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Namco Museum Archives Volume 1 e 2 - recensione

C'era una volta...

Quando vi alzate dal divano esclamate spesso "Oplà"? La schiena vi inizia a fare male anche quando provate ad allacciarvi una scarpa? I cantieri edili iniziano ad esercitare uno strano fascino su di voi? Se avete risposto "sì" ad almeno due di queste tre domande i giochi di cui stiamo per parlarvi sono quello che fa per voi. Namco ha raccolto in due compilation buona parte dei titoli che nella Golden Age delle sale giochi le permisero di diventare uno degli sviluppatori arcade più acclamati.

Operazioni del genere non sono certamente nuove ma sempre più spesso vengono bollate come mosse commerciali intraprese per raggranellare soldi facili. Ci duole dirlo ma mai come in questo caso la definizione calza a pennello. Negli ultimi 20 anni Namco ha riproposto svariate volte i suoi titoli storici in raccolte volutamente incomplete per convincere il pubblico a completare la collezione sborsando un bel po' si soldi... in comode rate. La storia si ripete in questi due volumi che includono 11 titoli ognuno. Il trick anche questa volta consiste nell'includere in ogni "museo" un gioco inedito in occidente, un amo che sicuramente attirerà svariati pesci curiosi.

Dragon Buster II non è famosissimo in Europa, ma merita attenzione. È un antesignano dei dungeon crawler moderni che si ispira a D&D per Intellivision.

È opportuno a questo punto circoscrivere tali collezioni sia in termini di quantità che di qualità. La prima include pezzi storici come Galaxian, Xevious, Mappy, Dragon Buster, Sky Kid e The Tower of Druaga, presenze rare come quelle di Dragon Spirit: The New Legend, Splatterhouse: Wanpaku Graffiti e l'ottimo demake di Pac-Man Championship Edition. La seconda comprende altrettanti pezzi grossi: Pac-Land, Dig Dug II, Super Xevious, Galaga, Rolling Thunder, Battle City, Mappy-Land, Legacy of the Wizard, Dragon Buster II, Mendel Palace e l'inedita versione console di Gaplus.

Sicuramente i più vecchi tra di voi avranno notato assenze piuttosto gravi nella line-up e inclusioni tutto sommato trascurabili, ma questo è sempre accaduto in raccolte di questo tipo quindi non vogliamo infierire. Ciò che ci ha indispettito è ben altro. Chi come il sottoscritto si avvicinerà speranzoso a queste ennesime trappole nostalgiche, sperando in conversioni arcade-perfect, rimarrà leggermente spiazzato nel trovarsi di fronte alle ben più modeste versioni 8-bit, uscite a suo tempo su Famicom. Non fraintendeteci, stiamo comunque parlando di conversioni all'epoca eccellenti e tutt'oggi storicamente apprezzabili, ma innegabilmente inferiori alle edizioni da sala giochi. Decisamente più fastidioso è il modo in cui questi giochi sono stati ri-ri-ri-riproposti, una serie di menù che definire essenziali è davvero riduttivo. Nessun cenno storico, nessun artwork, scan o bonus veramente degni di un museo. Niente di niente, solo i giochi... anzi, le versioni inferiori dei giochi. È a dir poco irritante che tale penuria di elementi storici venga definita Museum Archives.

Cover image for YouTube videoNamco Museum Archives - Launch Trailer - PS4/XB1/PC/SWITCH

Tale pigrizia produttiva fa purtroppo passare in secondo piano l'innegabile qualità di alcuni titoli inclusi nelle collection, molti dei quali del tutto sconosciuti a molti di voi. Sapevate ad esempio che Mendel Palace è il primissimo gioco sviluppato da Game Freak, ovvero il team che ha creato i Pokémon? Che dire invece del simpatico Splatterhouse: Wanpaku Graffiti, versione "chibi-kawaii" del celebre gioco che scimmiottava Venerdì 13? Finora era rimasto confinato in Giappone, ora potrete giocarlo anche voi ma non avrete alcuna informazione sul suo conto tranne quelle che avete appena letto qui.

Gli esempi (negativi) potrebbero continuare e credeteci, ci dispiace davvero tanto affossare un prodotto che ha comunque il merito di riportare sotto i riflettori alcuni titoli storici, senza i quali molti giochi moderni probabilmente non sarebbero neanche esistiti. Non possiamo però fare finta di nulla, specialmente quando questi due volumi del Namco Museum vengono venduti separatamente ad un prezzo di 20 Euro ognuno. Visto l'esiguo peso dei download e la pressoché totale assenza di extra sarebbe stato molto più onesto proporre una singola compilation ad un prezzo non superiore ai 30 euro e magari sforzarsi un minimo di più con qualche piacevole... lezione di storia.

5 / 10

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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