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La modalità foto immortala le nostre esperienze - editoriale

Uno scatto sulla generazione che ci lasciamo alle spalle.

La fotografia, secondo Wynn Bullock, è la luce all'interno di ogni essere, forse la verità più profonda che possediamo. L'interpretazione fotografica è precisa e personale. Il viaggio che immortaliamo, ovunque conduca, ci rende più consapevoli del mondo che abbiamo attorno.

Attraverso la modalità fotografica nei videogiochi, una meccanica che coinvolge alcuni dei titoli più importanti di questa generazione, abbiamo la possibilità di scattare molteplici fotografie e poi condividerle con gli altri sui canali social più famosi. Tutti noi aggiorniamo Facebook, Instagram o Twitter con degli scatti unici per divertirci e condividere quegli scatti con altre persone.

Siamo diventati dei fotografi amatoriali perché adoriamo immortalare la vita in ogni sua sfaccettatura e il modo più rapido che abbiamo per farlo è attraverso il cellulare. Nei videogiochi accade lo stesso, proponendo editor sempre differenti fra loro. Ogni caratteristica migliora lo scatto fino a renderlo incredibile all'occhio, tanto da risultare un quadro impressionista capace di definire le peculiarità di questa modalità.

L'incredibile illuminazione di Ghost of Tsushima colora la sua sfavillante direzione artistica

Si scelgono le impostazioni migliori, si calibra l'immagine e il filtro adeguato, mettendo a fuoco i modelli poligonali vicini o lontani, sfruttando la direzione artistica di un titolo per scoprirne le qualità grafiche, le potenzialità che possono creare delle immagini utili a migliorare e impreziosire l'esperienza.

La modalità foto è una meccanica che fornisce delle possibilità, ma non è ciò che definisce un'opera nella sua interezza. È un'aggiunta importante e pensiamo sia uno strumento utile, ora che siamo a cavallo della nuova generazione di console per sviluppare la creatività del videogiocatore.

Un videogioco viene pubblicizzato con video e illustrazioni per catturare l'attenzione dell'acquirente, ma la pubblicità migliore arriva dall'utente che acquista, gioca e scatta. Pensiamo a Ghost of Tsushima, che ha diviso utenza e pubblico, ma è stato apprezzato grazie alla condivisione delle fotografie su tutti i canali social.

Non per niente, Sucker Punch ha raggiunto un traguardo di vendite record, facendosi apprezzare soprattutto per la sua direzione artistica evocativa. Quando pensiamo alla modalità fotografica, riflettiamo spesso su quale sia stato il primo titolo a proporlo. A riguardo, prima occorre fare un piccolo salto temporale agli inizi della generazione per poi arrivare a oggi. Batman: Arkham Knight presentò la modalità foto migliorandone i filtri e la risoluzione. Non nascondiamo di aver abusato e speso parecchio tempo per realizzare delle fotografie a bordo della Bat-mobile.

Io sono la notte, io sono la paura, io sono Batman.

Il lavoro realizzato da Rocksteady riprende fedelmente dai fumetti l'arco narrativo più delicato della Serie Arkham, che concentra le sue energie su ogni dettaglio, esprimendo le sue potenzialità soprattutto attraverso il suo editor. La direzione artistica di Gotham spinge a fotografare quegli istanti in cui vestiamo i panni di Batman e ci immergiamo nelle sue paure e debolezze, nell'oscurità di Gotham e nella sua ipocrisia. Noi avvertiamo il peso di quella città in tumulto mentre tutto quanto è minacciato da un'ombra del passato.

In combattimento possiamo attivare la modalità foto e scattare una foto a Batman o concentrarci su Gotham e fruire dei suoi filtri sempre diversi capaci di perfezionare completamente l'intero titolo. Non ci sono mai dei limiti alla modalità fotografica, a meno che non si ricerchi il perfezionismo sfrenato e la voglia di stupire.

In quel caso esistono dei programmi specifici, che permettono ovviamente di migliorare le proprie fotografie e dare loro un'impronta più artistica e rifinita. In fondo, fotografare Batman ci permette di interfacciarci con la sua complessità interiore. Lui è vendetta e paura; lui è la notte. La fotografia non cattura soltanto quegli istanti che caratterizzano una persona. Concentra sui panorami e i monumenti prendendosi qualche libertà storica parecchio discutibile.

Assassin's Creed Origins e Assassin's Creed Odyssey sono sicuramente gli esempi calzanti, a riguardo, i più iconici e importanti. Chiunque possiede un album fotografico dedicato a Chefren, Cheope e Micerino, le meravigliose piramidi di Giza che vediamo spesso in cartolina. L'ambientazione scelta in Origins da Ubisoft per raccontare l'Egitto dell'età tolemaica è affascinante, per accuratezza e fascino senza tempo.

La Grande Biblioteca di Alessandria, la culla del sapere dell'antichità e il centro nevralgico della conoscenza.

Fotografare la Grande Biblioteca di Alessandria ci consente di rivivere Agorà e le vicende di Ipazia, percepire l'aura di saggezza che circonda un personaggio così importante. Entrando al suo interno respiriamo quello che studiammo alle superiori, permettendoci di cercare su quegli scaffali le più importanti nozioni dei più grandi filosofi e filologi di quel tempo. Scattare una foto dall'editor di Assassin's Creed Origins ci riporta a Sofocle, Alcibiade, Omero e Socrate, alla drammaturgia e a quello che abbiamo studiato.

Se andiamo ad analizzare i loro testi, ritroviamo delle congruenze sulla luce del mondo, ciò che la fotografia manifesta anche nei videogiochi. Penso a Platone e al Mito della Caverna, che racconta della consapevolezza del mondo e di quello che abbiamo attorno a noi. Applicandolo alla fotografia, il discorso include anche il videogioco e lo affina mostrandone le potenzialità nascoste, in grado di risvegliare la nostra curiosità.

Odyssey focalizza la sua attenzione sull'ambientazione del Mar Egeo e sulle isole greche. Il deserto diventa un paesaggio rurale che amplia la direzione artistica di Odyssey rendendola persino un luogo quasi vacanziero durante la Guerra del Peloponneso, anche se non è il termine adeguato vedendo spartani e ateniesi trucidarsi a vicenda per conquistare più città-stato possibili per il dominio di tutta la Grecia.

Non può mancare anche Red Dead Redemption II di Rockstar Games, uno dei titoli più importanti di questa generazione. La modalità foto su PlayStation 4 arrivò prima che su Xbox One, la quale venne aggiunta un anno dopo dando così modo ai giocatori di scattare le fotografie di Arthur Morgan e la banda di Dutch Van Der Linde.

Atene è probabilmente la città-stato meglio realizzata in Assassin's Creed Odyssey.

Nonostante si tratti di uno spaccato fittizio degli Stati Uniti, le riflessioni che vengono alla luce sono nei confronti dell'ipocrisia del sogno americano mentre il mondo cambia a causa del progresso. La civiltà che avanza, Arthur Morgan che si ritrova ormai dalla parte sbagliata della storia e in perenne conflitto con se stesso. L'obiettivo dello scatto è tutto puntato su di lui, la sua vita e quello che prova.

Un'altra esperienza videoludica che presenta la modalità fotografica è quella dedicata a Marvel's Spider-Man su PlayStation 4 e al lavoro di Insomniac Games per riportare nuovamente alla ribalta uno dei supereroi più apprezzati dagli appassionati. Disponibile già dal lancio del gioco, la modalità foto di Spider-Man esalta lo scatto grazie a una New York City mai vista così viva. Ci fa capire l'importanza di essere dei fotografi che sventano rapine e oscillano da una parte all'altra sparando ragnatele, facendoci diventare Spider-Man.

La possibilità di scattare dei selfie focalizza l'attenzione su quanto sia diventato ormai un gesto quotidiano realizzarne dal proprio cellulare. Ci immerge nella vita di Peter Parker, che prima delle vicende raccontate in Marvel's Spider-Man lavorava al Daily Bugle come fotografo.

Abbiamo parlato di tanti titoli che presentano la modalità foto analizzandone uno a uno per importanza e contributo alla creatività del videogiocatore. Ognuno di essi ha differenze importanti al suo interno in base a tante proposte differenti, anche offrendo colori e filtri davvero splendidi. Ogni editor si amalgama col motore grafico e la direzione artistica di un'opera, portandola ad apparire come un quadro impressionista. Quando se ne parla come un vero e proprio gioco nel gioco, non è affatto errato: la condivisione coinvolge ognuno di noi.

Una delle tante situazioni casuali in Red Dead Redemption II.

Le preferenze che abbiamo sono personali e intime. La modalità foto si fonda su questo concetto. Tra le tante che è possibile utilizzare, quella di Death Stranding è una delle più appaganti: il Decima Engine di Guerrila Games, già visto in opera con Horizon: Zero Dawn, mira al foto realismo e lo rende ottimamente definito per com'è stato concepito da Hideo Kojima e il suo team.

Ora che poi Death Stranding è approdato su PC, la qualità grafica è ancora più rifinita e migliorata. L'editor è semplice, funzionale e sorprendente. Ogni messa a fuoco o filtro utilizzato è fluido, tanto da essere una parte integrante del viaggio.

In Death Stranding è il viaggio a essere al centro dell'esperienza. Riflette noi stessi sul mondo, ma mette a fuoco la parte più intima di noi, quella che non possiamo controllare: la connessione. Empatica e imprevedibile, si manifesta attraverso la comunicazione tra persone e ripercorre l'essenzialità degli scambi culturali spiegando l'esistenzialismo, la vita e il percorso che ci predispone per il futuro. Perché, giocandolo, ci rendiamo conto che il futuro è effettivamente nelle nostre mani, qualunque esso sia.

Una foto col filtro 'Cinema' indossando il costume dedicato alla filmografia di Sam Raimi.

Abbiamo citato solo alcuni titoli con la modalità foto integrata, ma ce ne sarebbero davvero troppi da elencare come The Last of Us Part II, No Man's Sky e Flight Simulator, che ne migliorano incredibilmente la portata e la qualità artistica.

In futuro, auspichiamo che From Software aggiunga nei suoi titoli la modalità foto perché si possano catturare degli scorci nella direzione artistica dei suoi titoli. Da sempre la squadra di Hidetaka Miyazaki è capace di creare dei paesaggi impressionanti, sensazionali e ispirati, come in Blooodborne o in Sekiro: Shadows Die Twice.

Sfruttare le sue potenzialità potrebbe essere una buona strategia per offrire un'esperienza ancora più intensa e profonda, dando magari la possibilità di scattare le proprie morti per farsi una risata. Chissà, Elden Ring potrebbe essere il primo videogioco From Software a presentarla per impressionare i propri appassionati.

La generazione che abbiamo vissuto è imponente, di riflessione e culturalmente potente, affascinante non passerà facilmente. Occorre dunque fare un ultimo scatto dedicato a questi anni così da non dimenticare nulla e tenerli nel cuore, ora che toccherà mettere via Xbox One e PlayStation 4. Una foto rinnova il ricordo e rassicura le proprie emozioni. Ci ricorda quanto di straordinario condividiamo assieme e quanto possiamo migliorare.

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Assassin's Creed: Origins

PS4, Xbox One, PC

Death Stranding

PS4, PC

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Nicholas Mercurio

Contributor

Classe '95, Nicholas ama i videogiochi difficili e gli RPG, non disdegna gli indie e fa incetta di titoli ogni volta che può, per riempire la sua preziosa collezione. Uno scapestrato, in tutto e per tutto.

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