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Videogiochi tra le cause di sparatorie e stragi? Reggie Fils-Aime ridicolizza l'idea facendo parlare i fatti

Il buon Reggie contro l'ignoranza.

"I fatti sono i fatti". Un concetto estremamente semplice che in un mondo ideale sarebbe alla base dei comportamenti e delle dichiarazioni di tutti, soprattutto dei politici che dovrebbero rappresentare la classe dirigente di un Paese potentissimo come gli USA. Ma come tutti sanno non viviamo di certo in un mondo ideale: in quello reale i fatti vengono ignorati e i videogiochi vengono ancora associati a stragi e sparatorie.

Ne abbiamo parlato solo nella giornata di ieri, alcuni politici americani hanno accostato i videogiochi alle tragiche sparatorie di El Paso e Daytona. Le argomentazioni sono come da tradizione prive di fondamento e si basano su presunti studi e ricerche non meglio precisate perché semplicemente non esistono o sono state sbugiardate. I fatti sono fatti, e i fatti sono molto diversi da quelli che certi politici (o più semplicemente bigotti ignoranti che devono proteggere i propri interessi) vogliono far credere.

"I fatti sono i fatti" è anche la frase alla base di una manciata di tweet condivisi da Reggie Fils-Aime sul proprio profilo Twitter ufficiale. L'ex presidente di Nintendo of America e figura iconica dell'industria videoludica ci tiene a sottolineare quale sia davvero la situazione e i molti aspetti positivi dei videogiochi.

"Quando i malinformati sono critici nei confronti dell'industria videoludica e della community, questa è una storia molto potente", scrive il buon Reggie condividendo un tweet del presentatore e giornalista Geoff Keighley. "I fatti indicano che le nazioni con elevate entrate pro-capite derivanti dai videogiochi hanno meno morti legate alle sparatorie. Eccetto gli Stati Uniti dove il 4% della popolazione possiede il 43% delle armi".

Poi c'è spazio per un grafico molto interessante:

Da una parte si hanno le stime delle entrate pro-capite derivanti dall'industria videoludica durante il 2019, entrate che non tengono conto anche dell'impatto degli hardware e che mostrano gli USA al terzo posto dietro Corea del Sud e Cina. Dall'altra parte un grafico molto più tragico, quello delle morti violente legate alle armi da fuoco nel corso del 2017.

La combinazione di questi due grafici parla sostanzialmente da sola e sottolinea qualcosa che dovrebbe essere scontato ed evidente, addirittura banale.

Cosa pensate dei tweet di Reggie Fils-Aime e di questa particolare questione?