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Napoleon: Total War

L’orgoglio di un generale.

Per meglio comprendere il discorso e permettere di portare qualche esempio concreto, è però necessario concentrare l'attenzione in maniera separata sulle due grandi aree che compongono Napoleon Total War: la modalità a singolo giocatore e, udite udite, il multiplayer. Quest'ultimo, mi sembra corretto preavvisarvi visti i recenti episodi che hanno coinvolto Empire, è stato foriero di diverse gradite sorprese, ma è giusto proseguire con ordine, seguendo quella disciplina che il generale francese ha saputo infonderci lungo le sue campagne.

Se siete degli amanti delle partite solitarie, le possibilità che vi vengono offerte risultano squisitamente ricche già alle prime battute: potrete scegliere infatti fra la modalità campagna, a sua volta divisa in tre macro scelte più un tutorial, oppure cimentarvi con una singola battaglia, andando a pescare in quel nutrito campionario che è stata la vita del generale francese.

Le tre diverse campagne affronteranno diversi periodi della vita dell’erede di Giulio Cesare, in virtù di un arco temporale complessivo forzatamente limitato: le prime due vanno ad approfondire in maniera puntuale le guerre ambientate rispettivamente in Italia e in Egitto, mentre la terza opportunità riprende la classica modalità “impero” già vista in altri episodi della serie, dove parteggiando per i francesi o una delle altre fazioni presenti in campo (Impero Ottomano, Inghilterra, Prussia, Austria e Russia), dovrete conquistare o difendere l’Europa dalla bramosia dei nemici, spingendovi fino ai confini della steppa.

Il dettaglio che è possibile ammirare negli scontri a terra rende ancora di più l'idea della grandiosità di questo titolo.

Come da tradizione, gestendo la campagna dovrete barcamenarvi fra diversi aspetti, dal migliorare le strade per permettere spostamenti più agevoli alle truppe, al trovare il giusto equilibrio tra progresso tecnologico e soddisfazione dei cittadini. Diverse infrastrutture produrranno ovviamente diversi benefit e già in questo ambito è possibile riscontrare delle novità interessanti: alcune risorse ad esempio non produrranno vantaggi dal punto di vista economico, ma dei plus nella ricerca, particolarmente importante per gestire al meglio le proprie terre nel lungo termine.

Anche sotto l’austero mondo della diplomazia si gioca all’innovazione, con la benvenuta possibilità di conquistare delle province, scegliendo allo stesso tempo di non tenerle però sotto lo stretto giogo militare: creare realtà indipendenti ma amiche contribuirà così ad alleggerire quel clima da “soli contro tutti” che era quasi un tratto distintivo della serie.

Se siete dei neofiti del mondo di Total War, non correrete però il rischio di fasciarvi la testa al primo impatto: se è vero infatti che il numero di variabili in gioco è particolarmente elevato, verrete d'altro canto introdotti dolcemente nella gestione delle stesse, attraverso il pratico tutorial citato poc’anzi.

La cavalleria, se isolata, rischia di soccombere velocemente.

Partendo dalla giovinezza di Napoleone, ripercorrerete così la sua ascesa e la sua formazione, con un approccio che particolarmente semplice all'apparenza, denota invece un'attenzione verso il giocatore che pensavamo oramai persa negli ultimi anni.

Se infatti ci poteva essere qualche tentennamento nell’immedesimarsi con un personaggio all'apparenza molto più vicino a un “super uomo” che a un comune umano, tale impostazione mitiga il tutto consentendo di calarci velocemente nei suoi panni.

L’esperienza complessiva della campagna può essere inoltre suddivisa in tre fasi distinte, ognuna delle quali richiederà di sviluppare abilità peculiari: battaglie via terra, schermaglie via mare e la gestione strategica ed economica della guerra.