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Mazinga è stato dimenticato dai videogiochi - articolo

L'effetto nostalgia non ha coinvolto alcuni classici, tra cui anche l'Uomo Tigre.

Nonostante siano passati decenni gli anni '80, sono ancora fra noi. Transformers, Hokuto no Ken (meglio noto in Italia come Ken Shiro), Tartarughe Ninja: fumetti e cartoni animati nati in quegli anni che non solo hanno saputo ritagliarsi frequentemente un posto nel mondo dei videogiochi, ma anche negli ultimi tempi, dopo oltre trent'anni dalla loro nascita, sono ancora qui. L'industria, invece, sembra aver dimenticato ciò che è venuto prima e che ha fatto la storia: Mazinga Z e l'Uomo Tigre per esempio. Come se ci fosse un'era pre-anni '80 che non viene considerata.

Parliamo di classici del mondo dell'animazione che hanno dato una grande spinta alla diffusione della cultura popolare giapponese in Occidente. Il primo è un enorme robot futuristico che combatte altri robot futuristici che vogliono conquistare il mondo. Il secondo, invece, è un lottatore di wrestling protagonista di battaglie molto violente sul ring attorno a cui si dipanano diverse vicende personali. E se possiamo dire che l'Uomo Tigre sia comunque sopravvissuto e tramandato - videoludicamente parlando - attraverso il personaggio di King in Tekken (palesemente ispirato sia esteticamente sia caratterialmente all'Uomo Tigre), di Mazinga Z, di Koji Kabuto e di Tetsuya Tsurugi (i due piloti protagonisti della serie) ce ne siamo dimenticati.

Di per sé si potrebbe semplicemente pensare che sono prodotti di un'era ormai lontana e dimenticabile. Eppure tale concetto risulterebbe anacronistico nei confronti di un medium che con il passato ha un rapporto molto appiccicoso; fatica a lasciarlo andare e sono tante le rimasterizzazioni di vecchi giochi oppure la ripresa di personaggi che sembravano persi nel tempo (pensiamo a ToeJam e Earl per esempio).

Sarebbe fantastico vedere i 'robottoni' di Mazinga in un'avventura specificamente pensata. Magari un hack and slash sul filone dei Dynasty Warriors.

E dire che l'anime di Mazinga sposerebbe molto bene un certo genere di videogiochi, come gli hack and slash sulla falsa riga di Dynasty Warriors. Basta guardare Mazinga Z: Infinity (disponibile anche in DVD), l'ultimo lungometraggio ispirato al lavoro di Go Nagai che sarà presto disponibile in formato home video, per capire subito perché.

La scena iniziale è eloquente: il Grande Mazinga (robot pilotato da Tetsuya Tsurugi) combatte dozzine di nemici robotici usando ogni genere di abilità al suo arsenale, fra raggi laser, spade diaboliche, enormi boomerang e pugni fotonici. Dopo di che arriva il "boss" di turno: il barone Ashura. Quello che in un picchiaduro definiremmo un uno contro uno, il tipico nemico di fine livello che nei Dynasty Warriors è l'ostacolo finale per superare il livello.

La storia di Mazinga Z: Infinity, continuando a tenere come riferimento l'ultimo prodotto cinematografico, sarebbe inoltre ideale per contestualizzare un videogioco altrimenti votato all'azione più pura e senza fronzoli. Dieci anni dopo la fine della guerra Koji Kabuto si è dato alla ricerca, in un mondo dove l'energia fotonica ha fatto fare un gigantesco salto in avanti all'umanità dal punto di vista tecnologico.

L'Uomo Tigre è senz'altro stato tramandato ai posteri attraverso il lottatore King della serie Tekken di Namco. Anche la sua storia riprende quella del protagonista Naoto Date.

Ovviamente non sarebbe un film di Mazinga se qualcosa non andasse storto: tutti i vecchi nemici del passato di Mazinga Z e del Grande Mazinga ritornano, minacciano il pianeta e promettono di disfarsi dell'universo intero. Ecco servito l'input necessario per giustificare le scazzottate.

Senza dimenticare che il cel-shading di Mazinga Z: Infinity (sarebbe meraviglioso per godere un'avventura di questo tipo. L'abbiamo vista applicata a Transformers: Devastation da Platinum Games con ottimi risultati, anche se probabilmente l'ideale per una trasposizione di Mazinga sarebbe sfumare un po' quei toni sgargianti per dare quel tocco meno saturo tipico di questa generazione di anime robotici.

Al contrario, i giochi sui "robottoni" non sono certo stati dimenticati, sebbene nel mercato occidentale rimangano una nicchia. Gundam, in particolare, è una serie che ha continuato a godere di un certo successo specialmente su console PlayStation. Questa serie è ancora più simbolica poiché, essendo originariamente uscita nel 1979, è più vicina cronologicamente al cartone animato di Mazinga Z.

Transformers: Devastation di Platinum Games sarebbe un ottimo punto di partenza per un gioco basato sul cartone animato Mazinga Z.

La serie Gundam su PlayStation 4 è già stata lanciata con diversi capitoli: New Gundam Breaker, Mobil Suit Gundam: Battle Operation 2, Gundam Versus, SD Gungam G Generation Genesis, Gundam Breaker 3 e Gundam Battle Operation NEXT.

Difficile dire perché Mazinga Z non sia riuscito a sopravvivere all'interno di alcune avventure di videogiochi. Di lui abbiamo soltanto un'impronta nascosta dalla neve del tempo: Mazinger Z per Super NES, realizzato da Winkysoft nel 1993 per Bandai e distribuito soltanto in Giappone. In un'era in cui le distanze fra le regioni del mondo non erano ancora accorciate da internet, il gioco è stato presto dimenticato ed è caduto nell'oblio.

Forse la natura "gigante" del Mazinga lo rende poco avvezzo alla dinamicità dei giochi moderni. Anche nell'ultimo film Mazinga Z: Infinity, che quindi gode di ogni strumento per modernizzare la visione originale, i movimenti sono "lenti" a causa delle enormi dimensioni del robot e del peso della gravità. Non è un difetto, è una caratteristica della serie. Nonostante la potenza di un ceffone fotonico (e siamo molto vicini al termine tecnico, in questo caso) di Mazinga possa far saltare le teste dei nemici, usiamo le virgolette perché rispetto ad altre serie come Transformers o Gundam, sicuramente la minore velocità è tangibile.

Resta comunque un cimelio della storia degli anime, recuperato al cinema grazie al lungometraggio animato. Peccato non lo sia anche della storia dei videogiochi.