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GTA V è diventato realtà grazie a rinvii e periodi di crunch multipli, parola di uno sviluppatore

Dopo Cyberpunk 2077 emergono altre testimonianze di crunch.

Il crunch, per chi non lo sapesse, è il periodo di tempo prolungato che costringe i dipendenti a lavorare ben oltre le normali ore lavorative. Nel mondo videoludico è un termine ormai tristemente noto e diffuso, dato che è una pratica comune all'interno degli studi più importanti del settore.

L'ultimo caso di crunch che ha fatto scalpore è stato quello legato al rinvio di Cyberpunk 2077. Nonostante si credi che un rinvio equivalga a lasciare più tempo agli sviluppatori di portare a termine il loro operato, senza farli sforzare troppo, CD Projekt ha rivelato che i dipendenti dovranno lavorare duramente nonostante la scadenza sia stata spostata di parecchi mesi, ovvero che dovranno sottoporsi a crunch fino a settembre, il mese d'uscita di Cyberpunk 2077.

Ovviamente, come potete immaginare, lunghi periodi di straordinario, prolungati per settimane, se non mesi, sono terreno fertile per stress, crolli emotivi e sintomi di depressione e questo è il pericolo principale del crunch che molti cercano di eliminare, con risultati variabili.

Ora che in rete si sta diffondendo il messaggio che "rinvio non equivale a relax per gli sviluppatori", sempre più testimonianze stanno emergendo da chi si è dovuto sottoporre a crunch nonostante i rinvii delle loro opere.

In questo caso, la nuova dichiarazione arriva da un ex-dipendente di Rockstar, Liam Edwards, il quale su Twitter ha raccontato la sua storia, legata al popolare Grand Theft Auto V:

"GTAV è stato rinviato tre volte. Ogni volta significava che dovevo lavorare in straordinario per 6 mesi."

Considerando che non esistono sindacati per gli sviluppatori, potete immaginare perché il crunch non venga denunciato come negli altri ambienti di lavoro: senza una protezione sindacale, i lavoratori vivono nel costante timore di perdere il proprio posto di lavoro, se non appaiono volenterosi agli occhi della dirigenza, che potrebbero punirli se non si sottoponessero a delle ore di straordinario "volontario".

Ovviamente, questo non vale in tutte le case di sviluppo, ma la pratica è comunque diffusa e merita di restare sotto i riflettori mediatici. Cosa ne pensate?

Fonte: Twitter

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Marcello Ruina

Contributor

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