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GTA V e i videogiochi violenti proibiti in USA? 'Nessuna correlazione tra la violenza su schermo e quella nel mondo reale'

La storia si ripete.

Siamo certamente stufi di vedere i videogiochi additati come capro espiatorio delle escalation di violenze perpetrate periodicamente in vari Stati dell'Unione americana. E certamente lo è anche la ESA, l'Entertainment Software Association, ovvero l'organizzazione di categoria dei videogiochi negli Stati Uniti, che in queste ore ha risposto alle miopi lamentele del legislatore Democratico Marcus C. Evans, che vi abbiamo raccontato essere convinto del concorso di colpa dei videogiochi violenti nell'istigare a commettere crimini, come avvenuto negli ultimi tempi, a Chicago.

Il tutto tradotto in un delirante progetto di legge (non il primo e, temiamo, neanche l'ultimo) che propone la messa al bando generica -non solo ai minori!- di videogiochi violenti, con pene pecuniarie severe ai contravventori.

L'ESA non si è fatta attendere nella sua risposta, in realtà molto semplice e di buon senso, la linea che è sempre consono adottare davanti a casi come questi: "Nonostante la nostra industria comprenda e condivida le preoccupazioni in proposito a quanto sta accadendo a Chicago, semplicemente non c'è evidenza del legame tra il divertimento interattivo e la violenza nel mondo reale".

"Crediamo che la soluzione a questo complesso problema risieda nell'esaminare con accuratezza i fattori effettivi che portano a certi comportamenti, piuttosto che additare erroneamente i videogiochi, incolpandoli solo sulla base di speculazioni". Ricordiamo, ad ogni modo, che proposte di legge del genere lasciano il tempo che trovano e difficilmente ricevono effettivo seguito, anche perché la Corte Suprema si è espressa precedentemente, in merito alla questione, deliberando che provvedimenti del genere andrebbero contro il Primo Emendamento.

Fonte: GameSpot