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KeyWe - recensione

Un couch co-op esotico e frenetico!

Dopo il ricco e sorprendente It Takes Two, ultima fatica di Josef Fares, qualcuno ha riscoperto la bellezza dei couch co-op, da giocare insieme sotto lo stesso tetto. Se siete ancora affamati di sfide da superare spalla a spalla, preparate il divano, i controller e cercate un compagno di avventure, perché è arrivato KeyWe, primo lavoro dello studio indipendente Stonewheat & Sons.

Jeff e Debra sono due kiwi, buffi uccelli neozelandesi dal becco incurvato e dal pelo ispido. Hanno deciso di cambiare vita e lavorare come postini, in uno strano ufficio Telepost nello sperduto Bacino Bungalow. Ovviamente non si tratta di un luogo qualunque: tempeste di sabbia, fantasmi e piante carnivore complicano il lavoro e scacciano via i dipendenti, isolati nelle proprie incessanti e frenetiche attività di smistamento e consegna posta.

Bacino Bungalow è un posto temibile, quindi, dove le stagioni si susseguono impietose e l'imprevisto è dietro l'angolo. Immaginate di dover scrivere un messaggio a macchina schivando piante carnivore e recuperando pulsanti rubati da liane senzienti. Oppure di dover imbucare una lettera mirando con un cannone. O ancora di dover evitare le sabbie mobili sfruttando un jetpack. Come le galline, i kiwi non volano, ma non si può dire che non si diano da fare!

Cover image for YouTube videoKeyWe - Launch Trailer | ESRB

KeyWe è un gioco frenetico e riprende la formula di Overcooked! 2, fatta di puzzle a tempo e attività, all'apparenza quotidiane e ripetitive, da compiere in fretta e mentre tutto, intorno, è un inno al caos. Un gameplay che evolve dai tipici cooking game (un altro esempio è Cooking Fever), molto fortunati in ambiente Mobile e che richiedono di avere un buon colpo d'occhio, riflessi pronti e un minimo di strategia.

In 36 livelli, a tema estate, autunno e inverno, affronterete 4 tipologie di mansioni, in scenari sempre differenti. Queste sono vere e proprie modalità di gioco, che spaziano dalla scrittura di una lettera all'invio di pacchi urgenti. In comune hanno la tipologia di meccaniche, inizialmente confusionarie, che una volta apprese sono da distribuire tra i due kiwi. Per esempio, dovendo cercare degli adesivi per comporre una lettera, i giocatori potranno spartirsi l'area di gioco da coprire. Un altro esempio: mentre Jeff appiccica delle etichette su una cassa di materiale fragile, Debra può occuparsi di digitare il codice postale.

Ogni missione è differente, nasconde oggetti collezionabili e può essere affrontata nell'ottica di superare un record, così da sbloccare il trofeo d'oro annesso. Purtroppo la varietà di situazioni si scontra con le poche modalità presenti, che in fin dei conti si ripetono e non cambiano mai così drasticamente da tenere incollati allo schermo. Se all'inizio sono tutte divertenti e buffe, dopo un po' diventano estenuanti e richiedono un livello di concentrazione che, alla lunga, potrebbe sbilanciare l'esperienza. Se l'intenzione è quella di giocare con un videogiocatore meno pratico, pensateci due volte.

In questa modalità bisogna etichettare nel modo giusto il pacco da inviare. Una pizza è chiaramente deperibile, ma quale sarà la sua meta?

Per bilanciare questo difetto, gli sviluppatori hanno aggiunto una quantità soddisfacente di oggetti cosmetici, per modificare il proprio kiwi e spingere a rigiocare e rigiocare, per ottenere francobolli da usare come monete d'acquisto. Le decorazioni vanno dai cappelli alla forma del piumaggio. La modalità Straordinari, inoltre, introduce 9 minigiochi, più rilassanti e piacevoli delle attività principali. Tra queste spiccano un rhythm game e un vero e proprio cooking game, in cui bisogna servire dei casuari (altri strani pennuti). In questo caso si ha un livello unico per minigioco, mentre sarebbe stato più interessante maggior focus su questa sezione più casual e sicuramente più in linea con il target di riferimento.

La componente party, che poteva essere approfondita, è limitata ai due giocatori. Se il gioco in locale non ha molti intoppi, in multiplayer è possibile tramite passaggio di un codice privato: la mancanza di lobby condivise o un sistema di comunicazione chat/vocale, limita la portata social di KeyWe, che avrà inevitabilmente bisogno di altri canali (come Discord) per crescere.

Tecnicamente, la grafica è deliziosa e scalabile, ma non stupisce. I comandi sono responsivi, ma abbiamo incontrato qualche piccolo bug, per lo più di collisioni, leggero input lag e clipping. In multiplayer online, questi bug sono molto più frequenti che giocando in locale. La traduzione in italiano sia completa e ben fatta, visto l'inaspettata quantità di testo che dà colore a ogni oggetto collezionabile, ma crea qualche problema di gameplay quando in alcune missioni bisogna scrivere un apostrofo, non presente nell'originale lingua inglese. In questi casi, bisogna necessariamente riavviare il livello o cambiare lingua.

Quando gli insetti invadono l'ufficio postale, anche comporre una semplice lettera può rivelarsi un'impresa.

KeyWe riserva qualche sorpresa, specialmente se si mira a trovare tutti i collezionabili e non si punta al gioco mordi e fuggi. Proprio per questo è un gioco più adatto ai completisti e a chiunque abbia voglia di raggiungere le fasi finali dell'avventura, decisamente complesse e intricate. Giocare in singolo è sconsigliato: controllare i due kiwi in contemporanea (o alternando il controllo sui due con un comando) è possibile, ma poco soddisfacente e rasenta la follia.

Questo primo lavoro di Stonewheat & Sons, questa inaspettata "storia della Nuova Zelanda", mostra fantasia e si presterebbe a crescere a dismisura, magari con nuove missioni primaverili e ulteriori modalità. Il primo DLC (Early Bird Pack) è già disponibile e aggiunge piccoli incarichi extra. Al momento, spiace un po' che non si sia premuto l'acceleratore introducendo sfide tra giocatori e più minigiochi da party game. Un po' di polishing in più, inoltre, non avrebbe fatto male.

6 / 10

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A proposito dell'autore
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Antonino Fiore

Contributor

Classe 1993, in squadra dal 2018. Ha scoperto i videogiochi con i floppy dell’Amiga e da allora vive, sbalzato temporalmente, una generazione indietro. Dalle avventure grafiche agli horror, è un accanito retrogamer e un vorace escapista. Con gli anni ha realizzato d’essere, più che altro, un semplice Homo Ludens. Megaman e Suikoden sono i suoi punti deboli.

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