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Hood: Outlaws & Legends - recensione

“La nobiltà non è un diritto di nascita: è determinata dalle proprie azioni”.

Nella storia della letteratura mondiale esistono poche leggende affascinanti come quella di Robin Hood. L'idea di un nobile decaduto che si oppone alle ingiustizie rubando ai ricchi per dare ai poveri in modo da riportare equilibrio nella distribuzione delle ricchezze tra i popoli è indubbiamente un concetto intrigante che, nel corso dei secoli, ha ispirato ballate, romanzi, opere teatrali e, ovviamente, una marea di film.

Il mondo dei videogiochi, nemmeno a dirlo, non fa eccezione e conta una pletora di titoli dedicati alla banda della Foresta di Sherwood, in perenne lotta con le autorità di Nottingham e con lo spietato sceriffo, artefice di continue vessazioni ai danni dei poveri cittadini.

Proprio a questa figura mitologica è dedicata l'ultima opera della divisione di Newcastle di Sumo Digital, azienda inglese già salita agli onori delle cronache per aver lavorato su Little Big Planet 3 e Crackdown 3, tra le altre cose.

Hood: Outlaws & Legends è una IP totalmente nuova, pubblicata da Focus Home Interactive e aggiunta di recente ai cataloghi di PlayStation, Xbox e PC Windows che reimmagina il mito di Robin di Locksley in chiave gotica, ambientando la vicenda in una Britannia alternativa di fine 1200.

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Se questa premessa potrebbe farvi pensare ad un'esperienza tradizionale per giocatore singolo con un intreccio narrativo fatto e finito, dovrete ricredervi: Hood: Outlaws & Legends è solo l'ultimo di una lunga serie di Game as a Service votati esclusivamente al multiplayer competitivo che stanno letteralmente invadendo il mercato e che fa della sua indovinata ambientazione un mero sfondo per le partite online da disputare da soli o in compagnia di altri tre giocatori.

C'è da dire che la formula PvPvE di Hood non ha molti precedenti nella storia del nostro medium preferito e, almeno sulla carta, ciò potrebbe garantirgli un appeal particolare presso il pubblico giocante, perennemente conteso tra titoli always online che reclamano egoisticamente il loro tempo libero.

Il breve tutorial iniziale, che ha il semplice compito di illustrare le meccaniche di gioco e le abilità peculiari di ciascuno dei quattro personaggi controllabili, inizia a immergerci gradualmente nella struttura ludica ideata dal team di Sumo Newcastle sollevando il sipario su quella che è la modalità principale del gioco: la Rapina.

In buona sostanza, un match tipico di Hood: Outlaws & Legends si compone di tre fasi distinte con altrettanti obiettivi. In primo luogo bisogna farsi strada nelle vaste mappe proposte in modo da individuare la stanza blindata che contiene il tesoro facendo particolare attenzione a non destare sospetti tra le guardie armate che popolano il circondario.

Hood: Outlaws & Legends è un gioco multiplayer PvPvE ambientato in una versione dark fantasy della leggenda di Robin Hood.

Fin dal principio, infatti, appare chiaro che affrontare di petto gli avversari guidati dalla CPU non è una mossa intelligente dal momento che le munizioni in nostro possesso sono sempre piuttosto limitate e nel corpo a corpo è facile venire soverchiati ed eliminati. La salute, tra l'altro, non si rigenera automaticamente e può essere ricaricata solo dall'intervento di uno specifico personaggio.

La scelta migliore, dunque, è sempre quella di muoversi furtivamente sfruttando l'alta vegetazione o le coperture offerte dall'ambiente per arrivare sani e salvi alla camera blindata e recuperare lo scrigno del tesoro. Sarà di vitale importanza cercare di evitare a tutti i costi lo scontro diretto con le guardia o, al limite, cogliere l'occasione giusta per eliminarle con un colpo alle spalle ben assestato.

In tal senso va fatto un plauso all'intelligenza artificiale del gioco che, pur rispettando dei pattern di movimento a volte fin troppo prevedibili, rappresenta una sfida equa: non capita quasi mai di venire individuati da distanze eccessive o quando si è nascosti dietro ad un ostacolo, il che è già una vittoria per una produzione di questo tipo.

Una volta scoperta la posizione della camera blindata si passa alla seconda fase, quella in cui occorre trovare la chiave per aprirla e recuperarne il contenuto. Purtroppo si da il caso che questa sia gelosamente custodita nella cintura dello Sceriffo, una figura completamente bardata in una coriacea armatura che è impossibile scalfire con le nostre armi.

Muoversi in modo circospetto per evitare lo scontro con le guardie è sempre la soluzione migliore per non incorrere in una morte prematura.

Lo Sceriffo ricorda, per certi versi, il Mr.X di Resident Evil 2: una creatura imbattibile e ostinata che può uccidere il giocatore in un solo colpo. Va da sé che sarà necessario rimanere appostati nelle ombre nell'attesa dell'attimo adatto per avvicinarci di soppiatto e sottrargli la preziosa chiave.

Dobbiamo ammettere che è un avversario che incute timore e la sensazione di pericolo derivante dall'avvicinarsi ad un essere tanto potente mentre l'intera squadra conta su di noi è forse l'elemento più riuscito dell'intera produzione. Peccato che esista anche un ulteriore fase nell'economia del gameplay di Hood: Outlaws & Legends che rovina totalmente quanto di buono si sia visto fino a questo punto.

Dopo aver aperto la stanza blindata e aver preso il baule, toccherà ad uno dei quattro componenti della squadra trasportarlo fino al punto di estrazione mentre gli altri dovranno coprirne la ritirata scongiurando qualsiasi minaccia in arrivo. Proprio in questo momento, però, tutti gli allarmi presenti sul posto si attivano all'unisono, anche se siete stati attentissimi a non lasciare tracce, e l'intera legione delle guardie armate si lancerà su di voi in un battibaleno.

Non è tutto. Una volta giunti al punto di fuga due giocatori dovranno tentare di estrarre il tesoro con l'argano tramite un semplice minigioco che si basa sulla pressione ripetuta di un tasto. In questo momento, tuttavia, potrete venire assaliti dai giocatori dell'altra squadra che faranno di tutto per eliminarvi e recuperare a loro volta il tesoro (un po' come accadeva nell'Hunt: Showdown di Crytek).

Lo Sceriffo è un essere imbattibile e potentissimo. Fate attenzione a non farvi scoprire o potrebbe eliminarvi in un solo colpo.

Ma è proprio in quest'ultima fase che il castello di carte crolla completamente. I quattro personaggi inclusi nel gioco (Robin, Lady Marion, Took e Little John) sono costretti a uscire dall'ombra e a rivelare l'evidente sbilanciamento che li contraddistingue. Visto che non ci sono limiti nella composizione del team, infatti, vi capiterà spesso di ritrovarvi contro ad una compagine di Robin che possono letteralmente cecchinarvi da distanze siderali senza scoprire troppo il fianco alle contromosse oppure vi capiterà di imbattervi in quattro Took che con le loro mazze chiodate vi elimineranno in pochi secondi costringendovi all'agonia della lunga attesa tra un respawn e il successivo.

È evidente che quest'ultima fase delle partite non abbia ricevuto un adeguato periodo di playtest che avrebbe sicuramente mostrato queste importanti criticità. L'epilogo dei match, in definitiva, si riduce ad un bagno di sangue senza capo né coda, senza alcun tipo di strategia, piagato da un sistema di combattimento corpo a corpo deficitario e soprattutto poco divertente.

Certo, si può fare affidamento sulle abilità attive (come l'invisibilità di Lady Marion o le frecce esplosive di Robin) che possono cambiare le sorti dello scontro finale ma il cooldown tra gli utilizzi è davvero troppo lungo e non è sufficiente per porre rimedio ad una formula così tanto fallata. Davvero un gran peccato.

E che dire del leitmotiv di Robin e della sua banda: 'rubare ai ricchi per dare ai poveri'? Beh, anch'esso trova spazio nella ricetta di Hood: Outlaws & Legends, sotto forma di una meccanica peculiare da affrontare alla fine di ogni match. Dopo aver terminato la partita, infatti, vi verrà chiesto se volete tenere il bottino per voi o se donarlo alla comunità (e in che percentuale).

Il sistema di combattimento è forse l'aspetto meno riuscito del gioco, soprattutto nel corpo a corpo.

Nel primo caso potrete rimpinguare le vostre casse e acquistare oggetti cosmetici utili a personalizzare i personaggi mentre, nel secondo, potrete potenziare il nascondiglio in modo da sbloccare nuove armi e abilità passive. Si tratta di una trovata brillante che da una parte riflette l'immaginario alla base del mito di Robin Hood e dall'altra garantisce una libera interpretazione al vostro percorso da fuorilegge. Non è qualcosa che possa spostare l'ago della bilancia in termini di giudizio finale ma è comunque un tocco che abbiamo apprezzato.

Sotto il profilo tecnico, infine, Hood: Outlaws & Legends può vantare una discreta implementazione dell'Unreal Engine che garantisce un look piacevole a personaggi e ambientazioni. Lo stile artistico gotico dark-fantasy dai tratti cupi e brutalisti adottato da Sumo Newcastle funziona a dovere e restituisce la sensazione di trovarsi in un luogo inospitale, soggiogato da uno stato tiranno, incarnato alla perfezione dalla figura dello Sceriffo.

Peccato per il comparto animazioni composto da movimenti legnosi e fin troppo robotici che finiscono per spezzare l'immersione nell'universo immaginato per il titolo nonché per affossare ulteriormente le deludenti fasi di combattimento.

In definitiva, Hood: Outlaws & Legends non ci ha convinti. Al netto di un setting riuscito e di una formula di gameplay PvPvE tutto sommato interessante, ciò che rimane è un gioco dalla realizzazione tecnica raffazzonata che soffre di evidenti problemi di bilanciamento e di un'offerta contenutistica non all'altezza di altri giganti del mercato.

La natura di Game as a Service dell'ultima opera di Sumo Newcastle potrebbe garantire notevoli margini di miglioramento in futuro, a seconda di quanto il team (e il publisher) vorranno investire per sovvertire una situazione tutt'altro che rosea. Almeno per il momento, però, Hood: Outlaws & Legends ha il sapore dell'occasione mancata.

5 / 10

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Hood: Outlaws & Legends

PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC

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A proposito dell'autore
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Riccardo Cantù

Contributor

Nato nel 1993, Riccardo ha coltivato, negli anni, una passione smodata per tutto ciò che è entertainment. Videogiochi, cinema, fumetti, musica e letteratura sono il suo pane quotidiano e ama le lunghe discussioni riguardanti queste tematiche.
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