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L’uomo dietro a FIFA

David Rutter, colui che ha rimesso in gioco EA.

In occasione della discesa a Milano del team di FIFA, del quale vi abbiamo proposto venerdì scorso un hands-on, non potevamo certo lasciarci sfuggire l’occasione di intervistare David Rutter, il Lead Designer di FIFA 11, nonché colui che da qualche anno a questa parte ha pilotato la rinascita di un brand un tempo in crisi di risultati e di credibilità.

Tranquillo, cortese e umile quel che basta a farlo sembrare un perfetto uomo-squadra, il buon David si è prestato per oltre venti minuti ai microfoni di Eurogamer, per un’intervista che trovate trascritta qui di seguito.

EurogamerLa progressione degli ultimi FIFA è stata notevole, con grandi miglioramenti tra un episodio e l’altro. FIFA 10 però era così vicino alla perfezione da lasciare margini di miglioramento più contenuti a FIFA 11, che sembra al momento un’evoluzione più che una rivoluzione. Pensando ai prossima FIFA (12,13, ecc.) quanto credi sia rimasto ancora da aggiungere?
David Rutter

La nostra strategia è sempre stata quella di un costante raffinamento del gameplay, risolvendo ovviamente i problemi là dove presenti. Quest’anno abbiamo introdotto centinaia di piccole modifiche, in risposta al feedback che ci è giunto. Abbiamo allora evoluzioni quali il Pro Passing ma anche elementi rivoluzionari come il Personality + e il contatto fisico a 360 gradi, più altre cose che non abbiamo ancora annunciato. Nel complesso, quindi, il grado di realismo raggiunto da FIFA 11 è senza precedenti e credo che il risultato finale rappresenti un netto stacco col passato.

Un bel primo piano di David Rutter.

Guardando al futuro non mi spaventa l’idea di restare a corto di idee. Sono quasi 15 anni che faccio questo mestiere e ogni volta che guardo una partita o gioco a calcio, mi vengono un mucchio di idee nuove. La fortuna è di avere a che fare con una disciplina, il calcio, che è composta da essere umani che, come tali, coi loro comportamenti e le loro interazioni, sono una costante fonte di ispirazione.

Eurogamer Durante la presentazione hai parlato dell’importanza dei feedback che ti giungono dagli appassionati, dal team di sviluppo e dai gruppi di test. Quanto conta invece la tua personale intuizione nello sviluppo di un capitolo della serie FIFA?
David Rutter

Il nostro team è composto da personalità che arrivano da 20 nazioni diverse, prevalentemente sono europei, sudamericani, asiatici e, in minor parte, americani, il che se ci pensi fa specie considerando che i nostri studi sono in Canada. Sono tutti appassionati di calcio e, ogni volta che ci giunge del feedback, lo analizziamo attentamente; è altrettanto importante comunque l’entusiasmo che ognuno ci mette, la passione per il calcio che ancora abbiamo dopo così tanto tempo.

Il mio compito è indirizzare il team verso le decisioni e le analisi migliori, perché il nostro obiettivo finale non è tanto quello di fare divertire la gente là fuori, quanto di far sentire ben spesi i soldi che investono ogni anno nel nostro marchio.

Elementi come il Pro Passing o la rinnovata Modalità Carriera sono proprio il risultato di questo approccio al lavoro. Persino la tensione delle reti è il frutto di una precisa indicazione da parte dei nostri fans.

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FIFA 11

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A proposito dell'autore
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Stefano Silvestri

Editor in Chief, EG.it

Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.
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