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La 'Nintendo difference': i primi anni del Wii U - articolo

Nonostante i problemi sul mercato, la console di Nintendo ci ricorda qualcosa che i suoi avversari sembrano aver dimenticato...

Il 2014 era l'anno in cui la differenza di potenzialità tra le nuove console di Sony e Microsoft e quella di Nintendo sarebbe dovuta esplodere in tutta la sua evidenza, lasciando il Wii U indietro a zoppicare in un distante terzo posto. Eppure, dopo due anni di vita, di cui uno intero trascorso condividendo lo spazio sugli scaffali con PlayStation 4 e Xbox One, il Wii U ancora oggi rappresenta la migliore piattaforma per provare esperienze non disponibili altrove. Se quello che interessa è avere i migliori giochi sul mercato in queste vacanze natalizie, la macchina di Nintendo non è affatto una piattaforma da sottovalutare.

Dire che il Wii U finora è stato un successo sarebbe senz'altro una bugia, ovviamente. Il suo lancio è stato, insolitamente per Nintendo, un vero disastro: il sistema operativo era lento e macchinoso, tanto da necessitare di aggiornamenti firmware prima di raggiungere la soglia della sufficienza, mentre la console stessa mancava di un'identità chiara. Non c'era nessun Wii Sports che potesse vendere il sistema o promuovere la filosofia alla usa base: al suo posto c'erano Nintendo Land, una collezione di mini-giochi basati sulle potenzialità del secondo schermo, e Zombi U, un gradevole ma poco ambizioso survival horror.

Il Wii U non può vantare un nuovo Uncharted o Halo per il prossimo anno, ma quale altra console può offrire lo splendore promesso da un titolo come Xenoblade Chronicles X?

Due anni dopo, il Wii U sta ancora cercando la sua identità. I due titoli appena citati restano gli unici a sfruttare realmente un'idea di gameplay che, evidentemente, è morta alla nascita. Molti dei titoli first-party della stessa Nintendo ignorano bellamente il secondo schermo, relegandolo al ruolo di semplice periferica per il remote play (una caratteristica comunque gradevole, che funziona meglio di quanto non offra l'accoppiata PS4/PS Vita, con meno lag e artefatti).

Gli esperimenti di Shigeru Miyamoto allo scorso E3 (un tower defence, uno strampalato simulatore di botte tra robot giganti e un'esile demo di Starfox mostrata unicamente ad una ristretta cerchia) non hanno fatto molto per convincere il pubblico del fatto che ci siano utilizzi migliori nel futuro del GamePad. Erano senz'altro progetti curiosi ma come esplorazioni delle potenzialità del gameplay con doppio schermo, erano superati in partenza da quanto già offerto dal team di Katsuya Eguchi con Nintendo Land, un titolo divertente (almeno in multiplayer), anche se non certo in grado di riempire i titoli delle prime pagine. Sembra, insomma, che persino la stella più fulgida tra gli sviluppatori di Nintendo non sia in grado di trovare davvero un senso al 'paddone' del Wii U.

Ci sono stati anche altri inciampi. Lo sviluppo della Virtual Console, già in fase di rallentamento durante gli ultimi anni di vita del Wii, si è praticamente arrestato su Wii U. I giochi per il Game Boy Advance si sono fatti attendere fin troppo, mentre quelli per Nintendo 64 hanno direttamente mancato di manifestarsi, quindi sperare che quelli del GameCube possano farlo in un futuro ragionevole è praticamente tempo perso.

Il lancio tardivo di Earthbound ha forse compensato alcune di queste mancanze ma i possessori di Wii U che risiedono nelle aree PAL devono subire ancora la mancanza della funzionalità Nintendo TVii, lanciata ormai due anni or sono in Giappone e poi anche in Nord America, ma assente in Europa.

Il Miiverse resta la comunità online più aperta e accogliente tra quelle realizzate dalle console next-gen... ma a volte fa tristezza scoprire da quanto i propri amici non loggano al servizio.

A riguardarle oggi, le promesse di supporto fatte dagli sviluppatori third party all'E3 2011 sembrano paradossali. Electronic Arts ha abbandonato la nave del Wii U a pochi mesi dall'uscita, e il resto dello sviluppo third party è evaporato prima della conclusione dell'anno. La tardiva e zoppicante uscita di Watch Dogs, pochi giorni fa, rappresenta una triste ma appropriata conclusione per lo sviluppo di titoli tripla-A multipiattaforma sull'hardware Nintendo, nonostante molti di questi continuino a produrre versioni per PlayStation 3 e Xbox 360.

Eppure, a fronte di quello che senz'altro è stato un anno avaro di soddisfazioni in quanto a nuove uscite, quale possessore di Wii U si lamenterebbe davvero di non aver potuto giocare l'ultimo seguito mediocre e buggato di una super-IP in netto calo? La mancanza di giochi come Destiny e Alien: Isolation si fa certamente sentire, ma perdere Unity e ricevere in ritardo Watch Dogs è davvero un problema così grande, visti tutti gli altri titoli che il Wii U può vantare?

È naturale che, essendo in circolazione dal doppio del tempo, il Wii U abbia più titoli esclusivi rispetto alle altre console... ma, signori, di che fior di esclusive parliamo! A partire dalle release del primo anno (Pikmin 3, New Super Mario Bros. U, Super Mario 3D World e Wind Waker HD) fino a tutte quelle che sono apparse negli ultimi 12 mesi, non meno emozionanti. Avendo apparentemente girato le spalle al successo mainstream, il Wii U si è collocato in una fascia più, oseremmo dire, "di culto": di certo non si tratta di una mossa eccellente dal punto di vista delle vendite ma potrebbe rappresentare invece un toccasana per tutti coloro i quali sono ormai annoiati, o disgustati, dai trend che ormai identificano le altre console next-gen. Bayonetta 2 è probabilmente il miglior titolo action degli ultimi anni, mentre Donkey Kong Country: Tropical Freeze dà lustro alla serie dello scimmione con un livello qualitativo che forse nemmeno i primi episodi targati Rare avevano raggiunto.

Altri titoli della line-up Wii U del 2014 sono decisamente più strani. Captain Toad è uno dei titoli più particolari mai prodotti dal reparto EAD di Tokyo, ma non per questo è meno bello e importante, e per chi ha una mente abbastanza aperta c'è persino un "nuovo Zelda" da giocare nella forma di Hyrule Warriors, creato dal Team Ninja e da Omega Force.

Mario Kart 8 è senz'altro più appariscente ma ai miei occhi Mario Chase rimane l'esperienza multiplayer definitiva su Wii U.

Ovviamente non sono mancati nemmeno i blockbuster. Mario Kart 8, serio candidato al titolo di gioco dell'anno 2014, non solo ha rappresentato una gloriosa sintesi di tutti gli elementi che da sempre caratterizzano la gloriosa serie Nintendo: ha anche dimostrato che Miyamoto e soci possono creare un'esperienza online al passo coi tempi. Di più: un'esperienza che può dare lezioni di semplicità, immediatezza ed efficienza a molti contemporanei. La recente release di Super Smash Bros. ha poi concluso l'anno con un acuto, un punto esclamativo allegro e colorato al termine di 12 mesi per niente facili per Nintendo.

Il 2014 ha anche lanciato l'inizio di una nuova era, con l'introduzione degli Amiibo, ossia il ritorno per la compagnia di Kyoto alla produzione di giocattoli, nel tentativo di recuperare quella direzione apparentemente persa due anni fa. Altri segni positivi sono rappresentati da un 2015 che vede un catalogo piuttosto solido per il Wii U (anche se di titoli provenienti per la maggior parte da sviluppatori first party). Sotto i riflettori c'è ovviamente il nuovo Zelda ma anche Shin Migami Tensei x Fire Emblem, Xenoblade Chronicles X e Splatoon rappresentano quel tipo di giochi atipici e interessanti che stanno rapidamente diventando il biglietto da visita della console.

Probabilmente non riusciranno a portare le vendite del Wii U al livello di quelle delle altre due concorrenti ma ci aiutano a ricordare che Nintendo ha sempre giocato su un campo diverso e personale. In tempi in cui le console rivali sono distinte quasi unicamente da un frame e da una manciata di pixel in più o in meno, Nintendo almeno si ricorda ancora del valore che comporta offrire esperienze diverse.

Traduzione di Luca Signorini.

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Martin Robinson

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Martin is Eurogamer's editor-in-chief. He has a Gradius 2 arcade board and likes to play racing games with special boots and gloves on.
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