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Intervista a Keiji Inafune

Mr. Capcom vuota il sacco.

Eurogamer Implementare una modalità multiplayer nel gioco è stato così importante?
Keiji Inafune

In realtà avrei voluto farlo anche nel primo capitolo ma non avevamo il tempo e le risorse per farlo. Detto questo, Dead Rising nasce come gioco single-player. Il multi, così come il co-op, è un bonus che consente ai giocatori di vivere un'esperienza diversa.

Eurogamer Che risultati vi aspettate da Dead Rising 2? Pensate possa avere lo stesso successo di Street Fighter IV o che possa fermarsi ai non esaltanti traguardi raggiunti da Lost Planet 2?
Keiji Inafune

Il nostro obiettivo principale con questa serie è di farla diventare la numero 1 tra i franchise Capcom. Puntiamo a raggiungere e superare i risultati di Resident Evil.

Eurogamer Un traguardo ambizioso, non c'è che dire. Pensi davvero che riuscirete a raggiungerlo?
Keiji Inafune

Non si possono creare grandi giochi se fin dall'inizio non si ambisce a ottenere grandi risultati. Essendo il creatore di Dead Rising, non posso che puntare a superare quanto fatto da altri prima di me. Se mai dovessi riuscire a superare Resident Evil, nel prossimo futuro probabilmente metterei tutto me stesso nella realizzazione di un'altra saga in grado di buttare giù dalla vetta Dead Rising.

Eurogamer Dead Rising 2 uscirà tra poche settimane. Avete già pensato al futuro di questa saga? Lavorerete su un nuovo spin-off o vi dedicherete subito al terzo capitolo?
Keiji Inafune

Forse per parlare di questo dovremmo almeno attendere che Dead Rising 2 sia uscito nei negozi da qualche mese. Se dovesse ottenere i risultati che speriamo, allora saremo pronti a metterci subito al lavoro sul suo futuro. Le idee non mancano, ma ora è davvero prematuro parlarne.

Eurogamer Quindi su cosa ti metterai al lavoro nell'immediato futuro?
Keiji Inafune

Sto già lavorando a numerosi giochi che annunceremo nei prossimi mesi. Alcuni di questi sono inediti, quindi rimanete sintonizzati.

Eurogamer Lo scorso anno avevi espresso il tuo parere negativo sullo stato dell'industria dei videogiochi in Giappone. A distanza di 12 mesi, con E3 e gamescom alle spalle e il TGS alle porte, sei ancora così pessimista al riguardo?
Keiji Inafune

Assolutamente sì. Dallo scorso anno non è cambiato praticamente nulla. Gran parte dei team di sviluppo giapponesi sono rimasti indietro rispetto ai colleghi occidentali e sono pochi quelli pronti ad ammettere questa situazione. Bisogna capire le ragioni di questo cambiamento, solo così potremo ripartire davvero.

Ora però sono io a volervi fare qualche richiesta. Ogni singolo giornalista occidentale con cui ho parlato mi ha fatto questa stessa, identica domanda. Al contrario, nessun giornalista giapponese ha osato chiedermi una cosa del genere. Secondo voi perché? Si tratta di un grave caso di apatia dei vostri colleghi orientali o forse la stampa specializzata giapponese non si rende conto della situazione? Perché invece per voi quella mia dichiarazione è stata così importante?

Dead Rising 2: benvenuti a Fortune City.
EurogamerForse il fatto che la maggior parte dei giocatori occidentali sia cresciuta con i giochi giapponesi ha fatto sì che questa "crisi" si palesasse più chiaramente. Magari invece i giocatori giapponesi sperano che si tratti solo di un malessere passeggero.
Keiji Inafune

Questo significa che siete d'accordo con le mie dichiarazioni dello scorso anno. Anche secondo voi quindi l'industria dei videogiochi in Giappone è in declino?

EurogamerPer molti versi sì. Probabilmente gli sviluppatori occidentali sono riusciti ad adattarsi meglio e più velocemente ai sistemi di sviluppo richiesti dall'attuale generazione di console, non sei d'accordo?
Keiji Inafune

Sono assolutamente d'accordo con la vostra analisi. Sintomo di questa situazione è il fatto che fino a qualche anno fa gli utenti giapponesi giocavano molto meno ai titoli occidentali rispetto ad oggi.

Certo, i titoli giapponesi sono ancora i più giocati nel nostro paese ma solo perché nella nostra mentalità i videogame occidentali fanno praticamente parte di una categoria a se stante.

I miei commenti dello scorso anno nella maggior parte dei casi sono stati presi con leggerezza, in molti ne sono rimasti addirittura sorpresi e questo è decisamente triste e preoccupante.