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La sparatoria di Halle è una tragedia anche perché il TG5 ed Enrico Mentana puntano il dito contro i videogiochi

Stupidamente e con ignoranza.

Ci risiamo e com'è comprensibile molti penseranno che non valga la pena parlarne, che la visibilità venga ingiustamente regalata e che lo stupore sia ormai insensato. Il nostro non è stupore ma un misto di tristezza e rassegnazione senza fine di cui nonostante tutto vogliamo parlare.

Nelle ultime ore tutto il mondo è rimasto per l'ennesima volta basito, questa volta di fronte al gesto di Stephan Balliet, un giovane che nella cittadina tedesca di Halle si è reso protagonista di un attacco terroristico di matrice neonazista e antisemita. Il 27enne aveva con sé 4 kg di esplosivo e puntava a compiere una vera e propria strage all'interno della sinagoga della cittadina. Dopo non essere riuscito a entrare nell'edificio ha deciso di aprire il fuoco in strada causando due morti e due feriti.

"Ebrei radice di tutti i problemi". È uno dei tanti slogan di Balliet ma purtroppo c'è chi ancora pensa ai videogiochi, incredibile ma vero. Partiamo dal caso sicuramente meno stupefacente considerando la qualità discutibile del telegiornale in sé. Il TG5 ha ovviamente dedicato un servizio alla vicenda e al minuto 10:17 circa di questo video si lascia andare all'ennesima affermazione che lascia il tempo che trova:

"Una giovane belva sta volta per fortuna maldestra cresciuta solitaria a pane e internet. Cattive letture raccattate sul web per sentirsi parte di qualcosa. Tattiche militari studiate sulle console di videogiochi e sulle piattaforme online".

Poi si parla dei danni causati da una vita passata davanti al computer dove il "fare pratica su qualche sparatutto in prima persona" viene accostato allo sviluppo di suggestioni di emulazione delle gesta di Brenton Tarrant, il famigerato killer di Christchurch.

Ma si sa, il TG5 non è di certo il mezzo di informazione migliore sulla piazza e la qualità del giornalismo è quel che è. Da Enrico Mentana però ci saremmo aspettati altro nonostante dei precedenti tutt'altro che incoraggianti quando si parla di videogiochi (vi ricordate il dibattito sui No-Vax in Plague Inc.?).

Ecco il post che Mentana, giornalista e direttore del TG di La7, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook:

"Un aspetto anch'esso devastante dell'attentato di ieri contro la sinagoga in Germania è che l'autore lo abbia voluto mostrare in modalità soggettiva, da videogame, come fosse quello il modello ispiratore: uccidere i "nemici" come in un gioco".

La necessità di tirare in ballo i videogiochi senza alcuna cognizione di causa o elemento concreto che ne confermi in qualche modo il coinvolgimento è talmente stupido da lasciare interdetti. I videogiochi non insegnano il fanatismo, non spingono un neonazista a tentare di massacrare il fantomatico "nemico ebreo" causa di tutti i mali né tanto meno insegnano a imbracciare un'arma e a utilizzarla in ogni possibile dettaglio.

Ma si sa, fino a quando chi addita i videogiochi non sa nulla del medium, non ci ha mai giocato davvero e non è interessato a colmare le proprie lacune allora l'ignoranza e il sensazionalismo saranno l'unica strada percorribile anche da persone da cui teoricamente ci si aspetterebbe decisamente di meglio.