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Might & Magic X Legacy - prova

Nuove regole, vecchio feeling: un equilibrio difficile?

Quando la roulette redazionale ha estratto il mio nome per l'anteprima di Legacy, confesso di aver avuto un tuffo al cuore: d'altronde stiamo parlando del decimo (!!!) esponente di una serie che ha fatto letteralmente la storia del gaming pc.

Subito dopo però sono sorti i dubbi e la tipica ansia da oldgamer: la magia sarà sempre la stessa? Operazione commerciale o ritorno alle origini? Le prove in mio possesso d'altronde davano corpo ad entrambe le ipotesi: da una parte la mancanza di un background da parte di Ubisoft nel settore dei giochi di ruolo a turni duri e puri e un ultimo capitolo che non è di certo ricordato fra i migliori titoli di tutti i tempi; dall'altra il motto "nuove regole - vecchia scuola" che sembrava poter dar spazio ad una buona dose di speranze.

La risposta a queste domande, come sempre, può arrivare solo dalla prova su strada e quindi eccomi a condividere con voi le sensazioni emerse dal codice propostomi in una versione identica a quella che tutti coloro che attiveranno l'early access potranno sperimentare da oggi, ovvero con quattro delle dodici classi totali disponibili e il primo atto della storia alla mia mercé.

Decisamente old school.

Avviato quindi Legacy e giunti, dopo un breve filmato introduttivo utile per definire il contesto narrativo, nella prima delle diverse città che vi attendono sul vostro cammino, l'mpressione iniziale è di un ritorno ad un gameplay praticamente dimenticato: movimento a turni su quadretti, party composto da quattro personaggi ognuno dei quali caratterizzato dalla solita lista infinita di abilità e statistiche e nessuna idea precisa di quello che ci aspetta.

"L'impressione iniziale è di un ritorno ad un gameplay praticamente dimenticato"

Fin da subito però si palesano alcuni elementi stridenti con quanto la mia memoria collega al franchise di Might & Magic. Innanzitutto dovrete dare addio alla componente fantascientifica della serie: uno degli più peculiari dell'universo creato da New World Computing è stato infatti volutamente cancellato per fare spazio ad un mondo prettamente fantasy e, detto fuori dai denti, alquanto anonimo, soprattutto se confrontato con quanto visto in passato. Bestiario, strutture, magie, tutto richiama più uno Skyrim qualunque piuttosto che un World Of Xeen.

In seconda battuta la profilazione e la crescita dei personaggi, sebbene mantenga la classica componente di training, anche se per ora in misura limitata, risulta fin troppo guidata e priva di quello spessore che mi sarei aspettato di vedere: le quattro razze (uomini, orchi, nani ed elfi) non forniscono infatti sufficiente possibilità di personalizzazione e la mia più grande speranza al riguardo è che l'insieme delle classi, che ancora non è stato presentato in toto, renda la gestione puntuale del party più vicina all'innata capacità di creare la propria storia che è da sempre marchio di fabbrica di ogni titolo M&M.

Durante i combattimenti il gioco si inceppa ancora, ma c'è tempo per risolvere questo problema.

Affrontando poi le prime quest emergono altri due aspetti ben distinti: il primo è che gli sviluppatori hanno voluto cancellare dalla mente dei giocatori, questo sì come da tradizione della serie, il paradigma "tutto e subito": ogni piccolo passo avanti dovrà infatti essere sudato, con un massiccio back tracking per recuperare forze e energie e affrontare i nemici che si pareranno sul vostro cammino senza soluzione di continuità.

"La crescita dei personaggi sembra fin troppo guidata"

Il secondo è invece la triste constatazione che l'intero gameplay abbia subito di contro un deciso processo involutivo di semplificazione: auto mapping (al giorno d'oggi necessario), quest sempre in evidenza con la spiegazione di cosa fare e perché (e chiudiamo un occhio), barra rapida per selezionare pozioni e mana (primo duro colpo al cuore) e la mancanza della storica mole di segreti e enigmi, fatta eccezione per qualche leva sparsa in modo occasionale (achievement "mancamento" conquistato).

Il forte rischio è che gli amanti storici della serie, vedendo questo insieme di cose, si allontani in maniera aprioristica da Legacy senza neanche concedere l'attenuante di una prova; e sarebbe un peccato perché, nonostante tutto, l'avventura riesce fin dalle prime battute a coinvolgere grazie ad una storia che sembra poter riservare diverse sorprese e che cresce in maniera organica attorno alla gesta del proprio party.

La penisola di Agyn d'altronde mantiene sempre un fascino innegabile e la lotta intestina all'interno del Sacro Impero fra potere temporale e potere secolare, fra le città libere e il giogo dell'imperatore, rende il tutto particolarmente appetibile per chiunque abbia sete di avventura; su questo aspetto tuttavia torneremo con maggior cognizione di causa in sede di recensione.

"L'italiano è già confermato tra le lingue del gioco"

Se poi l'occhio vuole la sua parte, Legacy mostra anche quanto il budget a disposizione degli sviluppatori non sia molto elevato: gli effetti grafici così come le animazioni richiamano il passato più di quanto probabilmente fosse nelle loro intenzioni e lo stesso mondo di gioco risulta troppo poco interattivo per un titolo del 2013.

Se pensate ad esempio che l'interno degli edifici è spesso rappresentato da un'immagine statica e che per entrarvi dovrete attendere qualche istante per il caricamento, potete ben capire che i passi indietro in questo ambito sono evidenti rispetto anche al nono capitolo. E sebbene sia da considerare che non stiamo parlando di qualcosa di fondamentale per un gioco alla M&M, il biglietto da visita per i neofiti non è sicuramente dei migliori.

La classica forgia non può mancare in alcun fantasy.

Al piatto "tecnico" aggiungete infine qualche freeze durante i combattimenti, tale da costringere a ricaricare fin troppo spesso un salvataggio precedente e credo potrete aver chiaro che in questo comparto ci sia ancora diverso lavoro da fare prima dell'uscita.

"Non mancano i motivi per aspettarsi qualcosa di buono"

Già fin d'ora invece posso confermare la presenza dell'italiano fra le lingue del gioco, aspetto sicuramente importante per poter apprezzare appieno il ricco lore che da sempre contraddistingue la serie; la traduzione peraltro, salvo qualche comprensibile passaggio a vuoto, sembra già di buona fattura e quindi questo lo possiamo annoverare fra i punti positivi.

La vera domanda che emerge quindi dopo aver provato a fondo il codice finora disponibile è se gli sviluppatori, nel tentativo di accontentare sia i veterani che eventuali nuovi adepti, non abbiano creato qualcosa che rischi di essere il classico né carne né pesce con una leggere tendenza al pessimismo.

Ecco come sono al momento le schede dei personaggi.

Certo, le semplificazioni inserite sono la naturale evoluzione di un gameplay forse non più adatto alle nuove generazioni di giocatori di ruolo, ma allo stesso tempo, soprattutto se si sceglie un grado di sfida degno di tal nome, il rischio è che la gestione a turni e la lentezza nel progredire nella propria avventura rischino di essere ostacoli di non poca importanza anche per i neofiti che si è voluto attirare.

Arrivati a questo punto non resta così che attendere la versione definitiva del gioco, nella speranza che la maggior parte dei punti positivi maturi in maniera adeguata e che le promesse della vigilia vengano in qualche modo mantenute: motivi per aspettarsi qualcosa di buono ci sono e gli spazi di manovra, soprattutto se gli sviluppatori ascolteranno le schiere dei fan già molto attive anche in questa fase, fanno intravedere delle possibilità interessanti. Se poi sarà di nuovo un titolo epico, lo saprete fra quache mese.

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A proposito dell'autore
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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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