o quella dei pirati per Ladro e Guerriero) e altre inedite.

Le carte da tenere d'occhio al momento sono tante e ve ne segnaliamo alcune: la Talpa di Fogna è una creatura economica che può essere utilizzata per disinnescare una creatura con grido d'imminente dell'avversario; il Banditore Beardo può dare vita a combo incredibili, l'Idolo di Giada può essere usato per prolungare le partite all'infinito (...evviva?); Patches è subito diventato l'eroe di grandi e piccini grazie soprattutto all'animazione con la quale entra in gioco.

In questi primi giorni di gioco, Bassifondi di Meccania ha portato una piacevolissima ventata di novità nel gioco e gli entusiasmi sono alle stelle. Facendo i conti ora, pur sapendo che in realtà si dovrebbe aspettare, sembra essere la migliore espansione "grossa" dal lancio del gioco, di sicuro quella che smuove più le acque. Siamo sicuri che si nascondano ancora numerose strategie nelle pieghe di questa espansione e ci piace sperare in un meta che non finirà per fossilizzarsi su due o tre tipi di mazzo validi.

Kazakus è forse la creatura-simbolo di questa espansione, e la sua abilità di creare una magia è sicuramente una novità interessante (anche se non particolarmente efficace).

Dovendo fare però una fotografia della situazione del gioco in questo momento, l'impressione generale è assolutamente positiva. È sicuramente utile questa "voglia di innovare" dimostrata da Blizzard, anche se ogni tanto non riusciamo a comprendere le azioni degli sviluppatori. Per esempio, la rissa speciale prevista a gennaio a tema Diablo ci sembra un'ottima idea: più modalità di gioco differenti compaiono, più si spezza il tran-tran. Per contro, la rissa eroica a 1000G che sostituisce la rissa normale ci è sembrata solo un modo per rimuovere un po' di valuta virtuale dalla circolazione in vista della nuova espansione. Espedienti tipici dell'economia virtuale, anche se probabilmente avranno ottenuto altri risultati (più visibilità grazie agli streamer?).

Insomma, pollice molto verso per I Bassifondi di Meccania. Come al solito, non possiamo parlare di un vero prodotto a sé stante, perché oggi Hearthstone è questa nuova espansione ed è impossibile dividere l'uno dall'altra. Comunque sia, se vi siete presi una pausa di recente per un motivo qualsiasi, questo è il momento buono per ricominciare a giocare.

8 / 10

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Marco Auletta

Contributor

Venticinque anni passati a perder tempo con i videogiochi, per lavoro ma anche perché un po' gli piacciono. Ha un'opinione su tutto e sicuramente finirà per farvela conoscere.

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