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Per parte della stampa italiana GTA ha ispirato le malefatte della baby-gang di Monza

Il titolo Rockstar a quanto pare era la "fonte di ispirazione" di sei giovani criminali.

Ancora una volta, la serie GTA finisce nel mirino della stampa.

Alcuni tra i maggiori quotidiani italiani poche ore fa hanno riportato la notizia dell'arresto di sei giovani ragazzi di Monza, accusati di almeno dieci rapine aggravate, atti di violenza e persino di tentato omicidio. Questa baby-gang, composta da minorenni e neo-maggiorenni, nell'ultimo anno ha messo a ferro e fuoco il centro della città, generando il terrore di qualunque coetaneo che non facesse parte della "compagnia del Centro" o "compagnia del Ponte" (così venivano chiamati).

Cosa c'entra GTA? Alcuni quotidiani italiani hanno riportato la notizia affermando che la gang si sarebbe ispirata alla celebre serie Rockstar per le proprie malefatte.

Di certo non aiuta il fatto che le forze dell'ordine hanno chiamato "GTA Monza" l'operazione che ha portato l'arresto dei sei giovani. Il tutto perché il titolo Rockstar è stato citato dai membri delle gang nelle telefonate intercettate dagli investigatori.

"...Così agiva il branco di giovanissimi arrestati dalla squadra mobile che si ispirava al videogioco Gta di cui parlavano al telefono, tanto da farsi un tatuaggio sul palmo della mano come i gangster protagonisti.", secondo Il Fatto Quotidiano.

"I sei, secondo gli investigatori, per le loro scorribande si ispiravano al gioco "Grand Theft Auto", già finito in passato nell'occhio del ciclone perché considerato particolarmente violento.", afferma invece TGCOM24.

Ma la realtà, a quanto pare, è ben differente. Come riporta AGI, GTA viene menzionato dai membri della baby-gang solo una volta. Inoltre, come riporta la sezione tecnologia di Repubblica.it, lo stesso vicecommissario della squadra mobile durate la conferenza stampa sull'operazione Gta Monza ha affermato del titolo Rockstar: "Non credo che in un contesto sociale in cui siamo adesso possa aver influito in modo decisivo, è chiaro che tutti i giovani oggi sono abituati a giocare ai videogiochi, anche violenti"

Insomma, sembrerebbe il solito caso di esagerazione da parte di alcuni quotidiani italiani su un titolo fin troppo facile da attaccare.

Inutile ricordare che i genitori possono monitorare l'attività videoludica dei figli controllando il PEGI presente sulle confezioni dei titoli prima di acquistarli o sfruttando gli strumenti del Parental Control disponibili su praticamente qualsiasi piattaforma presente sul mercato. O che GTA non è un "esempio" peggiore di tanti film e serie TV. Ma, d'altro canto, affermare che sei giovani rapinatori si sono ispirati a GTA fa semplicemente più scena. E più click.

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Stefano Paglia

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