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Il rinascimento dei videogiochi italiani - articolo

Alla Games Week 2015 scopriamo il futuro dell'industria tricolore.

La presenza di ospiti internazionali alla Games Week ha nobilitato la fiera, ma non ha rubato spazio a quella degli sviluppatori nostrani. Il nuovo rinascimento nel settore videoludico tricolore, un movimento sempre più solidamente avviato e che guadagna gioco dopo gioco il suo spazio sotto ai riflettori di tutto il mondo, ha molti attori, ed è il momento di prepararsi a un futuro roseo.

Anche ad osservatori terzi non sfuggirebbe infatti il fermento che domina la scena dello sviluppo nel Bel Paese. Dopo tanti anni a sentir parlare solo di Milestone (e non ce ne voglia la casa lombarda), ora è il momento di affiancare a quello che rimane lo studio più grande tante altre realtà più o meno affermate.

La prova di questo fermento? Il fatto che tre delle aziende più grandi abbiano scelto proprio l'Italian Game Developers Summit (serie di incontri più tecnica che si è svolta parallelamente alla fiera consumer) per raccogliere curriculum e fare colloqui.

Forma.8 era presente in ben due postazioni in fiera, sia su Wii U che su PlayStation 4.

Ovosonico (Murasaky Baby), Forge Reply (Joe Dever's Lone Wolf e In Space We Brawl) e Ubisoft Milano (Just Dance 2016 e Assassin's Creed: Rogue giusto per dirne due) sono andate a caccia di talenti cercando figure professionali ora sempre più facili da trovare grazie all'aumentare dell'offerta formativa in Italia.

Non solo incontri di lavoro ma anche appuntamenti ludici a Milano. AESVI, l'Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani, ha pensato bene di promuovere uno spazio dedicato alle produzioni indipendenti nostrane da affiancare a quelle presenti nelle sale più grandi della fiera. Una scelta importante che segnala la grande energia dell'associazione, più attiva che mai nel sostegno alle realtà tricolori, e la voglia di far conoscere anche al grande pubblico dei titoli che magari verrebbero coperti dalla forza mediatica dei tripla A internazionali.

Nei saloni immersi tra la folla abbiamo visto Forma.8 per Wii U e PS4 (MixedBag), Sébastien Loeb Rally Evo per PS4, MXGP2: The Official Motocross Videogame per PS4 e MyRIDE Challenge per iOS (Milestone), Hyperdrive Massacre per Xbox One (34BigThings), Zheros per Xbox One (Rimlight Studios), Assetto Corsa su PS4 (Kunos Simulazioni) e sempre sull'ammiraglia Sony il gioco creato in collaborazione con l'esilarante talento del fumetto Sio, Super Cane Magic Zero (Studio Evil).

Chi ha detto che non siamo capaci a stupire col 'graficone'? Assetto Corsa lascia parlare le immagini.

Già da un elenco del genere si può apprezzare il buono stato di salute dell'industria nostrana ma è affacciandosi sullo spazio dedicato agli indipendenti che ci si rende veramente conto di quante e quanto attive siano le varie realtà nel nostro paese.

Seguendo un percorso che ci porta ad attraversare tutta la penisola incontriamo studi di sviluppo impegnati più o meno su tutte le piattaforme. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare identificando l'industria nostrana come piccola, e dunque affiancandola alle produzioni per iOS e Android, non mancano infatti i progetti in lavorazione per console e PC. La sensazione, poi, è che dopo un 2015 ricco di produzioni si vada incontro ad un 2016 altrettanto succoso.

Anche da noi si percepisce un certo interesse verso la realtà virtuale, che sarà probabilmente una delle frontiere dove l'Italia potrà giocarsi di più. Si tratta infatti di nuovo territorio da esplorare nel quale partire alla pari con gli studi degli altri paesi, portando però con sé quel qualcosa in più che ci viene riconosciuto quando andiamo all'estero a lavorare e che potrebbe fare la differenza nei primi mesi di distribuzione dei vari Oculus Rift, PlayStation VR e HTC Vive.

Just Dance 2016 è uno degli ultimi giochi su cui ha lavorato Ubisoft Milano, che era a caccia di talenti insieme a Ovosonico e Forge Reply.

Tutto molto bello, insomma, ma non devono mancare i piedi per terra: l'industria non si regge solo sul talento dei tanti programmatori, designer e artisti che animano i vari studi di sviluppo italiani, ma ha bisogno di adeguati piani economici e lungimiranza organizzativa. L'impressione è che anche sotto questo profilo le cose siano destinate a prendere una buona piega: da un lato abbiamo AESVI che segue da vicino i suoi consociati, e dall'altro notiamo come sempre più realtà si propongano sul mercato con un atteggiamento maturo, e lontano dallo stereotipo (quasi per forza fallimentare) del duo di sviluppatori indipendenti da garage.

L'Italia può diventare uno degli attori di punta nel mondo dei videogiochi allora? Forse è ancora presto per dirlo, ma il rinascimento che stiamo vivendo in questi ultimi anni è un ottimo segnale: nascono realtà, si formano talenti, e i tre big della produzione hardware danno spazio al tricolore come mai era successo prima. Microsoft, Nintendo e Sony hanno a più riprese portato alcune produzioni nostrane sui palchi più importanti del mondo. Ci serve un segnale più forte di così?

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.

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