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Hyrule Warriors: L'Era della Calamità - recensione

Un bell'antipasto in attesa del sequel di Breath of the Wild.

Il gioco da mettere sotto l'albero nell'attesa di Breath of the Wild 2.

Mentre milioni di giocatori, appassionati di Zelda e non, aspettavano ansiosamente novità riguardo al sequel di Breath of the Wild, annunciato ormai quasi due anni fa e poi rimasto nell'ombra, Nintendo ha svelato a sorpresa Hyrule Warriors: L'era della Calamità, un musou ambientato nell'universo di Breath of the Wild.

Sviluppato da Omega Force e Tecmo Koei in stretta collaborazione con Nintendo, il gioco si pone come un prequel di Breath of the Wild, narrando le vicende accadute cento anni prima la fantastica storia che tutti abbiamo apprezzato al lancio di Switch nel 2017. Un annuncio che ha fatto preoccupare qualcuno, essendo i musou non proprio acclamati come genere, ma sono preoccupazioni infondate perché se solitamente la storia è un intermezzo tra le orde di nemici, in Hyrule Warriors: L'Era della Calamità è un elemento cruciale e determinante, con ore di narrazione che vi terranno col fiato sospeso.

La storia si apre con un evento inatteso che informa la principessa Zelda del nefasto futuro che attende il regno di Hyrule se non verrà fermata in tempo la Calamità Ganon. E così, Zelda e Link, in compagnia di una giovanissima Impa, preparano un'articolata missione con lo scopo di allestire una potente armata composta dai campioni, da Daruk, Mipha, Revali, e Urbosa dei Gerudo, non senza andare anche alla ricerca della Spada Leggendaria.

Dunque, mondo di gioco, personaggi, nemici e antagonisti sono tratti dal mondo di Breath of the Wild, ma c'è un'importante differenza nell'approccio al gameplay. Se in Breath of the Wild si può girare liberamente in un mondo aperto e sconfinato, ne 'L'Era della Calamità l'approccio è dosare piccole aree tratte dalle ambientazioni originali ma proposte come missioni in forma di battaglie. Sia chiaro, le aree da esplorare in ogni missione sono abbastanza varie e ampie, ed è consentito un certo grado di esplorazione, ma sono proposte in forma di compartimenti che si vanno sbloccando una volta ripulite delle orde dei nemici, dopo aver conquistato gli avamposti o dopo aver completato determinati obiettivi.

Cover image for YouTube videoHyrule Warriors: Age of Calamity - Unleashing the Divine Beasts

Link affronta ogni missione in compagnia di altri eroi e amici, con la possibilità di passare dall'uno all'altro in qualsiasi momento, mentre gli altri vengono manovrati dalla CPU. Possiamo comunque impartire loro degli ordini come presidiare una zona o attaccare un altro avamposto. Questi elementi hanno una certa componente strategica ma alla fin fine sono poco determinanti, perché i danni dei nostri compagni saranno pressoché trascurabili quando a gestirli sarà l'IA.

Tuttavia, ogni personaggio è dotato di armi, abilità e attacchi particolari che possono essere più o meno utili a seconda della situazione, quindi il gioco stesso ci invoglia a utilizzarli tutti a giro, pertanto non c'è rischio che ci si possa fissare con un personaggio piuttosto che con un altro.

Inoltre, non possiamo scegliere sempre i personaggi da usare nelle varie missioni, ma sarà il gioco stesso a organizzare le spedizioni: per esempio a Gerudo sarà Urbosa a farci strada, mentre a Zora sarà Mipha a guidarci nel suo regno con le sue abilità elementali basate sull'acqua.

Ogni personaggio ha una progressione separata potendo livellare accumulando punti exp e si possono scegliere gli equip, che variano a seconda dei casi: ad esempio Link può brandire spade, spadoni, spade a due mani, lance e archi, mentre Impa brandisce spade più corte e basa i suoi attacchi su spettacolari tecniche ninja. A differenza di Breath of the Wild, le armi non si usurano col tempo ma possono essere sostituite con altre di diversa tipologia ed efficacia oppure fuse dal fabbro formandone di più potenti e dotate di nuove abilità, come ad esempio aumento di danni inflitti o possibilità di trovare armi e oggetti rari.

Passiamo adesso al combattimento, che costituisce l'aspetto principale del gioco. Benché sia un gioco ambientato nell'universo di BOTW e la narrazione abbia un ruolo importante, siamo sempre di fronte a un musou e quindi passeremo gran parte del tempo a strimpellare tasti ed eseguire combo per sterminare ondate interminabili di nemici. Ogni personaggio è dotato di un attacco base e uno potente e la possibilità di utilizzare le rune per sferrare attacchi speciali, o di usare le bacchette magiche elementali (fuoco, ghiaccio e fulmine) proprio come in BOTW. Gli attacchi elementali sono particolarmente importanti per sconfiggere i miniboss di area, in base alla loro vulnerabilità specifica. Le bacchette sono a consumo ma possono essere trovate sul campo come loot o esplorando negli anfratti tra le casse da rompere.

Gli attacchi speciali sono spettacolari tanto quanto devastanti.

Mosse semplici quindi, ma c'è decisamente tanta profondità. Innanzitutto c'è la possibilità di eseguire vari tipi di combo che possono essere sviluppate cambiando arma o forgiandone di nuove, oppure completando delle missioni nella mappa di gioco, prevalentemente consegnando determinati elementi, ortaggi o minerali. Con il tasto ZR si attiva l'attacco secondario, che è pure diverso da personaggio a personaggio, mentre sterminando nemici si riempie una barra di energia che una volta piena ci permette di sferrare una micidiale mossa speciale, da riservare preferibilmente per sconfiggere boss o miniboss.

I nemici normali sono abbastanza abbordabili e facili da spazzare via, mentre i miniboss di area richiedono più impegno. Questi ultimi solitamente hanno delle vulnerabilità che vanno sfruttate subito dopo che sferrano un attacco,ma c'è un tempo abbastanza breve per agire, quindi se si viene colpiti si perde la chance. Schivando o parando con il giusto tempismo si attiva il contrattacco che ci pone in una situazione di netto vantaggio.

Le aree di gioco sono piene zeppe di avversari, quasi sempre divisi in plotoni di una cinquantina di unità al massimo. Gran parte di essi sono evitabili, quindi è gradita la possibilità di navigarvi attraverso con un attacco in corsa, del resto quelli da eliminare necessariamente sono quelli marchiati dagli obiettivi. Tuttavia, per riempire la barra di energia, recuperare risorse e cibo per curarsi, alla fine ci ritroveremo a menare anche i gruppi di nemici isolati e opzionali, quindi il sistema è ben congegnato per rendere utile e propedeutico tutto quello che facciamo ai fini della vittoria finale e della raccolta delle risorse per sbloccare i potenziamenti. Oltre alle spettacolari lotte coi boss, molti dei quali risulteranno familiari a chi ha giocato BOTW, si possono giocare anche delle roboanti missioni in cui saremo alla guida dei mastodontici e potenti Colossi Sacri, in cui saremo in grado di spazzare via migliaia di nemici con un sol colpo con spettacolari attacchi epici.

Dunque, il gameplay è gratificante, invoglia a esplorare anche se alla fine per superare l'area basterebbe completare gli obiettivi, e questa è una buona cosa per evitare di dedicarci a grinding e farming e dover ripetere le missioni. Se non si rusha troppo, basta esplorare gli anfratti e le aree opzionali e più nascoste per raccogliere le risorse necessarie a sbloccare abilità e ingredienti per le ricette di cucina. Il cibo non potremo cucinarlo con le nostre mani, ma portandolo a determinati empori e fattorie (da sbloccare) possono essere usati come buff a inizio missione o per recuperare energie.

I campioni ci daranno una grossa mano in questa dura battaglia.

Una cosa che ci ha dato noia è l'impossibilità di cambiare equip e usare questi cibi durante la missione, si può fare solo dalla mappa, prima d'iniziare. Quindi se si sbaglia equip ci si potrebbe ritrovare in difficoltà, scoprendolo però magari dopo mezz'ora di gioco. In ogni caso, a difficoltà normale il gioco è più che abbordabile anche per i non avvezzi al genere, e si può passare al livello più morbido o più arduo in qualsiasi momento.

Alcuni personaggi sono persino in grado di saltare sui muri, e usarli come catapulta per evadere dagli scontri oppure per attaccare dall'alto, planando col paracadute. Quest'ultimo può essere utilizzato anche per farsi sospingere da correnti ascensionali in determinati punti per raggiungere alture e scoprire aree segrete. Non mancano inoltre dei puzzle ambientali risolvibili con le abilità delle Tavolette Sheikah.

Passiamo ora all'aspetto tecnico. Il gioco è realizzato nello stesso splendido cell-shading e con la stessa direzione artistica di Breath of the Wild, e questo emerge soprattutto nelle deliziose cut-scene, che sono di qualità ben superiore rispetto al gameplay. Le location e i personaggi che i fan hanno amato sono riprodotti fedelmente, ma inevitabilmente durante il gameplay sono stati necessari dei compromessi tecnici per fare i conti con i limiti dell'hardware di Switch.

Prima di tutto, come detto prima, i nemici sono suddivisi a gruppetti per non gravare troppo sulla memoria, ed il pop-up di npc ed elementi come alberi e collinette è abbastanza dominante. Compromessi sono stati fatti anche per quanto riguarda la risoluzione, visto che è in gioco uno scaling dinamico sia in modalità docked che in modalità portatile, che non arriva ai limiti teorici dell'hardware, toccando minimi quasi dimezzati.

Il campo di battaglia può diventare pieno zeppo di nemici, quindi i sosia di Impa faranno molto comodo. Ne può evocare tantissimi!

Ovviamente, nelle situazioni più concitate la risoluzione diminuisce per aiutare il frame-rate, che nonostante tutto non riesce sempre a mantenere il target dei 30fps, con cali frequenti nella sfera dei 20 quando ci sono centinaia di nemici su schermo che si muovono ed effetti speciali con trasparenze alpha. Nel complesso, però, il risultato non è malaccio e questi cali non compromettono mai l'esperienza.

I cali di fps ci è sembrato che siano più frequenti quando si gioca su tablet, ma di contro l'impatto grafico dei compromessi tecnici di texture e filtri si notano più sullo schermo della TV, visto che il gioco renderizza a 1080p solo l'UI. C'è da dire, però, che nella frenesia della battaglia non ci si fa molto caso, e si riescono sempre a distinguere gli obiettivi da eliminare. La cosa positiva è poi che la console non scalda mai così tanto e la batteria ha una buona longevità quando si gioca in mobilità.

In ogni caso, la direzione artistica è davvero eccellente ed emerge specialmente nelle cut-scene che, lo ripetiamo, non sono semplici intermezzi tra le battaglie ma veri e propri mini puntate di un'appassionante storia che ci terrà col fiato sospeso dall'inizio alla fine del gioco. L'emozionalità di Zelda e degli altri personaggi c'è tutta, e si vede che dietro c'è l'attenta supervisione di Eiji Aonuma. Fantastiche sono anche le musiche della colonna sonora, che si lasciano ascoltare senza mai prendere la scena.

Il gioco permette anche di utilizzare gli Amiibo e per l'occasione è stata ordinata la ristampa dei Campioni. Sono supportati tutti quelli di BOTW e anche altre linee classiche di Link. Possono essere utilizzati una volta al giorno e forniscono ai personaggi armi, equip o oggetti vari.

Una mappa ci consente di pianificare le nostre missioni.

Concludendo, Hyrule Warriors: L'Era della Calamità non sarà Breath of the Wild 2 ma è un titolo da non lasciarsi scappare, soprattutto se amate la saga di Zelda. Non è il solito musou ma un gioco molto più profondo, in cui la narrazione da sola, doppiata con voice-acting in italiano, vale il prezzo del biglietto. E a questa si aggiungono un gameplay avvincente e gratificante.

L'esplorazione non sarà eccellente come nel mondo aperto di BOTW ma le ambientazioni ci faranno tornare nostalgicamente in quel magico mondo, tenendoci impegnati per decine di ore e preparandoci (sperando di non attendere troppo) all'avvento del sequel di uno dei giochi più acclamati di tutti i tempi.

8 / 10

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Marco Procida

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