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Angry Birds, gli sviluppatori denunciati in New Mexico per violazione della privacy dei minori

Rovio Entertainment, da Angry Birds a Angry Lawyers.

Lo scorso mercoledì, il procuratore generale del New Mexico ha sporto denuncia alla corte federale, citando in causa Rovio Entertainment, gli sviluppatori del noto titolo mobile, Angry Birds. Il motivo? Violazione della privacy dei minori.

L'accusa, guidata da Hector Balderas, sostiene che Rovio abbia volontariamente raccolto e rivenduto i dati personali dei suoi giocatori, specialmente quelli di bambini e minori di 13 anni.

La denuncia spinge sul fatto che Rovio "predi" sui bambini, spingendo all'acquisto di microtransazioni attraverso le sue applicazioni e i vari media sotto il suo controllo, creando annunci personalizzati ad hoc.

"Rovio monetizza sui bambini filtrando a loro insaputa le loro informazioni personali mentre giocano alle app di gioco di Angry Birds, usando poi quei dati sensibili per sfruttamento commerciale. L'informazione sarebbe poi affidata a network marketing di terze parti per mostrare al bambino delle pubblicità personalizzate. Questa condotta mette in pericolo i bambini del New Mexico, impedisce ai parenti di proteggere i loro figli e la loro privacy, oltre a violare le leggi federali e di Stato.".

Balders sostiene che, in ottemperanza alla legge federale COPPA (Children's Online Privacy Protection Act), gli sviluppatori di videogiochi destinati a pubblico giovane devono ricevere il consenso esplicito dei genitori, prima di raccogliere i dati dei giocatori minorenni, cosa che Rovio non avrebbe fatto.

L'accusa del procuratore si chiude, con la richiesta di un risarcimento monetario per i danni creati dalla violazione della privacy, oltre ad un'ingiunzione per proibire a Rovio di raccogliere altri dati in futuro.

Non sarà di certo la causa più importante degli ultimi tempi, specialmente quando abbiamo fra le mani Apple vs Epic e la California contro Activision-Blizzard, ma anche le future tribolazioni legali di Rovio meritano attenzione, specialmente quando di mezzo c'è la privacy dei bambini.

Fonte: Jurist