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In Space We Brawl - recensione

Il twin stick shooter di Forge Reply arriva su PC e Mac ancora più competitivo.

In Space We Brawl è stato in un primo momento un'esclusiva temporale per PlayStation 3 e PlayStation 4, che solo dopo circa nove mesi possiamo giocare sugli schermi dei nostri PC e Mac. Non avendo provato sulle console Sony il titolo del team italiano Forge Reply, tutto ci saremmo aspettati tranne che un gioco dalle dinamiche difficili da gestire con maestria e votato alla vera competizione.

Per chi non lo sapesse, In Space We Brawl è un twin stick shooter in cui possiamo guidare la nostra astronave mediante l'uso dell'analogico sinistro del controller, mentre puntiamo le armi con il destro. È da sottolineare che la versione per PC e Mac non includeva inizialmente il supporto a mouse e tastiera, aggiunto in seguito con una patch. A differenza dei classici del genere ci troviamo però di fronte ad un vero e proprio arena shooter multigiocatore in due dimensioni.

Da questo punto di vista In Space We Brawl è identico alle versioni aggiornate per console domestiche Sony, con la possibilità di giocare esclusivamente in locale con gli amici o eventualmente contro i bot gestiti dall'intelligenza artificiale. Quest'ultima caratteristica è sicuramente una gradita novità, che consente al giocatore di mettere mano al titolo anche se non si trova in buona compagnia.

Le sfide sono l'unico modo per imparare le basi del gioco e spesso possono offrire ostici obiettivi da raggiungere a pieni voti.

Il gioco per computer prevede tre modalità multiplayer, affrontabili a squadre o tutti contro tutti per un massimo di quattro giocatori: Campionato, in cui i giocatori devono sfidarsi fino a raggiungere un punteggio prefissato, Torneo, in cui la vittoria viene stabilita alla fine di diversi match e Gladiatore, che consente di giocare fino all'esaurirsi di tutte le vite o del tempo a disposizione.

Come già accennato, gli avversari e i compagni possono essere ora sostituiti con bot particolarmente intelligenti, dando l'opportunità al giocatore di sperimentare una modalità in singolo aggiuntiva, comunque non particolarmente entusiasmante.

Per i videogiocatori solitari questo potrebbe risultare il più grande difetto di In Space We Brawl, che comunque prevede una serie di ventuno sfide singleplayer. Queste rappresentano l'unica traccia, presente nel gioco, di tutorial, essenziale per comprendere certe dinamiche del gameplay e conoscere le caratteristiche di alcune navi.

In questa immagine di un tipico match è possibile notare la fastidiosa zona cieca presente ai lati della mappa.

All'opera di Forge Replay, conosciuti per l'adattamento videoludico del librogame Lone Wolf, non manca sicuramente la varietà, grazie alle tredici astronavi, di cui due nuove, con caratteristiche uniche, alle quattordici armi presenti, di cui tre uniche per la versione PC e Mac e alle otto mappe, che si distinguono per i differenti elementi presenti nel campo di gioco. Questi ultimi, che spaziano dai buchi neri alle tempeste solari fino a detriti spaziali di varia natura, hanno delle peculiarità uniche che modificano profondamente il gameplay e che i giocatori più navigati riusciranno a sfruttare a proprio vantaggio.

In definitiva, In Space We Brawl non è assolutamente un gioco per tutti. Il titolo potrebbe infatti regalare molte ore di divertimento ai giocatori o ai gruppi di amici in cerca di un'esperienza competitiva e anche complessa in grado di mettere alla prova le proprie abilità di coordinazione e i propri riflessi.

Oppure potrebbe deludere chi cerchi un twin stick shooter più incentrato sulla componente single player e pensato per i tipici completisti da videogiochi arcade, che sicuramente non si accontentano di ventidue achievement. D'altronde il prezzo budget di €8,99 potrebbe spingere qualcuno a dare una chance al titolo, soprattutto ora che Steam offre la possibilità di essere rimborsati entro due ore di gioco. Tempo più che sufficiente per completare il tutorial e valutare con mano qualche partita.

7 / 10

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Pier Giorgio Liprino

Contributor

Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.

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