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Come nasce un'interpretazione iconica? Lo spiega Michael Mando, l'attore di Vaas in Far Cry 3! - intervista

L'attore che interpreta Vaas in Far Cry 3 sul ruolo dei villain nella società contemporanea, tra barzellette e aneddoti.

Di cattivi memorabili, che hanno fatto la storia del medium, il mondo dei videogiochi ne conosce pochissimi. Ci sono quelli della serie Metal Gear, o l'Uomo Misterioso di Mass Effect, oppure Sephiroth, eterno antagonista di Cloud in Final Fantasy VII.

Ognuno di essi ha avuto sempre il vizio di essere molto lontano dal giocatore, rappresentando di frequente la connotazione più pura del male, mentre difficilmente ricordiamo un antieroe capace di scivolare sottopelle, catturando lo spettatore nelle morse del suo irresistibile fascino.

Vaas Montenegro di Far Cry 3 rientra in quest'ultima categoria, e non a caso è annoverato tra i villain in assoluto più riusciti di sempre. Ma da cosa deriva il suo successo? Com'è è possibile che un cattivo di secondo piano, che nella storia viene sconfitto a metà gioco, diventi in breve tempo il vero protagonista dell'opera in cui appare?

Abbiamo avuto la fortuna di poter rivolgere queste domande a Michael Mando, l'attore che prestò le sue sembianze a Vaas Montenegro, la cui interpretazione fu cruciale per la buona riuscita del personaggio. L'intervista che segue è colma di aneddoti e di dettagli intimi su quel periodo della sua vita, oltre che di punti di vista molto interessanti sul ruolo dei villain, che spesso finiscono col rubare la scena ai patinati eroi da copertina.

Eurogamer.it: Far Cry è una delle serie più importanti per uno dei publisher più grandi del mercato. Dopo diversi capitoli, però, il tuo villain, la tua interpretazione, è ancora ricordata come la più memorabile dell'intera serie, malgrado col tempo siano stati coinvolti personaggi e cattivi di spessore. Da cosa pensi possa derivare questo successo: dalla scrittura del personaggio o dalla tua interpretazione?

Mando ha sempre fatto di tutto per tornare a interpretare Vaas, un personaggio con il quale sembra avere un legame molto particolare.

Michael Mando: Grazie mille per quel complimento, lo apprezzo. Quando Ubisoft e io abbiamo co-creato questo personaggio, 8 anni fa, non sapevamo che sarebbe diventato così iconico, così celebre. Non ne avevo idea. Molto di Vaas fu costruito a partire dall'improvvisazione: ci facevamo delle domande insieme agli sceneggiatori, loro scrivevano qualcosa, me lo proponevano e io improvvisavo.

Non eravamo per niente sicuri della direzione in cui stavamo andando. Paradossalmente, sebbene il momento della "definizione di follia" divenne davvero virale, il personaggio avrebbe comunque dovuto rappresentare una piccolissima parte di Far Cry 3, e almeno inizialmente non era in alcun modo previsto che sarebbe apparso sulla cover del gioco.

Credo sia molto difficile riprodurre la formula che portò alla creazione di Vaas, anche perché altrimenti chiunque altro ci sarebbe riuscito, ma se devo tornare indietro coi ricordi a quei giorni cercando una spiegazione al successo del villain, credo che l'elemento chiave fu l'autenticità. Ero molto autentico, avevo qualcosa da dire all'epoca, lavoravo con persone molto collaborative e insieme abbiamo co-creato questa interpretazione attraverso uno sviluppo organico".

A quei tempi avevo l'abitudine di legarmi le dita col nastro adesivo, avevo un taglio alla moicana e indossavo un sacco di collane; ero davvero allineato col mood di Vaas e tutte queste cose sono confluite all'interno del personaggio. Quindi improvvisavo e gli sceneggiatori erano particolarmente recettivi alle mie idee.

Cosa più importante, a quei tempi avevo appena rotto con una ragazza che amavo davvero, mi faceva molto male ed ero un attore che non sapeva in che direzione stesse andando la sua carriera. C'erano tantissime emozioni che volevo sfogare ed esprimere in quel momento, e mi dicevano di lasciarle uscire tutte quante, cercando di costruire il carattere di Vaas in modo totalmente spontaneo.

Come confermato dallo stesso Michael Mando, il ruolo di Vaas ha cambiato per sempre la sua carriera.

Come si sarebbe approcciato a una ragazza in un bar, cos'avrebbe detto di suo padre, come avrebbe raccontato una barzelletta? Che senso dell'umorismo avrebbe avuto? Il personaggio si è quindi costruito praticamente da solo a partire dall'improvvisazione, avevo il desidero di esprimere qualcosa.

Eurogamer.it: È stato davvero così facile, per te? Così spontaneo? Non credo avessi esperienze nel recitare nei panni di un folle, quindi mi sorprende che non ci sia stata da parte tua alcuna preparazione in merito alla performance.

Michael Mando: Assolutamente, la verità è che non c'è stata molta preparazione, è stato un processo viscerale, organico. Mi avevano chiamato perché apprezzavano quello che facevo e io andavo molto d'accordo con lo staff, con il quale ero molto in sintonia. Un aneddoto diverte è quello della barzelletta della banana e dell'arancia, che ai tempi ci faceva sempre divertire tantissimo nonostante fosse molto stupida. La barzelletta non fa ridere in alcun modo, e non ci credo che ne stiamo parlando adesso dato che la raccontavo alla scuola di recitazione tanti anni fa, ma quando la dicevo nei panni di Vaas assumeva un significato totalmente diverso.

Eurogamer.it: [Noi siamo abbastanza convinti del fatto che sia Michael Mando ad interpretare Vaas e non il contrario, ma il modo in cui l'attore ci ha raccontato la barzelletta, guardandoci negli occhi e sibilandola con la stessa voce del villain di Far Cry 3, ci ha davvero messo i brividi e fatto venire qualche dubbio a riguardo.]

Mando: La storia parla di una banana e di un'arancia che camminano insieme sulla sommità di una ridente collina; il sole splende e loro sono felici, mentre tutto intorno il panorama è davvero bellissimo. L'arancia, rivolgendosi alla banana, le fa: "lo sai perché mi chiamano arancia?". E lei: "Non lo so, perché?". Continua l'arancia: "banana, lo sai perché mi chiamano arancia?". "No, non lo so perché?". "Banana, banana, lo sai perché tutti mi chiamano arancia?". "No davvero non lo so, dimmelo". E l'arancia: "perché sono arancione...". Questa barzelletta, che se raccontata in un contesto normale sarebbe solo che imbarazzante, intrisa dalla follia di Vaas diventava potente, intesa e spaventosa. Ecco quello a cui mi riferisco quando dico che il personaggio è venuto su da solo, attraverso idee originali e improvvisate.

Il momento della definizione di follia rimane tuttora impresso nella storia del nostro medium.

Eurogamer.it: È evidente che tu e Vaas siete profondamente legati: che emozioni hai provato nel tornare ad interpretarlo? Pensi sia il momento giusto per uno spin-off a lui dedicato?

Michael Mando: Dopo l'uscita di Far Cry 3 ho cominciato a ricevere sui social tantissimi tag di persone che si erano tatuate Vaas, o che adoravano porgli un tributo con dipinti e disegni, il personaggio era realmente entrato nel cuore della community. Mi sono reso conto di come Vaas abbia anche rivoluzionato la mia vita, lanciando la mia carriera sul piano internazionale: da Far Cry sono passato ad Orphan Black, e poi a Better Call Saul.

Penso continuamente a delle idee per il cinema, per la TV o per i videogiochi incentrate sul personaggio di Vaas, e sono sempre stato a stretto contatto con Ubisoft, ma il tempismo non era mai stato quello giusto. Ora sta tornando molto popolare un certo tipo di villain: il Joker di Joaquin Phoenix, Deadpool, e i De Niro di Taxi Driver o i Tyler Durden di Fight Club, sono tuttora molto apprezzati. Questi antieroi sono al centro della discussione e sono dovunque.

Eurogamer.it: Perché secondo te il pubblico adora così tanto questo genere di cattivi, quelli con un legame diretto con la follia?

Non posso parlare per gli altri personaggi ma, per quel che riguarda me, ciò che trovo interessante del personaggio di Vaas è che va sempre al limite, e poi lo oltrepassa. È un po' la stessa cosa che fa un'artista, affondando la sua mente nel suo subconscio, tirando fuori tutto e trasformandolo in un pezzo d'arte. Vaas è come un artista: va al confine della sua coscienza, si immerge nel suo subconscio e mette il dito proprio lì dove gli dà più fastidio, facendosi del male. Da spettatori è impossibile non rimanerne affascinati. Vogliamo sapere cosa c'è ancora più in profondità, cosa c'è dall'altro lato della sua follia.

Il cast della serie TV Better Call Saul include già due villain di Far Cry. Dopo Vaas Montenegro e Anton Castillo, ce lo vedreste Bob Odenkirk come cattivo del settimo capitolo?

Viviamo in una società così educata, così cordiale, ma abbiamo anche tutti questi impulsi che non sono affatto amichevoli. Cammini per la strada dicendo a tuo figlio di essere gentile con i suoi compagni di scuola, qualcuno ti taglia la strada sgarbatamente e il tuo umore cambia d'un tratto. I personaggi come Vaas ci permettono di esplorare quell'angolo oscuro della nostra coscienza.

I villain sono di frequente molto più popolari delle loro controparti anche perché siamo stanchi di essere fregati. Ci hanno sempre detto che gli eroi sono perfetti, si comportano in un certo modo, appaiono in un certo, specifico modo, e fanno quello che fanno un bene superiore. Come società, ci siamo accorti che sono tutte una montagna di sciocchezze. Quelle persone non esistono, e i villain smascherano questa stucchevole ipocrisia.