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Robot che sorridono? Un esperimento che per adesso fa paura...in tutti i sensi

Un modo per avvicinarsi sempre di più agli umani.

In un'epoca in cui i robot vengono impiegati sempre di più in varie situazioni, perché non crearne uno che risponda alle nostre espressioni facciali? E' proprio il caso di EVA.

Sviluppato da un team di ricercatori presso la Columbia University di New York, EVA altro non è che una testa robotica umanoide. Questa testa è stata progettata per studiare le interazioni tra uomo e robot e consiste in un teschio sintetico delle dimensioni di un adulto stampato in 3D con una faccia in gomma inserita sul davanti. Con 12 minuscoli attuatori muscolosi incorporati nella sua faccia, Eva è pronta ad esprimere una miriade di emozioni umane, dalla paura alla gioia al disgusto.

I motori nel cranio funzionano praticamente come i nostri muscoli in quanto tirano e rilasciano i cavi a seconda dell'emozione che EVA deve riportare: come detto, EVA può ricreare una serie di emozioni con il suo viso come ad esempio rabbia, disgusto, paura, gioia, sorpresa e tristezza, oltre ad una serie di emozioni più sfumate.

Eseguendo un framework di apprendimento standard su un piccolo Raspberry Pi integrato nel suo cranio, EVA è in grado di "guardare" le espressioni umane di persona o attraverso video e imitarle realisticamente. Questo viene fatto mappando il volto umano utilizzando punti discreti, in modo simile al tipo di array di punti utilizzati nel tracciamento del movimento per CGI nei film. EVA immagina come apparirebbero questi modelli di punti sul suo viso e quindi muove i suoi attuatori facciali per dare vita all'espressione.

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EVA è ancora agli inizi, ma i ricercatori affermano di essere entusiasti di vedere come altri scienziati utilizzeranno questa piattaforma open source in modo da progettare i propri robot emotivi. EVA in futuro potrebbe quindi essere utilizzata come educatrice o nell'assistenza sanitaria per aiutare a prendersi cura degli esseri umani quando gli altri non possono.

Fonte: Inverse

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