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Secondo un criminologo i videogiochi online potrebbero essere utilizzati per radicalizzare i giovani

Terroristi e videogiochi: ecco l'opinione di Christian Pfeiffer.

Il criminologo, Christian Pfeiffer

Immediatamente dopo i fatti di Parigi si è parlato parecchio del rapporto tra videogiochi e terrorismo a partire dalla possibilità che i terroristi utilizzassero la chat di PS4 per comunicare, una possibilità che rimane comunque tale dato che non c'è alcuna prova concreta.

Quest'oggi vi riportiamo le parole di Christian Pfeiffer, un criminologo che afferma che i videogiochi online potrebbero essere usati per radicalizzare i giovani.

"I terroristi potrebbero, come personaggi virtuali all'interno di videogiochi online come World of Warcraft, essersi incontrati in un certo luogo e aver organizzato gli attacchi di Parigi. Comunicare attraverso i giochi sarebbe una mossa "intelligente" dato che in questo modo le agenzie di sicurezza farebbero fatica a controllarli".

Questo punto ha sicuramente una logica e potrebbe effettivamente essere plausibile ma Pfeiffer parla anche dei giochi violenti sottolineando come giocare a questo tipo di titoli spinga alla radicalizzazione dei giovani mussulmani rendendoli più disinibiti quando si tratta di uccidere nel mondo reale.

"È abbastanza plausibile affermare che gli assassini di Parigi si siano allenati a uccidere virtualmente prima degli attacchi".

Quella di Pfeiffer è una visione condivisibile? Cosa ne pensate?

Fonte: SegmentNext

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Alessandro Baravalle

Contributor

Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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