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New Nintendo 3DS: meglio tardi che mai? - editoriale

La nuova scommessa di Nintendo è azzardata ma necessaria.

L'annuncio del New Nintendo 3DS, in sé, non ha sorpreso nessuno. Nel corso degli ultimi 20 anni Nintendo ci ha talmente abituati a veder giungere sul mercato versioni ridisegnate dei propri hardware portatili, da aver ormai trasformato la pratica in una routine assolutamente prevedibile.

Facendo un rapido excursus storico, ricordiamo come al Game Boy originale siano seguite svariate versioni di GB Pocket e GB Color, mentre la generazione successiva ha visto modifiche ancora più radicali, con la trasformazione del primo Game Boy Advance (privo di retroilluminazione) in GBA SP e poi in Game Boy Micro. Tutti ricordiamo, infine, la storia del Nintendo DS, che dal mattone originale si è trasformato in DS Lite, ha guadagnato pollici con il DS XL e persino aggiunto una fotocamera ed un software completamente nuovo con la revisione DSi.

Insomma, il fatto che nei laboratori di Kyoto si stesse preparando un "nuovo" 3DS è davvero una non-notizia, una cosa su cui nessun bookmaker sano di mente avrebbe mai accettato una scommessa. Quella che forse non tutti si aspettavano, però, è la sostanza del New Nintendo 3DS: per la prima volta nella sua storia, la casa di Mario lancia infatti sul mercato una revisione hardware che non si limita ad ottimizzare il design, correggere qualche errore ed aggiungere qualche feature secondaria, ma va a modificare quello che è lo stesso cuore dell'esperienza di gioco e da sempre rappresenta il punto focale su cui si concentrano tutte le attenzioni dell'azienda: il sistema di controllo.

Come sappiamo, oltre ad una serie di migliorie hardware (come ad esempio una CPU più potente, un effetto 3D migliorato e il supporto all'NFC), il New Nintendo 3DS integra infatti un secondo stick analogico e altri due tasti dorsali.

Nintendo ci ha abituati, nel corso degli ultimi 20 anni, al lancio di innumerevoli versioni ridisegnate e ottimizzate delle sue console portatili. Ma nessun redesign aveva mai modificato in modo così netto il sistema di controllo.

Nintendo ha sempre dedicato un'attenzione maniacale al modo in cui interagiamo con le nostre console, tanto da aver sostanzialmente inventato tutte o quasi le caratteristiche dei controller attuali. D-Pad, tasti dorsali, stick analogici, vibrazione, giroscopi: tutte queste novità sono state introdotte da Miyamoto e soci, una generazione hardware dopo l'altra. Mai, però, era successo che una delle loro macchine venisse trasformata in modo così sostanziale nel corso del suo ciclo vitale.

C'è da chiedersi cosa sia successo per spingere Iwata e il resto della dirigenza ad un passo tanto azzardato. Se è vero che la comunità dei gamer (e dei developer) ha sempre esercitato pressioni perché questa feature venisse introdotta, andando ad uniformare il sistema di controllo del 3DS a quello della maggior parte delle altre console sul mercato, è altrettanto vero che Nintendo ha storicamente dimostrato poco interesse nei confronti di questa tematica.

In una prima fase, oltre a citare difficoltà tecniche e questioni di spazio, ha persino alluso al fatto che la presenza di un solo stick fosse dovuta ad una precisa scelta di design, per far sì che sulla sua console venissero realizzati titoli veramente pensati in chiave "portatile", e non semplici conversioni dei giochi per le console domestiche.

Poi, di fronte all'esigenza palese, almeno per alcuni titoli, di un sistema di controllo più approfondito, ha risposto con quello che a tutt'oggi resta uno degli add-on più singolari e oggettivamente brutti della storia del gaming, talmente sgraziato da far fatica a credere che venga dalla stessa Nintendo che ha creato alcuni tra i joypad più belli di sempre: il Circle Pad Pro.

Il secondo stick, a prima vista, appare minuscolo e piuttosto scomodo, ma dà al nuovo 3DS quella profondità di controllo che secondo molti gli mancava.

Il suo messaggio, però, è sempre rimasto piuttosto chiaro: i titoli che sfruttano un secondo stick, su 3DS, sono un'eccezione, una rarità tale da far sì che il loro utilizzo sia relegato all'impiego di una periferica dedicata. Adesso, improvvisamente e con abbondante ritardo rispetto al lancio originale, Nintendo ha cambiato del tutto idea. Ottenendo una prima reazione a caldo, da parte del pubblico, abbastanza controversa.

Da una parte c'è una larga fascia di giocatori interessati al nuovo hardware: chi prima aveva scartato il 3DS, magari proprio per il suo sistema di controllo "mozzato", adesso ha senz'altro un motivo in più per prenderne in considerazione l'acquisto. Dall'altra parte della barricata, però, ci sono molti milioni di acquirenti che già possiedono un 3DS e vedono ora il loro modello soppiantato da una nuova versione che, sostanzialmente, li taglia fuori e li lascia in possesso di una console obsoleta.

Conosciamo bene la volubilità del pubblico di Internet: le esplosioni di rabbia nei forum avvengono regolarmente anche per l'annuncio di un nuovo colore o di una edizione limitata; del resto, c'è sempre chi ha comprato la console ieri e si vede annunciata la nuova versione oggi. Ma in questo caso ci sentiamo di dire che la perplessità e la delusione dei fan Nintendo sono più motivate, e potrebbero rappresentare un problema non di poco conto.

Quanti possessori di 3DS accetteranno l'oneroso compito di effettuare l'upgrade, così avanti nel ciclo vitale della console, e quanti invece sceglieranno di rimanere con il loro hardware attuale, precludendosi la possibilità di giocare i titoli che richiedono un doppio stick? Frammentare l'utenza in questo modo, nella storia dei videogame, si è sempre rivelata una mossa pericolosa, anche e soprattutto per gli sviluppatori, che si trovano nella difficile situazione di dover scegliere se creare un gioco per la platea completa oppure se restringere il proprio bacino d'utenza inserendo feature desiderabili ma a cui non tutti possono avere accesso.

Con il nuovo 3DS, Nintendo continua a puntare sull'effetto 3D. La tecnologia, apparentemente, è migliorata, ma sarà sufficiente a riaccendere l'interesse nei confronti di una feature poco desiderata?

D'altro canto, il nuovo Nintendo 3DS è senz'altro un prodotto interessante. Bisognerà verificare molti aspetti del suo funzionamento reale (il nuovo stick e i due tasti dorsali aggiuntivi, ad esempio, non sembrano affatto comodi a prima vista...), ma nel complesso la console sembra avere senso e sicuramente un posto sul mercato. Il suo problema maggiore, se ce n'è uno, è probabilmente che il Nintendo 3DS avrebbe dovuto essere questo sin dall'inizio.

Prendiamo in esame anche l'effetto 3D. Talmente centrale da aver dato il nome alla console, era stato successivamente abbandonato sia dai developer che dai gamer in quanto, fondamentalmente, non funzionante. Addirittura la stessa Nintendo sembrò ammettere la sconfitta con il lancio dell'inaspettato 2DS, ma ora che il capitolo sembrava chiuso o quasi... torna alla carica annunciando una funzionalità 3D "migliorata" nella sua ultima revisione hardware.

Con un po' di malizia, potremmo concluderne che il 3DS originale sia arrivato sul mercato in una forma acerba. Adesso, nel 2014 e dunque a ben tre anni dal suo lancio originario, ammesso che tutte le nuove feature si rivelino effettivamente funzionali al punto giusto (aspettiamo di potervelo dire con una recensione hardware completa), il New Nintendo 3DS appare come un hardware più maturo e completo, nonostante la sua potenza grafica sia ormai decisamente modesta.

Basterà questo a garantirgli quel successo sul mercato globale che, contrariamente a quanto si sente spesso dire in giro, tuttora gli manca? Guardando ai dati di vendita, la ragione che potrebbe aver spinto Nintendo ad intervenire in modo così insolito e radicale sul suo hardware appare più evidente.

Con quest'ultima revisione, il 3DS diventa quella macchina matura che avrebbe dovuto essere da subito. Resta da scoprire quanto sarà reattivo il mercato, a 3 anni di distanza dal lancio del modello originale.

Il 3DS nella sua forma attuale vende benino, ma non benissimo. Prendendo in considerazione i numeri dei suoi due predecessori, qualcuno potrebbe addirittura spingersi fino a considerarlo "un fallimento". Replicare l'incredibile performance sul mercato del "fenomeno" DS era probabilmente impossibile, date le condizioni fortemente mutate del mercato dei videogiochi in mobilità, ma che anche le vendite del ben più umano GBA siano ancora un lontano miraggio è forse una brutta sorpresa per i vertici di Kyoto.

A conti fatti, il 3DS rischia di essere la console portatile meno venduta nella storia di Nintendo (fatto salvo lo sventurato Virtual Boy), e questo ovviamente sarebbe un risultato di cui essere ben poco felici.

Scopriremo nei prossimi mesi se e quanto questa operazione "nuovo 3DS" aiuterà la console portatile di Nintendo a imporsi con maggior forza sul mercato, oppure se i sempre più insistenti rumor sull'arrivo a breve del suo successore (che darebbe dunque al 3DS un ciclo vitale decisamente breve: circa 4 anni come il GBA) finiranno per rivelarsi veritieri...

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Luca Signorini

Contributor

Luca gioca e scrive da quando ha scoperto le meraviglie del pollice opponibile. È giornalista ma soprattutto appassionato; non gli toccate Metroid, Stallone, i Black Sabbath e la carbonara e sarete suoi amici per sempre.
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