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MOTOGP 22 Provato: Verso la piena maturità

Il nuovo capitolo promette grosse innovazioni.

I titoli annuali come gli sportivi affrontano da sempre uno storico problema, soprattutto agli occhi del pubblico. D'altronde quella dell'innovazione è una strada irta di ostacoli, soprattutto se lo sport in questione non presenta cambi regolamentari. E lo abbiamo visto anche negli ultimi F1, con Codemasters che si è preoccupata di affinare quanto proposto in precedenza, mettendosi al lavoro sul contorno e su nuove modalità come Breaking Point.

Evidentemente anche in questa categoria si comincia a sentire il bisogno di narrazione, sdoganata da Electronic Arts con FIFA 17 e il suo "viaggio" con protagonista Alex Hunter, sceneggiato da Tom Watt, da sempre molto vicino alle storie dei calciatori. Ed è qui che comincia a inserirsi anche Milestone con NINE Season 2009, facendoci ripercorrere una delle stagioni più belle del motomondiale.

Gli oltre 50 minuti di riprese reali che raccontano le gesta di VR46 si alternano a sessioni di gameplay specifiche raccontate da Mark Neale, regista di alcuni dei migliori documentari dedicati alla MotoGP. In questa nuova modalità siamo così chiamati ad affrontare quanto realmente accaduto nel corso di quell'anno, con battaglie senza esclusioni di colpi, drammi e rivalse.

La stagione 2009 è stata d'importanza cruciale, visto il passaggio a un solo fornitore di pneumatici (Bridgestone) e il bando di alcuni aiuti elettronici, ed è stata ricordata per il ritorno alla vittoria di Valentino Rossi dopo due anni di digiuno, ormai incalzato da giovani talentuosi come Pedrosa, Lorenzo e Stoner.

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In questo contesto rivivremo, con brevi sezioni di gioco, alcuni degli eventi più importanti della stagione. Nei quattro dei diciassette capitoli disponibili abbiamo affrontato la potenza della Ducati di Stoner in Qatar e il suo difendersi con le unghie e con i denti da Lorenzo a Jerez, la riscossa di Pedrosa e abbiamo ovviamente rivissuto le gesta di Valentino Rossi in un mix narrazione-gameplay che sembra funzionare.

Il contesto è fondamentale, e in questo senso sono da intendersi le cutscene prima e dopo l'evento in grado di immergerci nel campo di battaglia che andremo ad affrontare. L'approccio è quello di Formula 1: Drive to Survive, che sembra aver fatto scuola negli ultimi anni anche se il lavoro Milestone sembra avere meno mordente, a causa di un narratore che fatica a restituire le emozioni di una stagione indimenticabile.

Si è cercato in qualche modo di replicare la tonalità di Neale, mettendo l'accento sulla tensione e la serietà di quello che stiamo per vedere e giocare. Una scelta che può essere condivisibile e che chiaramente va valutata nel complesso, anche se avendo a disposizione Guido Meda, che del racconto di questo sport è ormai una firma imprescindibile, sembra si sia persa un'occasione.

Nel complesso però la modalità sembra avere delle solide basi e rivivere il sorpasso di Rossi su Lorenzo nel GP di Catalogna vale sicuramente il prezzo del biglietto.

Le gare sul bagnato saranno ancora più belle da vedere.

Ma MotoGP 22 promette anche della sostanza nel migliorato modello di guida, con un'attenzione particolare su sospensioni e pneumatici, dotati di una fisica più raffinata. Nonostante manchi ancora più di un mese alla release finale, si possono già notare delle differenze soprattutto sui cordoli o in terreni sconnessi, con la moto che risente in maniera molto più chiara dei cambiamenti di pendenza e della traiettoria di gara.

Tutto questo lavoro, infatti, si sposa con una rinnovata gestione del tracciato, rendendo più netta la differenza tra linea gommata e il suo esterno: una volta usciti dalla traiettoria ideale infatti, la perdita di aderenza si avverte maggiormente, aumentando il rischio di bloccaggio dell'anteriore o perdita del posteriore, rendendo le gare molto più insidiose.

Questo perché la decisione di sorpassare un avversario prende in considerazione questi nuovi fattori, che uniti a consumo gomme e freni, portano la gestione della moto a una costante e attenta analisi.

Tutto il pacchetto, infatti, porta le innovazioni introdotte dal capitolo del 2019 su un nuovo livello, un amalgama che sembra aver trovato una sua quadra definitiva. Le varie moto a disposizione sembrano rispondere in maniera veritiera a tutte le sollecitazioni e con gli aiuti completamente disattivati si ha la sensazione di guidare qualcosa che semplicemente, non ci vuole in sella.

L'RHD in uscita di curva farà la differenza.

Parlare di simulazione nei titoli motociclistici è sempre un azzardo, visto che manca dell'hardware dedicato per solo pensare di avvicinarsi alla realtà: se per i racing game automobilistici abbiamo volante e pedaliera, per le moto è tutto più complicato, con il pad che diventa unico mezzo trasmissivo delle sensazioni di guida. Eppure, rispetto alle iterazioni precedenti, il nuovo MotoGP di Milestone sembra più vivo che mai, dando anche solo una breve occhiata a mezzi del tutto simili a quelli che vediamo in TV.

Questo vale dalle vecchie 500cc alle odierne MotoGP, divenute ormai dei mostri su due ruote paragonabili alle Formula 1. Tante sono le soluzioni aerodinamiche visibili sui vari mezzi a disposizione, che contano su di un'eccellente modellazione poligonale, ma la vera novità è l'RHD. Il Ride Height Device, introdotto da Ducati (ma al bando dal 2023-2024) è una di quelle feature in grado di cambiare completamente il nostro stile di guida e che farà una differenza enorme nel multiplayer se la si saprà padroneggiare.

Pensatelo come un sistema DRS in Formula 1, con la differenza che potrete utilizzarlo in ogni momento della gara. Essenzialmente, grazie alla pressione di un tasto, questo sistema abbassa il baricentro della moto per migliorarne l'accelerazione, il che la rende più veloce in rettilineo.

Ma la vera differenza accade in uscita dalle curve e dopo un po' di pratica ─ e tante cadute ─ si cominciano a vedere i tempi abbassarsi, segno che questa tecnologia funziona. Non è ancora chiaro se il sistema sia utilizzato dall'IA (evoluzione del sistema A.N.N.A), ma l'introduzione del RHD porta una nuova variabile nella gestione gara, ulteriormente approfondita da quanto detto in precedenza.

Senza Valentino Rossi mancherà inevitabilmente un po' di magia.

MotoGP 22 sembra dunque sulla buona strada, contando anche su un rinnovato comparto grafico (ma che andrà visto bene solo all'uscita), visibile soprattutto sulle animazioni dei piloti e contorno pista. Il nuovo lavoro di Milestone punta a divenire il miglior capitolo uscito finora grazie alle nuove feature di gameplay e a un racconto, NINE Season 2009, che sembra voler strizzare l'occhio a tutti gli appassionati di questo sport.

Questo farà tra l'altro da viatico al nuovo SBK che vedremo nel corso del 2022 e a un eventuale RIDE 5, titoli che possono ormai contare su solide basi.

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A proposito dell'autore

Marcello Ribuffo

Contributor

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