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Mythforce Provato, la carica degli anni ‘80 in un FPS originale e divertente.

Arriva in Early Access nella sala giochi di Epic un roguelite molto interessante…

Gli anni ‘80 hanno chiamato e vogliono il ritorno dei loro eroi. Così Mythforce si presenta a noi, con un video introduttivo che potrebbe essere tranquillamente la sigla di una serie animata (e sotto sotto speriamo che lo diventi), un misto tra He-Man e il serial di Dungeons and Dragons, due cartoni animati che tuttora occupano una fetta del nostro cuore da nerd.

Ed è proprio su questo sentimento di nostalgia che Mythforce fa leva: un tema veramente orecchiabile, animazioni di vecchia scuola e tanta azione fantasy,

Mythforce è uno sparatutto in prima persona ambientato in un universo prettamente fantasy, dove vestiremo i panni di 4 eroi con caratteristiche e abilità diverse, ossia Victoria, cavaliere senza macchia, Rico l’affascinante ladro, Maggie la saggia maga e Hawkins il ranger letale.

Ognuno di essi ha i propri punti di forza e ricopre dei ruoli all’interno del party, che non solo determinano il tipo di equipaggiamento a loro disposizione ma anche il posizionamento all’interno del gruppo, con Victoria ad esempio a fungere da tank mentre Maggie e Hawkins nelle retrovie a colpire a distanze i nemici e Rico, con pugnali e spade, è intento a colpire alle spalle i mostri che affrontiamo.

Mythforce però non è un semplice FPS in salsa fantasy ma anche un Roguelite di stampo classico. Ogni level up del party permette di scegliere due abilità nuove che verranno usate solo ed esclusivamente durante la run corrente.

Il look da cartone anni 80 si sposa benissimo con il gameplay di Mythforce.

La prima scelta influenza le nostre statistiche di base, permettendoci di aumentare i nostri punteggi offensivi o difensivi, oppure di curare il nostro personaggio, visto che subire danni è assai facile, e le pozioni non sono comuni. La seconda scelta aggiunge o potenzia una delle nostre abilità oppure i nostri danni con armi specifiche: frecce penetranti, danno da freddo che congela rapidamente i nemici, persino la possibilità di diventare un glass cannon (danno enormemente potenziato a discapito di una porzione considerevole della nostra vita).

Opzioni qui che possono generare sinergie non solo con l’equipaggiamento già in nostro possesso ma anche con il resto del gruppo. Avere un arco stordente in concomitanza con un abilità che infligge più danni ai nemici con questo status, sia essa scelta da noi o da un membro del party, permette di creare build sempre diverse e sempre adatte all’RNG che comunque contraddistingue questo titoli.

Ogni personaggio inoltre può equipaggiare fino a quattro armi diverse, un set di stivali e bracciali e un ulteriore oggetto magico, permettendo di cambiare e adattare ogni build combinando i nostri oggetti con i talenti acquisiti.

Come ogni roguelite che si rispetti, la morte dei nostri eroi, e la conseguente run fallita, non è mai sinonimo di game over. Il nostro party di avventurieri continua a guadagnare livelli di esperienza, sbloccando talenti passivi aggiuntivi che useremo per affrontare la successiva sfida, in un crescendo di trial & error tipico del genere. Ogni run può essere affrontata in un co-op fino a 4 giocatori o in solitaria, con ovviamente una difficoltà generale che scala così come il numero di mostri in ogni stanza.

La scheda del personaggio racchiude tutte le informazioni base del nostro eroe.

I nemici che affrontiamo, fanno parte dell’immaginario fantasy più puro, con scheletri, uomini lucertola e fungoidi bipedi, con ciascuno di questi archetipi composto da nemici da corpo a corpo, a distanza e maghi, rendendo ogni scontro in ognuna delle stanze che compongono i vari livelli (tutti generati casualmente) sempre vario e con sfide sempre diverse. A fare da contorno troviamo mini boss con immunità a danno magico o fisico, e stanze ristrette in cui bisogna sopravvivere per due minuti con decine di mostri in continuo respawn.

Il gioco, al momento appena sbarcato in early access sul launcher di Epic, presenta una sola missione, divisa in tre capitoli, con uno scontro finale col primo boss in un'arena da gladiatori. Le abilità e le mosse di Beastor sono fra le più classiche col lancio di rocce da evitare, cariche sfrenate contro il nostro team di eroi (che se evitate per tempo faranno sbattere il mostro contro il muro, dandoci la possibilità di colpirlo mentre stordito), e attacchi ad area da evitare.

Il livello di difficoltà generale è decisamente buono e non abbiamo mai avuto la sensazione di non essere in grado di sconfiggere i nemici, né tantomeno di affrontare ogni sfida senza sprezzo del pericolo. Ogni attacco fa decisamente male e con la scarsità di pozioni curative o di altari che ripristinano la salute, essere feriti gravemente può costarci caro una volta arrivati alla stanza finale. Le ondate di nemici arrivano da ogni angolo delle varie arene in cui combattiamo e diventa fondamentale il lavoro di squadra per avvertire i nostri compagni dell’imminente pericolo alle loro spalle.

Ovviamente ci sono difetti qua e là ancora da sistemare (hit box delle varie trappole da correggere, e problemi di lag se si gioca con amici in diverse regioni), ma per essere un early access Mythforce ha tanto di cui parlare bene. Sicuramente l’aspetto grafico da cartone anni ’80 è uno di questi, e si mescola perfettamente con l’azione talvolta frenetica di uno shooter adrenalinico.

Ogni run completata più o meno con successo ci fornirà punti esperienza per livellare il nostro personaggio e aggiungere infusioni e potenziamenti.

Mythforce non colpisce il nostro immaginario con tonnellate di poligoni, RTX che esce anche dai muri e super realismo, ma invece ci porta indietro alle sale giochi, ai pomeriggi spesi sui cabinati invece che studiare per l’interrogazione del giorno dopo. È un po’ un Dragon’s Lair della nuova generazione, non come genere sia chiaro ma come feeling. Un feeling di avere fra le mani qualcosa di unico e originale.

Non resta da vedere come il gioco evolverà nei prossimi mesi ma sicuramente Mythforce (e la sua campagna marketing sui social) sono da tenere d’occhio.

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Alberto Naso

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Appassionato di videogiochi fin dall'infanzia, non sembra voler smettere da adulto. Streaming, articoli e la gestione di un negozio di giochi riempiono le sue giornate, col desiderio di giocare sempre un'altra partita. Potreste incontrarlo molto probabilmente nelle vaste terre di Azeroth.

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