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Narita Boy - prova

Una gemma nascosta in un mare di pixel.

Avete presente la storia di Tron e (in parte) quella del suo sequel Tron Legacy? Parlavano entrambi di esseri umani intrappolati in mondi... o meglio, in regni digitali nei quali vigeva una dittatura letale che governava con il pugno di ferro terre di silicio. Una sorta di Paese delle Meraviglie fatto di bit, sprite al neon e linee cinetiche. Narita Boy, action-adventure sviluppato dal giovane team spagnolo Studio Koba, è legato ai due sci-fi targati Disney al punto da citarli apertamente nel suo artwork principale, nelle atmosfere di gioco e nella colonna sonora ad alto tasso di Daft Punk. Ma le fonti d'ispirazione non si fermano qui.

È facile lasciarsi catturare dallo stile di questo particolare Metroidvania, in particolare se avete vissuto gli anni '80 in prima persona. Oltre ai forti richiami ai due film appena citati, Narita Boy fornisce una miriade di citazioni e strizzatine d'occhio ai capisaldi di quel decennio. Per prima cosa l'avventura si svolge all'interno di un monitor a tubo catodico, possiede quindi un filtro che ne distorce e ammorbidisce le forme, impreziosendole con quel retrogusto CRT che tanto ci piace. I menù sembrano usciti da una cartella scolastica di quell'epoca e che dire dell'icona di caricamento a forma di vecchio Walkman?

Un eroe che sembra uscito da Sword & Sworcery EP all'interno di un mondo in pixel-art pieno di citazioni anni 80. Non svegliateci.

Il gioco sembra fatto apposta per invogliarvi a cogliere tutti i riferimenti al passato. Un po' come avveniva in Ready Player One vi troverete all'interno di una storia che narra di un mondo virtuale il cui Creatore viene meno a causa di un'amnesia. Si viene subito a scoprire che tale incidente non è stato causato da un evento naturale bensì dall'intrusione nel mondo reale di una non ben precisata entità digitale malvagia che mira ad impossessarsi del Digital Kingdom. Ad ostacolare il suo piano interviene la Mother Board, programma di protezione del regno che richiama a sé l'eroe Narita Boy... ovvero voi.

Dietro tanta forma fortunatamente sembra esserci anche buona sostanza. La "semplice" missione di Narita Boy, chiamato a difendere il mondo digitale dall'ennesimo Oscuro Signore, nasconde un gameplay senza troppi fronzoli e piuttosto appagante. Nell'ora passata in sua compagnia abbiamo potuto apprendere i primi rudimenti sull'utilizzo della Tecno-Spada, l'arma che brandirete fin dall'inizio. Con essa dovrete spazzare via virus e bug scegliendo se utilizzarla come strumento da taglio o da fuoco. Come altri giochi prima di lui, Narita Boy ci lascerà scegliere come eliminare i nemici. Il modo più semplice consiste nel mettere insieme semplici combo affettando tutto ciò che si muove e saltando di tanto in tanto per schivare i fendenti avversari. Occhio però, alcuni di loro sono assolutamente invincibili all'inizio e gli basterà un semplice tocco per spedirci al Creatore.

Cover image for YouTube videoStudio Koba presents... Narita Boy!

In alternativa potremo tenerci a distanza e dispensare morte a suon di proiettili, anche qui però dovremo fare attenzione perché le cartucce saranno limitate e i colpi si ricaricheranno abbastanza lentamente. Entrambe le opzioni di attacco hanno una modalità secondaria che una volta caricata con la pressione prolungata del corrispondente tasto darà vita ad una sferzata potentissima con la spada, chiamata non a caso Home Run, o ad un'unica salva di fuoco in grado di spazzare via tutto ciò che incontra. Nella demo era possibile potenziare Narita Boy solo con alcuni dei poteri disponibili nella versione finale, sufficienti però per intravedere una buona varietà.

Per essere un gioco che non ha ancora una data di gioco precisa (dovrebbe uscire entro la prossima estate), Narita Boy è sorprendentemente "pulito" e completo. I comandi sono estremamente reattivi, le animazioni fluide e le situazioni proposte discretamente originali. Tutto scorre via in modo fluido, naturale e senza apparenti forzature. Anche le sezioni platform non sembrano particolarmente impegnative, segno che il team di sviluppo le ha inglobate nel prodotto come strumento al servizio dell'esplorazione e non come sfida a parte. Ci rimane da verificare la solidità della trama e l'elasticità delle meccaniche di gioco sul lungo termine, ma per questo avremo tempo in sede di recensione.

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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