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Activision Blizzard ha licenziato più di 20 dipendenti dopo le prime accuse di molestie

Altri impiegati di Activision Blizzard hanno affrontato 'diversi tipi di azioni disciplinari'.

Secondo Frances Townsend, executive vice president for corporate affairs di Activision Blizzard, più di 20 dipendenti della compagnia sono stati licenziati da quando sono emerse le prime accuse di molestie. Inoltre, più di altri 20 hanno affrontato "altri tipi di azioni disciplinari".

Gli annunci di Activision Blizzard sono arrivati ​​come parte di un aggiornamento più ampio in cui Townsend ha delineato la risposta del publisher alle varie accuse che hanno perseguitato l'azienda dall'estate. Gli annunci includono l'aggiunta di altre tre posizioni al team Ethics and Compliance dell'azienda, con altre 19 pianificate per il futuro. Activision Blizzard ha anche affermato che "triplicherà" il suo investimento in risorse di formazione.

Non è chiaro se l'annunicio di Activision Blizzard includa gli importanti veterani Blizzard Luis Barriga, Jesse McCree e Jonathan LeCraft, che sono stati licenziati dalla compagnia ad agosto.

Il messaggio di Townsend è stato inviato via email ai dipendenti e pubblicato anche sul sito web aziendale di Activision Blizzard. È stato pubblicato lo stesso giorno in cui Activision Blizzard ha chiesto ai tribunali di sospendere brevemente i procedimenti relativi alla causa del California Department of Fair Employment and Housing [DFEH]. Activision Blizzard sta anche cercando di spostare il caso in un tribunale specializzato in contenziosi complessi, potenzialmente bloccando o addirittura "uccidendo il caso". Activision Blizzard aveva precedentemente annunciato un accordo con la U.S. Equal Opportunity Commission per 18 milioni di dollari.

Townsend non è stata immune alle critiche nel corso del caso. Ad agosto, si è dimessa da sponsor dell'ABK Women's Network dopo aver pubblicato una dichiarazione in cui affermava che le accuse che circondavano la società erano "distorte" e "false".

Accuse di molestie sessuali, discriminazione e abuso di donne e di altri gruppi emarginati hanno circondato l'azienda da quando la causa è emersa per la prima volta a luglio. Il conseguente sciopero ha costretto Activision Blizzard a fare i conti con un modello di cattivo comportamento che dura da più di un decennio, con l'ex presidente J. Allen Brack tra quelli costretti a dimettersi di conseguenza.

Da allora Activision Blizzard ha promesso di affrontare la sua cultura interna tossica fornendo pagamenti per i dipendenti interessati. Nel frattempo, Blizzard in particolare continua a subire una notevole fuga di talenti.

Fonte: IGN.

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Matteo Zibbo

Contributor

Appassionato di videogiochi e musica (quella più rumorosa e veloce possibile), ha un'insana passione per i GdR occidentali che gli sta condizionando l'esistenza.
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