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Lo sfaccettato universo di No Man's Sky - anteprima

Da Los Angeles, il resoconto di un'ora passata con il gioco di Hello Games.

Los Angeles - Parlare di No Man's Sky non è facile, la carne al fuoco è tantissima e anche Sean Murray di Hello Games si perde qualche pezzo durante la presentazione, o almeno così sembrerebbe. Non riusciamo a capire se c'è o ci fa, come si direbbe da noi, visto che da un lato pare il tipico indie finito quasi per caso a parlare del suo gioco da una delle salette più ambite dell'E3, ma dall'altro il suo personaggio funziona talmente bene che quasi si sospetta ci marci.

In ogni caso il tempo per le congetture non c'è, basta poco e siamo a piedi su un pianeta coloratissimo e generato proceduralmente mentre Murray ci spiega cosa vogliono dire tutte quelle scritte a schermo. L'interfaccia è pulita e veicola le informazioni in scioltezza: si capisce subito dov'è il nome del pianeta su cui siamo, qual è la barra della vita, cosa possiamo fare con gli strumenti che abbiamo, e così l'unica incognita sono in realtà 5 icone in alto a destra.

I dubbi sono fugati rapidamente, è un wanted level che funziona praticamente come quello di GTA. Ancora non ha un nome e lo sviluppatore britannico ci invita a trovarne uno orecchiabile per evitargli di dover ogni volta fare riferimento al titolo di Rockstar.

La generazione procedurale stupisce ogni volta per la varietà di panorami alieni che riesce a creare.

Mentre ci pensiamo, scopriamo come funziona lo scanner, una specie di radar che analizza le forme di vita che ci circondano e le scheda per inserirle in quello che Murray chiama "pokédex spaziale", così da permetterci di caricarle sui server centrali una volta raggiunto il punto di upload (e se saremo i primi a capitare sul pianeta potremo pure dargli un nome). Ce ne sono diversi sparsi per il pianeta, e ogni risorsa o dato raccolto dev'essere caricato per fugare il rischio di perderlo con la morte.

Ma come, viene da dire, sembrava che l'esplorazione dei mondi fosse un'attività tutto sommato pacifica, com'è che si rischia la dipartita? Anche i giocatori che vorranno intraprendere l'apparentemente tranquilla carriera del'esploratore dovranno fare i conti con creature aliene o pirati spaziali, ma le minacce non sono finite.

Ogni attività che turbi in qualche maniera l'ecosistema che si sta esplorando (distruggere rocce per ottenere minerali, o uccidere bestie feroci che cercano di metterci i bastoni tra le ruote, per fare due esempi), contribuirà all'accrescimento del citato wanted level, attivando la risposta di quello che sembra essere una specie di sistema immunitario.

Prima arrivano delle navicelle, poi sempre di più, e poi a quattro punti su cinque compaiono anche dei camminatori che sembrano AT-ST di Guerre Stellari, mettendo a dura prova l'equipaggiamento del malcapitato. Sì, perché non manca un sistema di editing di armature, armi e navicelle che sulla carta sembra capace di garantire una quasi infinità varietà d'oggetti.

Usando i materiali raccolti (o sfruttando gli schemi trovati in giro per il mondo) potremo modificare il nostro equipaggiamento o la nostra navetta spaziale per ottenere sempre più possibilità. L'arma che usiamo, per esempio, è in realtà uno strumento multifunzione utilizzato per fare lo scanning del territorio ed estrarre materiali dalla roccia, ma anche per distruggere il terreno (che si deforma sotto i colpi delle nostre granate) o sconfiggere i nemici.

Il sistema di combattimento in realtà non ci ha convinto più di tanto, va detto che non abbiamo giocato in prima persona, ma l'impressione è che non sia particolarmente profondo o che almeno le meccaniche non siano particolarmente raffinate. Non è facile giudicare da una manciata di minuti, ma il sospetto che i particolari di No Man's Sky siano meno interessanti dell'insieme se presi singolarmente continua a farsi strada quando si decolla verso lo spazio: nessuno si aspettava Elite: Dangerous, ma di nuovo l'impressione è che anche il sistema di guida spaziale non sia raffinato come sperato.

Non possiamo esprimerci invece sull'economia del gioco, solo accennata da Murray durante la presentazione (che tra l'altro rivela di non capire come qualcuno possa divertirsi commerciando materiali volando da un pianeta all'altro) e che comunque dovrebbe garantire un sufficiente livello di diversificazione grazie anche ad un sistema di risorse che è parso piuttosto profondo.

Si combatte, si commercia, si esplora e si personalizza, ma poi? Anche se Murray dice che non è certo la fine del gioco, ci spiega che in molti potrebbero sentirsi soddisfatti una volta raggiunto il centro della galassia, un punto lontano dall'origine dei giocatori (che partono invece dai confini) e non così semplicemente avvicinabile.

L'insieme di No Man's Sky affascina, ma ci sono un po' di dubbi da fugare riguardo alle meccaniche delle singole sezioni.

Ogni salto da una stella all'altra costa carburante, uno dei beni più costosi nel gioco, e il motore per il salto nell'iperspazio va potenziato per evitare di doversi fermare ad ogni pianeta. Non è stata fatta una stima sulle tempistiche necessarie per arrivare a destinazione, ma l'impressione è che saremo comunque portati a perderci almeno un po' nell'universo di Hello Games provandoci.

No Man's Sky affascina con le frasi quasi visionarie del suo creatore ed uno stile estetico convincente, ma lascia perplessi quando si va a valutare l'aspetto puramente tecnico e soprattutto la pulizia delle singole componenti del gameplay. Volendo chiudere un occhio sul vistosissimo pop-up di creature e geometrie, sul frame-rate ballerino e sulla sporcizia dei dettagli, è l'impressione che sia un grande contenitore d'impatto nell'insieme ma debole nel particolare a farla da padrone.

I contenuti non mancano, il mondo sembra intrigante (anche se Murray ci spiega che per le demo hanno fatto in modo di avere pochissimi pianeti "morti", in realtà comuni nel gioco) e l'atmosfera convince. Ora non resta che sperare di poterci mettere le mani al più presto per (speriamo) fugare i dubbi che ci sono venuti vedendolo a Los Angeles, magari con indosso un Project Morpheus visto che Murray, interrogato sulla realtà virtuale, risponde sibillino: "Mi piace molto la VR, se avessi chiesto al me stesso bambino un parere sul futuro avrei risposto parlando di caschi e universi procedurali, ma per ora siamo concentrati su quello che vedete qui in fiera su PS4."

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No Man's Sky

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.

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