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Indiegamer #24 - articolo

Una domenica in compagnia di Moments of Silence, Cello Fortress e Reus.

Moments of Silence

Moments of Silence è uno dei giochi più strani e visivamente originali in cui mi sia capitato di imbattermi.

Che l'autore, celato dietro lo pseudonimo Myformerselves, sia una persona fuori dagli schemi traspariva in maniera netta già nel suo precedente lavoro, l'avventura freeware Middens, ambientata in un mondo che poteva essere uscito dalla fantasia di Salvador Dalì, di cui Moments of Silence è una sorta di seguito spirituale. La stessa definizione con la quale sintetizza il gioco ("una satira per futuristi interessati alla teoria delle stringhe") fa capire che ci troviamo di fronte a qualcosa di singolare.

La storia narra di una città costruita sul dorso di una tartaruga preistorica e stratificata su sette livelli, con corde e tiranti in metallo che ne sostengono la precaria struttura che divide i poveri dai ricchi. È compito delle classi sociali più deboli nutrire e mantenere in vita la tartaruga ma il panico si diffonde quando viene scoperto un cancro alla base del suo collo. Ed è a questo punto che inizia l'avventura, raccontata attraverso diversi personaggi giocabili che mostreranno la storia da diversi punti di vista.

"La storia narra di una città costruita sul dorso di una tartaruga preistorica e stratificata su sette livelli"

I temi affrontati saranno tutt'altro che leggeri: Myformerselves, infatti, ritiene che i videogiochi, in quanto "simulatori di mondi", siano un ottimo strumento per toccare argomenti come l'autocoscienza e i relativi problemi, e come tutto questo si relazioni con l'ambiente circostante. Per ciò che riguarda la vera e propria giocabilità, Moments of Silence propone un mix di esplorazione, azione ed elementi di ruolo.

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Occasionalmente si verrà chiamati a combattere con le creature più ostili, ma gli ostacoli potranno essere superati anche tramite la risoluzione di puzzle. Non c'è un vero e proprio modo corretto di giocare: si viene lasciati liberi di muoversi, interagire e fare le proprie scelte per dipanare la trama e le sue ramificazioni.

Previsto intorno al mese di novembre di quest'anno, Moments of Silence si candida come uno dei più originali e sicuramente surreali progetti del 2013. Perdersi nel suo mondo eccentrico potrebbe essere una vera e propria esperienza.

Cello Fortress

Dai paesaggi onirici di Moments of Silence, passiamo a un altro titolo che si distingue per originalità, ma in maniera completamente diversa. Cello Fortress è un videogioco multiplayer in cui un manipolo di valorosi carri armati è chiamato ad attaccare una fortezza difesa da... un violoncellista!

"In Cello Fortress dei carri armati dovranno attaccare una fortezza difesa da... un violoncellista!"

E non stiamo parlando di un giocatore che impersona un violoncellista, ma un musicista vero e proprio che, suonando il suo strumento, attiva le difese della fortezza e respinge gli assalitori. Mentre fino ad un massimo di quattro giocatori sferrano il proprio attacco impugnando un joypad, l'artista improvvisa la sua melodia in base alla situazione: le note più alte e veloci richiamano le armi da fuoco mentre grazie alle note disarmoniche si attiveranno i lanciafiamme. Nel caso si volessero posizionare delle mine sul terreno, invece, bisognerà passare alle tonalità più basse.

Data la particolare natura che unisce musica dal vivo a videogiochi, Cello Fortress non è un titolo con cui si organizza una serata tra amici. Nonostante sia ancora in fase di prototipo, sono stati organizzati alcuni eventi aperti al pubblico ed altri sono in programma nei prossimi mesi. A svilupparlo è l'olandese Joost van Dongen, già noto per il freeware Proun e per aver fondato lo studio Ronimo Games, autore tra gli altri di Awesomenauts.

"A svilupparlo è l'olandese Joost van Dongen, già noto per il freeware Proun e per aver fondato lo studio Ronimo Games"

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Cello Fortress è dunque un progetto molto particolare e innovativo: la speranza è che porti alla nascita di qualcosa di nuovo e non finisca per rimanere una semplice curiosità. È probabile che i non videogiocatori e gli appassionati di musica potrebbero essere attratti da questo originale mix, ma come la penseranno i cosiddetti hardcore gamer? Se si dovesse mai organizzare una cosa simile in Italia, chi di voi parteciperebbe?

Reus

"Reus tenta un approccio diverso ai god game proponendo un gameplay in 2D"

I god game hanno avuto una notevole fortuna nel corso degli anni Novanta, ma col passare del tempo sono diventati sempre più rari fin quasi a sparire. Ora abbiamo Peter Molyneux che cerca di riportare in auge il genere con il suo Project Godus, ma anche nomi meno blasonati che lavorano a titoli simili, come i tedeschi Abbey Games e il loro Reus, che tenta un approccio diverso proponendo un gameplay in 2D, a differenza delle classiche visuali libere o isometriche.

Come ogni buon god game che si rispetti, nei panni di una divinità avremo pieno controllo sulla natura, in questo caso attraverso dei potenti giganti coi quali potremo modificare il terreno, creare la vita, controllare il clima e così via.

Gli esseri umani però saranno al di fuori della nostra influenza, sia nel bene che nel male. Sarà quindi necessario sfruttare quanto in nostro potere per mantenere il mondo bilanciato e in armonia, dove l'Umanità non riesce a sopraffare la natura e la natura stessa non soffochi l'evoluzione delle popolazioni, che in un gameplay così congeniato diventano alleate e nemiche al tempo stesso.

"Gli esseri umani saranno al di fuori della nostra influenza, sia nel bene che nel male"

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Reus è allora un'idea interessante a cui si affianca uno stile grafico curato, molto piacevole e ben animato. La data d'uscita è piuttosto vaga e si limita a un Q2 2013, mentre al momento l'unica piattaforma annunciata è il PC, ma non sarebbe strano se, in un momento successivo, Reus arrivasse anche su dispositivi mobile.