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Harada: la rinascita degli sviluppatori giapponesi? "Il Giappone non tornerà mai al top"

Le dure parole del producer di Tekken.

Tra il 2016 e il 2017 abbiamo potuto assistere all'uscita di diverse produzioni di qualità di stampo nipponico. Si tratta di giochi di assoluto valore che in un certo senso potrebbero essere considerati come una seconda giovinezza per gli sviluppatori del Sol Levante.

La domanda sorge spontanea: il Giappone è tornato a dominare la scena videoludica? Il producer e figura storica di Tekken, Katsuhiro Harada, è da sempre piuttosto scettico nei confronti dello stato di salute dell'industria giapponese. The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Resident Evil 7, Nier Automata, The Last Guardian e NiOh sono riusciti a fargli cambiare idea? Ecco le sue parole riportate da Finder:

"Sono stato una delle prime persone, negli anni novanta, ad affermare che lo sviluppo giapponese era finito e non posso dire di aver cambiato la mia opinione. Ci sono alcune hit ma il Giappone in passato veniva considerato il meglio dello sviluppo. Poi è letteralmente precipitato e mentre potrebbe sembrare migliorato rispetto a qualche anno fa, non è cambiato così tanto. Paragonato agli USA, là ci sono molti più sviluppatori anche solo per la popolazione. Ci sono molti più fondi. La grandezza dello sviluppo è qualcosa con cui i giapponesi non potranno mai competere. Anche se ci sono alcuni giochi che solo iiapponesi (e a volte fanno molto bene) il Giappone non tornerà mai più a essere il top dello sviluppo. Questa è la nostra posizione: è una visione realistica. Immagino si possa dire che non siamo troppo in alto né troppo in basso".

Cosa pensate delle parole di Harada? Nonostante le recenti hit il Giappone è effettivamente indietro?