Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

Mario + Rabbids Kingdom Battle - recensione

Il miglior videogioco mai sviluppato in Italia?

Ubisoft riesce in un'impresa storica: prende i personaggi Nintendo, li mescola coi Rabbid e crea uno strategico sorprendente e accessibile.

Possiamo solo immaginare quello che è passato per la testa degli sviluppatori di Ubisoft Milan quando si sono accorti che il sogno diventava realtà: cresci con Super Mario e un bel giorno sei seduto al tavolo con Miyamoto che ti dice "ok, va bene, fatelo". Immaginiamo un misto di euforia e terrore, euforia perché "OMG Miyamoto-Mario-Nintendo!" e terrore perché, beh, sempre perché "OMG Miyamoto-Mario-Nintendo!", ovviamente.

Dopo avere visto gli ormai iconici occhi lucidi di Davide San all'E3 e aver visto Mario + Rabbids Kingdom Battle conquistare il titolo di migliore strategico della Gamescom (superando nomuncoli quali Total War, Age of Empires e Tropico), è finalmente arrivato il momento di giocarlo in lungo e in largo per vedere se davvero Italians do it better.

Riuscirà la produzione nostrana a sedersi al tavolo dei migliori giochi per Switch con Mario Kart, Splatoon 2, ARMS e Zelda? La creazione di uno studio di sviluppo relativamente piccolo potrà competere con l'apparente infallibilità della Grande N?

La missione di Mario + Rabbids Kingdom Battle non è affatto facile, soprattutto perché il genere scelto dal team milanese non è poi così trasversale, e l'idea di mescolare la follia dei conigliacci al Regno dei Funghi potrebbe non convincere lo zoccolo duro di mariofili. Già su questo punto arriva la prima rassicurazione: i Rabbids si sposano sorprendentemente bene con le atmosfere nintendose e il loro umorismo demenziale abbraccia i buffi dialoghi dei giochi nipponici creando un indovinato miscuglio di battute, gag fisiche e scenette nonsense ogni due per tre.

Guarda su YouTube

Se i continui rimandi alla passione per water, carta igienica e stura lavandini dei Rabbids sono un po' strani se affiancati a Super Mario, possiamo dire che le versioni nintendose dei conigli sono semplicemente splendide. Rabbid Mario, Peach, Luigi e Yoshi sono realizzati talmente bene che speriamo di vederli comparire in Mario Kart con un apposito DLC, o magari come lottatori nel prossimo Smash Bros. Non sono solo belli da vedere, anzi, il loro vero punto di forza è l'essere dei personaggi fatti e finiti con una personalità ben definita: non aspettatevi dei semplici Rabbid in costume, insomma.

Continuiamo con i complimenti a Ubisoft Milan puntando lo sguardo sulle ambientazioni, ora, perché anche qui dobbiamo ribadire che la quadratura del cerchio è riuscita per bene. Il Regno dei Funghi abbraccia la pioggia di oggetti conigliosi permettendoci di attraversare livelli insieme familiari e freschi ma, del resto, visto l'ottimo lavoro fatto sui personaggi, un Regno dei Funghi così può accompagnare solo.

Un fronte dove invece non siamo completamente soddisfatti è quello dell'accompagnamento sonoro, e fa strano dirlo visto che la firma sugli spartiti è quella di Grant Kirkhope (Banjo-Kazooie, Donkey Kong 64 e Perfect Dark, giusto per dirne 3) ed era lecito aspettarsi un discreto quantitativo di fuochi d'artificio. La colonna sonora del gioco, invece, ci è sembrata un po' scostante: ci sono momenti in cui vorresti alzarti e abbracciare il televisore (gironzolate attorno al castello di Peach e provate voi a non farvi venire un coccolone pensando a Super Mario 64), altri in cui non riesci a toglierti una canzoncina dalla testa (quella dei midboss) e altri invece in cui si farebbe volentieri a meno della musica (alcuni scontri hanno un accompagnamento troppo presente, che quasi sembra avere perso di vista la sua funzione). Occhio, capiamoci, non è che sia una brutta colonna sonora, semplicemente non è costantemente spettacolare come in molti speravamo.

Ci sono due tipi di coperture: quella piena ci mette al riparo dai colpi diretti, mentre la mezza copertura ci dà il 50% di possibilità di non essere colpiti.

Ma insomma ok la musica, ok i Rabbids, ma questo gioco com'è? Probabilmente già sapete che si tratta di una specie di XCOM (apparentemente) semplificato e con la saturazione dei colori al massimo, uno strategico a turni che francamente nessuno si aspettava e che invece centra tutti i bersagli del caso risultando davvero ben fatto.

Gli scontri puntano tutto sulla mobilità: i nostri eroi possono interagire tra loro per creare delle vere e proprie combo di spostamenti, attacchi fisici, abilità speciali e colpi a effetto capaci di dare una gran soddisfazione quando tutto fila per il verso giusto, o gettarci nel panico quando si dimentica di controllare la posizione di un nemico e ci si ritrova scoperti alla portata di uno di quei fastidiosissimi rabbid che sparano inchiostro.

Quasi ogni arma, infatti, ha la possibilità di attivare un effetto secondario all'impatto col bersaglio: l'inchiostro impedisce di utilizzare gli attacchi, il miele blocca sul posto, la spinta, ehm, spinge e via dicendo. La scelta di un'arma piuttosto che un'altra ha conseguenze importanti sullo stile di gioco ed evidenzia la profondità tattica di una produzione che solo a prima vista sembra semplificata.

Ogni personaggio ha le sue caratteristiche offensive e difensive e anche scegliere i componenti del terzetto vuol dire impostare in un modo preciso le partite: Luigi è il cecchino ma nel corpo a corpo rischia un sacco, Rabbid Mario è un tank, Rabbid Peach può curare i compagni e via dicendo. Anche per quanto riguarda i nemici la varietà non manca: le novità vengono introdotte man mano che si procede nell'avventura e cercano di tenere sempre vivo l'interesse per gli scontri che, grazie anche a una conformazione delle arene chiaramente ben studiata, fanno di tutto per costringerci a studiare strategie efficaci e non gettarci nella mischia a caso.

Alcune arene sono arricchite dalla presenza di 'pericoli ambientali', in questo caso vedete il pericoloso Categnaccio che attacca il nemico più vicino.

Quando non si combatte, poi, si cammina per l'overworld risolvendo semplici puzzle o andando a caccia di collezionabili e segreti, esplorando mondi ben caratterizzati (splendido il deserto ghiacciato con la musica che cambia a seconda che si attraversino zone calde o fredde) e sbloccando abilità speciali che permettono di accedere aree della mappa già esplorate ma precedentemente inaccessibili, e incontrare delle mini sfide da risolvere per guadagnare qualche monetina extra con cui comprare armi. Il più classico dei backtracking, insomma.

Dopo avere superato con profitto un mondo è possibile tornare a giocare i livelli che lo compongono per migliorare le proprie prestazioni, rimpinguare le casse e (soprattutto) ottenere un po' di quei globi viola che ci permettono di sbloccare e potenziare abilità per i nostri personaggi. Seguendo dei semplici alberi dei talenti possiamo infatti arricchire l'arsenale degli eroi e renderli sempre più efficaci: la differenza si vede eccome e tornare nei primi livelli coi personaggi potenziati vi farà sentire davvero efficaci.

Completano il pacchetto l'inevitabile collezione di artwork, modelli 3D e musiche e una semplice modalità cooperativa in cui due giocatori possono collaborare per superare livelli costruiti apposta (e purtroppo scollegati dall'avventura principale, ma sospettiamo sia per evitare il farming senza frontiere). Insomma, sul fronte della longevità non possiamo lamentarci anche perché il livello di difficoltà del gioco potrebbe mettere in crisi i meno vicini al genere e costringerli a provare più volte qualche scontro (al netto della citata modalità facile).

Se siete appassionati di XCOM è probabile che arriverete fino in fondo senza mai (o quasi) perdere una partita: è vero che la tattica non manca ma è altrettanto vero che se ne avete viste tante non verrete messi in difficoltà se non in qualche specifico caso. Se invece siete alle prime armi occhio, perché non mancherà qualche schiaffetto.

Gli amiibo di Mario, Luigi, Peach e Yoshi sbloccano delle armi utili per i primi livelli.

A questo punto possiamo dirlo chiaramente: la paura di ritrovarsi davanti a un raffazzonato crossover à la "Mario & Sonic e le Olimpiadi della Tristezza" è fugata da un lavoro di sviluppo evidentemente appassionato e di qualità. Il titolo Ubisoft sfiora addirittura l'ottimo, che però manca per qualche piccolo intoppo: nonostante lo sforzo per tenere varia l'azione, sembra inevitabile una certa ripetitività dopo tante partite, la colonna sonora poteva essere più ispirata, la telecamera non sempre riesce a farci vedere quello che vogliamo e sul fronte tecnico dobbiamo riportare qualche singhiozzo. Una volta il gioco si è chiuso inaspettatamente, mentre in altri casi abbiamo notato qualche zoppicamento nel frame-rate (niente di grave o di ricorrente, sia chiaro).

La risposta alla domanda iniziale allora è positiva, Mario + Rabbids Kingdom Battle ce la fa e va a sedersi lì di fianco ad ARMS, Splatoon 2, Mario Kart e Zelda tra i migliori giochi disponibili su Switch. Osiamo di più: potrebbe essere (è?) il miglior videogioco mai sviluppato in Italia perché riesce nella difficile impresa di profumare di nintendosità fino quasi a ingannarci, ha il coraggio di portare Mario in un genere inedito per il baffuto (e nemmeno così popolare), e lo fa con una grazia e una naturalezza che lasciano trasparire un enorme rispetto per Nintendo e tanto, tanto amore per i videogiochi.

A meno di non essere proprio agli antipodi dagli strategici a turni il consiglio è di comprarlo, e anche se l'idea di muovere i personaggi come pedine vi fa ribrezzo cercate di provarlo da qualche parte ,che magari è la volta che scoprite un nuovo genere. A rischio di risultare partigiani, speriamo che l'inevitabile successo di questa produzione permetta agli studi milanesi di Ubisoft, di solito non esattamente di primo piano sullo scacchiere del publisher francese, di far sentire il proprio peso.

Per quanto fosse difficile viste le emozioni dell'E3 e la stima per le persone coinvolte, abbiamo voluto valutare Mario + Rabbids Kingdom Battle con la maggiore imparzialità possibile tirandolo fuori dalla categoria "giochi italiani che si beccano una spintarella" e piazzandolo di fianco ai già citati titoli Nintendo. Ecco perché il voto non è un trionfale 9, quello rimane a Mario Kart 8 Deluxe e a Zelda: Breath of the Wild, ma sappiamo che un eventuale secondo capitolo potrebbe limare le poche asperità e conquistare il gradino più alto del podio.

8 / 10