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L'ex ministro Carlo Calenda: i videogiochi? Sarebbero una delle causa dell'anafalbetismo in Italia

"In casa mia non entrano".

Carlo Calenda è l'ex ministro dello Sviluppo economico, nonché personaggio piuttosto attivo sui social network, in particolare su Twitter, dove non perde occasione per mostrare il suo personale punto di vista.

L'ex ministro si è espresso anche in materia di videogiochi, manifestando senza fronzoli tutto il suo dissenso verso questo medium, nonostante in altri contesti si sia dimostrato promotore di un'industria digitale sempre più presente nel nostro paese.

Da un altro punto di vista, quello prettamente culturale ed educativo, Calenda vede i videogiochi molto negativamente.

"Considero i giochi elettronici una delle cause dell'incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento" scrive Calenda, e ancora: "In casa mia non entrano".

Sono state anche prese di mira le sue parole che dipingono i videogiochi come icona della solitudine culturale ed esistenziale, per cui i ragazzi andrebbero salvati da essi così da rifondare le democrazie.

All'appunto di un utente, che gli faceva notare come la sua sia una visione sostanzialmente retrograda e superata, egli puntualizza: "Il problema è la passività rispetto alla lettura e al gioco. Reagisci non agisci. Inoltre abituano la mente a una velocità che rende ogni altra attività lenta e noiosa".

Cosa ne pensate della posizione di Calenda? Riportiamo di seguito i Tweet dell'ex ministro:

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Stefan Tiron

Contributor

Studente universitario a tempo pieno, scrittore a tempo vuoto. Svezzato a PS1 e Final Fantasy, adora il genere degli RPG e di riflesso il fantasy in ogni sua forma e dimensione.

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