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LittleBigPlanet

PiccoloGrande miracolo.

Si trattava di un gioco piccolo piccolo ma con grandi idee. Un carinissimo platform per PS3 ideato da uno minuscolo studio indipendente che desiderava che il mondo partecipasse alla sua creazione, che ne costruisse i livelli e ne condividesse i suoi tool. Ma con il tempo (e neanche poi così tanto, a dire il vero...), LittleBigPlanet è diventato un enorme progetto.

E' letteramente decollato, come uno degli imprevedibili skateboard a propulsione che fanno la comparsa nel gioco stesso. E' diventato il manifesto di una nuovo modo di videogiocare; addetti ai lavori e capoccia Sony ne hanno fatto per mesi uno slogan, parlando di comunità online interconnesse tra loro ed impegnate a creare costellazioni di contenuti, dipingendo LittleBigPlanet come un monello Spore in abbigliamento da skater.

Sony ha quasi avuto un attacco di vertigini di fronte a tanta gloria annunciata e a tanto amore: prima ha promosso i Sackboy (vale a dire gli irresistibili avatar protagonisti del gioco...) a vere e proprie mascotte della sua console, a paradigmi dello spirito scanzonato della nuova generazione PlayStation, e poi ha elevato LittleBigPlanet allo status di progetto a tripla A, al ruolo di blockbuster annunciato destinato a dare nuovo corso alla sua strategia. Si è arrivati a dire che questo sarebbe stato il titolo in grado di salvare PS3, di dare il la alla sua riscossa, e persino coloro i quali si sono innamorati a prima vista dell'opera di Media Molecule si sono domandati se un esperimento tanto bizzarro potesse reggere ad un carico simile.

E in mezzo a tutti questi proclami, una delle idee più puramente geniali del gioco si è un po' persa tra le righe: un'idea che per le persone finirà per valere -pad alla mano- molto più di tante chiacchiere e di tanto filosofeggiare in merito alle prospettive del Gaming 3.0, delle avveniristiche feature online del prodotto o della sbalorditiva libertà creativa offerta dai suoi tool. LittleBigPlanet si è lanciato nel tentativo di ridare nuova vita al divertimento nudo e crudo dei giochi basati sul muoversi a sinistra, destra e sul saltare. E' partito per un'odissea volta a rendere nuovamente appetibile ed emozionante il vecchio platform a scorrimento. Ed è tornato vincitore.

Con la sua bellezza “casalinga”, il suo fascino irreprensibile, il suo slancio selvaggio e la sua fisica “tattile”, LittleBigPlanet richiama alla memoria quel fantasmagorico classico del 1995 chiamato Yoshi's Island -e benché il gioco non sia assolutamente perfetto dal punto di vista del puro platforming, il paragone ci sta davvero tutto. La modalità Storia è composta da 20 curiosi livelli creati da Media Molecule, l'antipasto ideale per assaggiare il sublime gusto che LittleBigPlanet porta con sé.

Il lazo con cui i Sackboy gestiscono gli oggetti è una finezza deliziosamente sottile ma cruciale.

I giardini dell'Inghilterra dei Tudor; la savana africana; un matrimonio infestato dagli spettri in una versione alternativa del Sud America che ricorda da vicino l'immaginario di Tim Burton; e avanti ancora, lungo le badlands messicane, attraversando città degli States e lasciandosi cullare da reminiscenze mistiche di Giappone ed India, per arrivare ad una parodia in salsa siberiana del classico antro dei cattivi. L'idea è che per ogni step a tema un personaggio particolare, magari un re o un mago, decida lo scenario e lanci una sfida, nella stessa maniera in cui gli utenti verranno incoraggiati a fare in prima persona più avanti.

Il tutto ovviamente immortalato con l'indimenticabile direzione artistica del gioco, una sorta di sognante diorama fatto di cartoncino e spugna che mescola l'estetica casereccia dei lavori di Michel Gondry con l'inebriante surrealismo tutto humor e stop-motion dei programmi per bambini di qualche decina di anni or sono. Ed ecco che dal contrasto tra la stilizzazione fatta di plastica e legno e l'impressionante realismo nasce la magia: il rendering delle fonti di luce e le texture delle superfici sono scientificamente impeccabili, ed in generale grazie anche all'alta definizione quest'anno di certo in nessun altro prodotto vedrete una resa degli oggetti tanto palpabilmente reale. Personaggi, pericoli e ostacoli sono infatti costituiti interamente da oggetti del tutto quotidiani, da ninnoli di poco conto, da parti di materiali puri, adesivi, ingranaggi, corde e motori di vario genere.

I livelli creati di Media Molecule non sono soltanto un ottimo punto di partenza, ma piuttosto un fantastico gioco a sé.

E' un trionfo: un libro di schizzi in HD che prende vita, costantemente capace di deliziare e sorprendere, benché l'ispirazione in alcuni stage sia più palpabile che in altri (vedi i livelli giapponesi e indiani, vero e proprio apice visivo del pacchetto...). E vale la pena di giocare e rigiocare lo Story mode solo ed esclusivamente per soffermarsi con certosina attenzione ad ogni elemento del paesaggio, a qualsiasi minuzioso dettaglio o citazione. Un altro motivo per farlo è da ricercarsi nell'enorme numero di oggetti da collezionare nascosti per gli schemi: tutti assolutamente utilissimi e preziosi, dal momento che si tratta di adesivi, materiali, macchinari, decorazioni e tool da impiegare nella modalità Create del gioco oppure di parti da destinare alla personalizzazione del proprio Sackboy (che già di suo rappresenta uno piacevolissimo diversivo...).

Un'altra ragione per dedicarsi ancora e ancora ai livelli “già pronti” si trova nel multiplayer. Schemi e obiettivi restano identici -a parte qualche enigma specificamente pensato per essere risolto in multy- ma con più Sackboy a schermo LittleBigPlanet diventa una confusa e divertentissima festa fatta di competizione, collaborazione e allegria. Troverete apposite mini-gare, nonché la genuina lotta derivante dal contendersi le bollicine di luce che costituiscono lo score del gioco -bollicine che fra l'altro aumentano marginalmente i punteggi se concatenate le une alle altre (con tanto di delizioso accompagnamento sonoro) durante la raccolta. La visuale si adatta in maniera adeguata alle necessità di gruppo, e proprio giocato in questo modo LittleBigPlanet offre il meglio di sé, divenendo intrattenimento tanto irresistibile quanto immediato.

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LittleBigPlanet

PS3, PlayStation Vita, PSP

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Marco Mottura

Contributor

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