James Cameron's Avatar: The Game
La dura legge del tie-in.
Ormai il quadro clinico del sottoscritto è assolutamente chiaro: sindrome di Pandora. A distanza di qualche settimana non sono infatti ancora riuscito a riprendermi completamente dalla sconvolgente orgia visiva di Avatar, e spesso mi ritrovo a viaggiare con la fantasia per la lussureggiante giungla bioluminescente tanto cara ai Na'vi.
Ripenso alla sontuosa magnificenza aliena di quei paesaggi, al fascino innato di quella fauna così bizzarra eppure così desiderabile (perché, cazzarola, chi non vorrebbe una Banshee tutta per sè?) e alla splendida cultura degli Omaticaya, e per un istante o poco più il grigiore tanto ordinario del nostro triste pianeta si fa meno opprimente.
Inutile quindi specificare quanto desiderassi sbarcare (seppur virtualmente) su Pandora, respirando a pieni polmoni un videogame sulla carta squisitamente coinvolgente. Peccato soltanto che la realtà dei fatti si sia rivelata dolorosamente diversa, e che mi sia ritrovato per le mani l'ennesimo tie-in insipido e deludente. No Gameloft, non si gioca con i sentimenti di un innamorato.
A dirla tutta James Cameron's Avatar sembrerebbe pure provare abbastanza coraggiosamente a proporre qualcosa di un minimo ambizioso: il gioco nasconde infatti una struttura da action-adventure arricchita da fasi platformiche e passaggi occasionalmente variegati (fasi in volo e addirittura una parte in stile sandbox!), ulteriormente impreziosita da una realizzazione tecnica di fine fattura.
Non di sola grafica però vive il videogiocatore saggio, e dunque smarrito l'iniziale entusiasmo derivante da un motore 3D capace di mettere perfettamente in mostra i muscoli dell'iPhone (seppure pagando dazio in termini di fluidità...) rimangono evidenti tutte le magagne di un titolo non esattamente ispiratissimo.
James Cameron's Avatar si limita a fare infatti il compitino tanto nella sua componente action quanto in quella prettamente avventurosa. Il combat system risulta così semplicistico, ripetitivo e pure un po' involuto (basti dire che le differenze tra l'uso delle diverse armi sono pressoché nulle, dal momento che tutto si risolve in un tap tap sullo schermo alla lunga abbastanza tedioso), ea anche il level design si mantiene su livelli poco esaltanti in virtù di un'eccessiva linearità di fondo.
Tutto questo senza contare i controlli non sempre impeccabili e soprattutto la discutibile telecamera, purtroppo puntualissima nel rovinare in maniera sistematica e chirurgica i passaggi più delicati del gioco (provocandovi nel mentre non poche incazzature tra salti nel vuoto e distanze impossibili da giudicare).
James Cameron's Avatar finisce così per risultare l'ennesimo, fallimentare tie-in pensato per cavalcare l'onda (o meglio lo tsunami) del successo del film. Non basteranno alcune idee interessanti, una longevità di tutto rispetto e una cosmesi coi fiocchi a salvarvi dalla noia: forse fareste meglio a dirottare i vostri 5.49 Euro su qualcosa di più godibile e divertente. E ora scusatemi, torno a volare sul mio Toruk immaginario.