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Videogiochi 'peggio' di Gomorra: l'attore Marco D'Amore parla di giochi in cui 'si ammazza, sventra e violenta' ed è polemica

D'Amore poi spiega che la sua non è stata un'invettiva contro i videogiochi.

L'attore Marco D'Amore, che interpreta Ciro di Marzio nella serie cult Gomorra, durante un'intervista ha parlato non solo della quinta stagione della serie TV, ma anche dell'eventuale effetto che può avere sui più giovani.

Alla domanda se Gomorra presenta criminali con una certa aura epica tali da creare suggestione ed emulazione, D'Amore ha risposto: "Mi sembra davvero immorale accusare Gomorra di provocare emulazione quando basterebbe conoscere i videogiochi con i quali passano il tempo i ragazzi: videogiochi che raccontano solo di futuri distopici in cui devono ammazzare, sventrare e violentare, e si esaltano di questo. Altro è parlare di fascinazione narrativa. Io sono cresciuto idolatrando i miti della letteratura efferata ma non è che sono diventato un omicida, perché alle spalle avevo un certo contesto familiare e sociale".

Questa sua dichiarazione ha fatto il giro dei social e in seguito l'attore ha cercato di spiegarsi: "Uno stralcio di intervista estrapolato da un discorso ampio sul tema emulazione diviene la mia personale dichiarazione di odio nei confronti dei videogiochi, rei di essere il male dei giovani. Ovviamente ho detto esattamente il contrario, ma si sa al giorno d'oggi un titolo e due righe sono sufficienti per far calare l'inesorabile mannaia del giudizio! Io ho asserito (come faccio da anni) che ogni tipo di esperienza narrativa contribuisce solo ad esorcizzare certi atti efferati e a prenderne le distanze. E per narrazione intendo quella televisiva, cinematografica oltre che quella scritta ed ovviamente quella virtuale. Tra l'altro l'esperienza virtuale comprende anche l'atto del gioco che è il primo strumento che abbiamo sin da bambini per codificare la realtà".

Sfortunatamente anche questa volta i videogiochi sono stati oggetto di paragoni non molto felici. Ricordiamo tutti come nel 2018 l'ex ministro Carlo Calenda aveva dichiarato come i videogiochi fossero una tra le cause dell'analfabetismo in Italia.

Fonte: Facebook