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Che legame c'è tra i videogiochi e la disoccupazione giovanile?

Una ricerca di quattro economisti commentata dal The Economist.

Nel 2016 l'industria videoludica è stata una delle più proficue, muovendo prodotti per oltre 100 miliardi di dollari. Lo stesso anno quattro economisti, di nome Mark Aguiar, Mark Bils, Kerwin Charles e Erik Hurst, hanno pubblicato una ricerca che mette in relazione il successo dei videogiochi con l'occupazione giovanile.

In particolare, i quattro ricercatori sostengono che una delle cause del grande aumento dei giovani ventenni disoccupati tra il 2000 e il 2015 sia proprio legata ai videogiochi, considerati come uno "svago di lusso".

Tutto il tempo speso a giocare sottrarrebbe infatti risorse ai giovani, in particolare nei maschi, che potrebbero sfruttare invece per cercarsi un lavoro. I videogiochi fungerebbero quindi da anestetico che monopolizza la vita delle nuove generazioni, che preferiscono trascorrere ore nei mondi virtuali piuttosto che andare a lavorare.

Come commenta un giornalista del The Economist, i dati della ricerca potrebbero però anche avere un'altra chiave di lettura. Tra il 2000 e il 2015 infatti la società è stata drasticamente sconvolta da crisi economiche, guerre di portata mondiale e da incredibili cambiamenti tecnologici e sociali.

È quindi più plausibile che la grande crescita dell'interesse dei giovani nei confronti dei videogiochi sia più che altro una conseguenza della mancanza di lavoro. In fondo, passare il proprio tempo in assenza di un'occupazione con i videogiochi e socializzando online potrebbe essere per certi versi più stimolante e proficuo di altre attività.

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Pier Giorgio Liprino

Contributor

Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.
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