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Giocare a videogiochi violenti da giovani non aumenta l'aggressività. Un nuovo studio lo conferma

Nuovo punto a favore della scienza.

Fin da quando i videogiochi sono diventati un fenomeno d'intrattenimento di massa, ci sono sempre state delle malelingue che li associavano alla violenza perpetrata nel mondo reale da persone già profondamente disturbate.

Una sparatoria in un centro commerciale o in una scuola (guarda caso spesso americana)? Sicuramente il pazzo in questione giocava a videogiochi violenti come Grand Theft Auto e Mortal Kombat e l'unica soluzione è vietare o ridurre drasticamente la loro diffusione.

La connessione "videogiochi violenti/violenza" è sempre stata sbandierata da persone di alto rango come politici e opinionisti della domenica, ma costantemente sfatata da esperti e studi scientifici, i quali sono interessati a questo argomento da diversi anni.

Per aggiungere un altro punto a favore della scienza, abbiamo a disposizione un altro rapporto, frutto di uno studio di 10 anni pubblicato su Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, il quale conferma che giocare a giochi violenti da giovane, non causa un aumento dell'aggressività negli anni successivi.

L'analisi è stata effettuata facendo giocare, a 500 ragazzi di 13-14 anni, il titolo più controverso del mondo, Grand Theft Auto, in diversi modi: il primo gruppo avrebbe giocato molto all'inizio, per poi diminuire progressivamente le ore in età adulta; il secondo gruppo avrebbe mantenuto ore di gioco costanti per tutta l'adolescenza e un piccolo incremento da adulti; il terzo gruppo avrebbe giocato poco nei primi anni, per poi aumentare il tempo investito nei videogames all'aumentare dell'età.

Nonostante le diverse ore investite, 10 anni dopo i ragazzi del primo gruppo non hanno registrato alcun aumento dell'aggressività, rispetto ad altrettanti ragazzi che, di contro, non avevano mai toccato l'opera Rockstar.

L'unico aumento di aggressività (tutto sommato ridotto) è stato notato nel gruppo 2, ma i risultati ottenuti sfatano comunque la correlazione fra "giochi violenti da bambini" e "violenza da adulti".

Nel rapporto stilato dagli scienziati, inoltre, viene dichiarato come le tendenze violente delle persone non nascano dai videogiochi e che tali medium vengono spesso utilizzati dagli adolescenti per distrarsi dai problemi del mondo reale.

Questo punto in particolare è saltato fuori prendendo in esame un gruppo specifico di questi 500 ragazzi, afflitti da diversi sintomi depressivi e malattie mentali di varia entità:

"Questo gruppo dimostrava inizialmente elevati sintomi depressivi, durante le loro fasi pre-adolescenziali, ma il loro livello di ansia diminuiva progressivamente. Riteniamo possibile che questo gruppo stesse utilizzando i videogiochi violenti per gestire o per convivere con i propri sintomi depressivi. I passati ricercatori hanno dimostrato che giocare ai videogiochi come meccanismo di difesa o distrazione dai propri problemi mentali può risultare efficace, sebbene questi studi non abbiano tenuto in considerazione il contenuto dei videogiochi giocati.".

Come tutti gli studi di questo genere, i dati riflettono solo i risultati di una ristretta rosa di partecipanti e le scoperte non possono essere applicate ad ogni singolo abitante del pianeta, considerando tutte le possibili variabili.

Tuttavia, stiamo sempre parlando di uno studio che ha esaminato 500 persone per oltre 10 anni, quindi i risultati non vanno assolutamente ignorati. Certo, c'è chi continuerà ad ignorare questi e molti altri risultati, pur di demonizzare per l'ennesima volta un medium che costituisce una grande fetta di economia mondiale.

Voi che ne pensate? Secondo voi la correlazione fra giochi violenti e violenza esiste o no?

Fonte: IFLScience

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Marcello Ruina

Contributor

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