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Nier: Automata - prova

Alla scoperta del GDR open world firmato Platinum Games.

Milano - Il progetto di Nier: Automata è uno dei più ambiziosi che Square Enix e Platinum Games abbiano intrapreso negli ultimi anni. Da una parte il colosso giapponese sta cercando di recuperare una serie incredibilmente amata da una piccola nicchia di appassionati, che oltretutto è lo spin-off di un'altra amatissima saga, Drakengard, anch'essa uscita dai radar da troppo tempo.

La seconda scommessa è affidare a Platinum Games lo sviluppo del gioco. Non perché il pedigree dello studio di Bayonetta e Metal Gear Rising non garantisca la qualità del prodotto finale, ma perché il loro portfolio è formato quasi ed esclusivamente da videogame dall'alto tasso di spettacolarità, lontani anni luci dai giochi di ruolo open world, ovvero quello che Nier: Automata dovrebbe essere.

Dopo la spettacolare ma lineare introduzione che vi abbiamo descritto all'interno dello scorsa anteprima di Nier, e che avete potuto saggiare in prima persona grazie alla demo pubblicata sul PlayStation Store, Square Enix ci ha dato la possibilità di saggiare per la prima volta il progetto nella sua interezza e di comprendere meglio la struttura di questo interessante e ambizioso ibrido.

Nier: Automata, infatti, racchiude al suo interno diverse anime. Nell'arco di pochi istanti si potrà passare dalle classiche sequenze action à la Platinum Games con la telecamera liberamente controllabile, ad altre più simili a un twin stick shooter con visuale dall'alto o a degli sparatutto bidimensionali chiaramente ispirati a Ikaruga. A condire il tutto c'è tutta una struttura fatta da missioni da completare, tesori da trovare, equipaggiamento da forgiare e indossare e abilità da apprendere. Ovvero tutto quello che dovrebbe fare un classico GDR.

La bella protagonista è un automa mandato sulla Terra per combattere contro gli invasori alieni.

Lo sviluppatore ha messo dentro di tutto. Quello che forse manca è il legame con il passato, sia con la serie di Nier, sia con i precedenti lavori dei Platinum. Nonostante possa sembrare facile rivedere in alcuni elementi di Nier: Automata il retaggio degli sviluppatori, come una sexy protagonista in stile Bayonetta, un design che sembra molto vicino a quello di Metal Gear Rising e gargantuesche battaglie come... beh, tutti i giochi di Platinum Games, il director Yoko Taro e il designer Takahisa Taura hanno categoricamente escluso tutte queste connessioni.

Alcune similitudini potrebbero essere figlie del fatto che, semplicemente, le persone del team in passato hanno lavorato ad uno o all'altro progetto, ma ogni scelta non è stata fatta per porre una sorta di firma a Nier: Automata. Tutto è sorto spontaneamente durante la fase di creazione del nuovo capitolo senza per forza ricondurre nessun alcun a ciò che era già stato creato in passato, anzi plasmando lo stesso in modo da meglio adattarsi allo stile e alla visione di Yoko Taro.

Una sorta di rinnegamento del passato, che ha coinvolto anche la serie di Nier. È vero che l'universo nel quale è ambientato il gioco è il medesimo del capitolo originale, ma le connessioni tra i due capitolo saranno molto flebili. Anche perché la storia di Automata è posizionato migliaia di anni nel futuro con la conseguenza che le vicende narrate in Nier saranno solo una lontana eco che influenzerà marginalmente la vita dei nuovi protagonisti. Questa decisione è stata presa per rendere più semplice l'ingresso di nuovi giocatori all'interno delle vicende, ma anche per sottolineare la profonda differenza tra i due progetti.

Se l'originale Nier doveva essere completato tre volte per essere compreso a fondo, la storia di Automata sarà, a detta di Yoko Taro, decisamente più semplice da seguire, con solo alcuni piccoli riferimenti alla vicenda originale. L'eredità di Nier sarà da carpire più nella complessità del mondo di gioco, nella ricchezza dell'ambientazione e dei personaggi.

Creare un open world non vuol dire solo realizzare ambienti ampi ma anche creare un mondo vasto e vibrante, ricco di cose da scoprire.

L'anima del gioco, infatti, è quella di un prodotto action capace di tenere incollati i giocatori più per le dinamiche sequenze di combattimento che per la complessità dell'intreccio. Anche durante le fasi open world, infatti, Nier: Automata manterrà le stigmate dell'hack'n slash. Le missioni che abbiamo affrontato durante la nostra prova offrivano, perlomeno inizialmente, solo una scusa differente per andare in un luogo, far fuori tutto quello che si muoveva e tornare al punto di partenza.

Poco importava se la quest chiedeva di recuperare uno specifico materiale o di controllare la sicurezza di una zona, tutto si risolveva nell'arrivare in un punto, combattere con i mostri presenti e tornare al punto di partenza. Non proprio il massimo della vita, soprattutto dopo aver saggiato la varietà di un The Witcher, per esempio.

La struttura open world non sembra oltretutto essere stata sfruttata per rendere più complesso e vivo l'universo di gioco. La mappa, infatti, non pullulava di missioni secondarie, segreti e luoghi da scoprire, ma nascondeva solo qualche tesoro nascosto, qualche stazione utile a svelare la morfologia della zona e poco altro. Certo, c'erano decine di mostri diversi da affettare e saltuariamente qualche nemico più massiccio faceva capolino all'improvviso a dare varietà ai combattimenti, ma diciamo che dopo l'ispiratissimo inizio, estremamente vario sotto il profilo del gameplay e del ritmo, abbiamo trovato una sequenza di gioco decisamente più canonica, nella quale i classici livelli lineari sembrano semplicemente esplosi in ambienti più ampi, con tanti spostamenti a inframmezzare le aree in cui combattere.

La speranza è quella di trovare al termine di questa prima parte uno scenario più ampio e variegato, ricco di personaggi memorabili e ambienti mozzafiato. D'altra parte, anche narrativamente, ci trovavamo solo all'inizio delle storia. 2B, il robot protagonista del gioco, addestrato per riconquistare la Terra caduta nelle mani di un'invasore alieno, si troverà a dover allacciare i rapporti con la resistenza locale in modo da agevolare le operazioni della YoRHa sulla superficie. In questo modo abbiamo potuto vedere solo il primo accampamento della resistenza e abbiamo potuto "attivare" i primi servizi utili per cominciare a forgiare le armi o a personalizzare l'equipaggiamento di 2B.

Il nuovissimo trailer di Nier: Automata presenta ai fan la squadra di androidi formata da 2B, 9S e A2, reclutati per riconquistare il mondo dove una volta abitavano gli umani.Guarda su YouTube

Solo che la Terra del futuro sembra piuttosto spoglia e priva di grandi punti di interesse, che invece potrebbero dare maggiore spessore alla parte ruolistica di Nier:Automata. Questo perché di combattimenti al cardiopalma siamo invece sicuri ce ne saranno parecchi e spettacolari, grazie alla solita grande qualità dei Platinum nel confezionare un gameplay solido, divertente e profondo. L'obiettivo di Takahisa Taura, infatti, è stato quello di creare un sistema che potesse adattarsi a tutti. I veterani degli action game non faticheranno ad imparare a sfruttare al meglio il sistema di schivata e a massimizzare le combo per comminare un danno elevato.

Coloro che invece si avvicineranno a Nier: Automata attratti dal suo lato GDR, potranno far crescere il personaggio in modo che "compensi" con le sue abilità speciali la propria mancanza di abilità. Per esempio, potranno decidere di attivare una sorta di parata automatica, in modo da potersi dedicare semplicemente all'attacco. Ovviamente per farlo dovranno rinunciare a qualche altro elemento, cosa che renderà lo sviluppo di 2B più gratificante del previsto.

Per questo motivo il livello di difficoltà non crescerà in concerto con il personaggio. Questo vuol dire che la forza dei boss e dei nemici sarà stabile e che potremo batterli o esibendo un'abilità col gamepad non indifferente o semplicemente salendo di livello, in modo da rendere più semplice lo scontro.

È stato questo l'aspetto più complesso che gli sviluppatori hanno dovuto affrontare durante il bilanciamento del gameplay, dato che non si erano mai trovati di fronte alla necessità di tenere conto delle tante variabili che un gioco di ruolo prevede. Da questo punto di vista Square Enix, rappresentata durante l'evento milanese dal producer Yosuke Saito, si dice molto contenta di come Platinum Games ha affrontato il progetto e dell'impronta action che lo studio è riuscito ad impartire alla serie, pur mantenendo la struttura da gioco di ruolo a mondo aperto.

In alcuni momenti Nier: Automata si trasformerà in un action bidimensionale, in altri in un twin stick shooter.

Entrambe le parti, però, sono consapevoli di avere tra le mani un prodotto di nicchia, capace di far innamorare una fetta specifica di giocatori, magari disposta a chiudere un occhio su alcuni limiti oggettivi di Nier: Automata. Uno di questi potrebbe essere il comparto grafico, un po' sacrificato per mantenere costante la soglia dei 60 fotogrammi al secondo. Le prime ambientazioni, infatti, non solo presentavano una complessità poligonale piuttosto basilare, ma non riuscivano nemmeno a colpire la fantasia per via di colori un po' troppo smorti ed un design piatto. Per fortuna uno degli ultimi scenari attraversati, che non possiamo rivelarvi per non incorrere nelle ire di Square Enix e per non rovinarvi troppo la sorpresa, lasciava intravedere uno sforzo artistico e un'ispirazione maggiore rispetto al deserto e alla città abbandonata utilizzati come sfondo delle prime missioni.

Nulla da dire, invece, sul design dei protagonisti, ma anche sulla varietà del gameplay delle missioni più strutturate. Quando Platinum Games ha a possibilità di fare la Platinum Games, imbrigliando la telecamera e l'azione all'interno di ambienti più controllati, Nier: Automata mette in mostra una grande inventiva e creatività nella gestione dello scrolling o nel cambiare repentinamente stile di gioco senza apparentemente snaturare i controlli e le abilità della protagonista.

Il rischio, dunque, è che lo sviluppatore giapponese si sia trovato costretto a diluire il suo gameplay in un ambiente molto ampio pur di offrire un'esperienza open world. La speranza è invece che dopo una fase iniziale studiata per introdurre gradualmente le varie abilità della protagonista senza mettere troppa carne al fuoco, lo studio cominci a alzare il ritmo, proponendo missioni coinvolgenti e nemici carismatici grazie ai quali valorizzare ulteriormente l'ottimo lavoro svolto sotto il profilo del gameplay e della personalizzazione della protagonista.

Il design sembra ispirato, peccato che spesso l'uso dei colori e le ambientazioni siano piuttosto piatte.

Perché quando ci "crede", il team di Yoko Taro mostra tantissime idee geniali, come il sistema di crescita basato su dei "chip" che vanno a modificare qualsiasi aspetto del gioco, la base operativa sviluppata in due dimensioni o le tante fasi nelle quali Nier: Automata si trasforma in un classico sparatutto a scorrimento.

Di sicuro Nier: Automata non lascerà indifferenti. Ci sarà chi lo amerà alla follia e chi potrà trovare un po' stramba questa commistione di generi. l'unica cosa di cui siamo sicuri è che solo una approfondita prova del gioco potrà dirci se saranno preponderanti gli sprazzi di genio o i momenti meno ispirati.

Manca ormai davvero poco alla pubblicazione, che ricordiamo arriverà il prossimo 10 marzo su PlayStation 4 e successivamente anche su Steam. Aspettatevi a breve un giudizio più approfondito sull'ultima fatica dei Platinum Games!

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NieR: Automata

PS4, Xbox One, PC

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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